Thread su #AchilleLauro a #Sanremo2020 (proprio così).
Negli anni gli autori di Sanremo sono incorsi in un abbaglio. La carenza di cultura musicale, unita a quella dei partecipanti, li ha indotti a relegare ai monologhi degli ospiti il racconto politico-sociale del paese. 👇
Negli anni gli autori di Sanremo sono incorsi in un abbaglio. La carenza di cultura musicale, unita a quella dei partecipanti, li ha indotti a relegare ai monologhi degli ospiti il racconto politico-sociale del paese. 👇
Ogni edizione ha avuto la sua tassa da pagare con un messaggio più o meno coraggioso (soprattutto meno), più o meno corretto (soprattutto più), più o meno esplicito. 👇
Il festival s’è andato trasformando in una passerella nazionalpopolare per attori, comici, giornalisti, profeti della modernità che hanno spinto la musica ai margini dell’irrilevanza. 👇
Restituendo l’impressione che la canzone italiana - e con essa l’intero paese - sia rimasta immobile, fissa nella sua vuotezza contenutistica, cristallizzata in uno stanco rituale di buoni sentimenti, azzardi sartoriali, vocalizzi struggenti. 👇
Viva @AchilleIDOL perché è la musica a dover raccontare noi e quel che ci ruota attorno. Altrimenti è esibizione di capacità vocali. Altrimenti è Amici, format nel quale Sanremo ha tentato infatti di trasformarsi facendosi terra di scorribande per i prodotti di Maria De Filippi.
Achille Lauro scava nei contrasti, li indossa e li canta. Si presenta a Sanremo da cantante trap, genere nichilista nato una decina d’anni fa tra le case abbandonate e i garage putrescenti dei sobborghi di Atlanta, che parla di droga e di soldi e di soldi e di droga. 👇
Rolls Royce parte però con un riff punk, è una resa alla bulimia del consumismo e si conclude con una preghiera catartica (Dio ti prego salvaci da questi giorni/Tieni da parte un posto e segnati sti nomi) che rompe con il mondo dal quale l’autore proviene. 👇
Viva Achille Lauro, ché torna a Sanremo in un’edizione che consacrata alla condanna della violenza sulle donne e incarna una figura androgina, che si spoglia del carico testosteronico imposto al maschio che la sua generazione, più di quelle precedenti, eleva a modello supremo. 👇
Si denuda, resta in tutina di paillette senza curarsi di potenziare con l’ovatta la dimensione del virile attributo, in una rassegna dominata dalle tette, tette enormi, tette ovunque, e dal dominio della chirurgia estetica. È più potente questo di mille monologhi di Rula.👇
Achille Lauro è fragile, è frammentato, è irrisolto, è sbagliato. Ha la faccia di cazzo per non nasconderlo, per esaltare la propria insufficienza, per sguazzare nei contrasti. È derivativo, gli dicono, perché prima di lui furono David Bowie e Renato Zero e tanti altri. 👇
E allora lui, la consueta faccia di cazzo, si traveste da David Bowie, indossa i panni di Ziggy Stardust e come rockstar aliena bisessuale canta “Gli uomini” di Mia Martini, senza avvertire il bisogno di declinare al maschile i verbi in prima persona. 👇
Nessun uomo, nessun artista nasce prodotto finito. Siamo tutti forgiati dal coraggio di chi ci ha preceduti, siamo tutti la somma sbagliata delle persone che amiamo, che ascoltiamo, che leggiamo. 👇
Viva Achille Lauro, me lo tatuo sullo zigomo. Viva la sua faccia di cazzo. Lui sa perfettamente che cosa sta facendo. Chi lo giudica no. 🔚 
