Chiudere le scuole è utile a contrastare la diffusione della #COVID19, adesso che abbiamo imparato le misure essenziali per contenere il contagio?
Ancora non possiamo saperlo con certezza, ma le prime evidenze empiriche suggeriscono di NO.
[thread 👇]
1/
In un lavoro appena pubblicato nella collana dei discussion papers @iza_bonn, non ancora sottoposto a peer review, @IngoIsphording, Marc Lipfert e @NPestel83 hanno stimato l'effetto della riapertura delle scuole in Germania.
Gli autori hanno approfittato del fatto che i lander iniziano l'anno scolastico in date diverse per stimare l'impatto della riapertura sulla diffusione della #COVID19, a parità di spostamenti misurati tramite la geolocalizzazione degli smartphone e i Google Mobility Data.
3/
Gli stati in cui le scuole non erano ancora state riaperte al momento dell'analisi empirica hanno funzionato da gruppo di controllo.
Gli autori, non trovano alcun effetto positivo della riapertura delle scuole sui contagi.
Invece...
4/
Le stime suggeriscono che l'effetto della riapertura delle scuole è stato negativo. Secondo gli autori, anziché accelerare l'epidemia, la riapertura potrebbe aver contribuito a contenerla.
5/
Tre settimane dopo la riapertura, i contagi sono diminuiti di 0,55 casi ogni 100K abitanti (il 27% di una deviazione standard). L'effetto riguarda soprattutto i pazienti fino a 34 anni. Per gli over 60 non si riscontra alcun effetto statisticamente significativo.
6/
Perché?
Gli autori suggeriscono 3 meccanismi:
1) Le scuole hanno riaperto in condizioni molto diverse da quelle in cui erano state chiuse. L'uso delle mascherine è obbligatorio, le classi sono rigorosamente separate e gli studenti e gli insegnanti distanziati.
7/
Senza l'adozione di misure di sicurezza, la scuola può causare un aumento delle malattie similinfluenzali, come mostrato da Adda in questo paper del 2016. Ma maschere e distanziamento possono neutralizzare il problema, se ben implementati.
2) L'individuazione dei casi positivi tra studenti e insegnanti comporta il rapido isolamento dei loro contatti, consentendo di interrompere catene di contagio che, senza il monitoraggio operato attraverso la scuola, non sarebbero state interrotte.
9/
3) La riapertura delle scuole ha provocato un drastico cambiamento nel comportamento dei genitori, che sono diventati più prudenti.
10/
Con le scuole aperte contagiarsi ha un costo più alto, perché comporta l'esclusione dei figli dalle classi e la perdita di ore di apprendimento e di lavoro (per i genitori). Anche contrarre una semplice influenza è più costoso, perché obbliga all'isolamento fino al tampone.
11/
Chiaramente, tutto dipende dalla capacità della scuola di garantire la didattica in sicurezza e del sistema sanitario di garantire rapidamente testing, contact tracing e trattamento dei pazienti in isolamento. E dal senso di responsabilità di studenti e genitori.
12/
Quanto all'effetto perverso della chiusura delle scuole su povertà e disuguaglianze, è ben noto. Non voglio allungare troppo il thread e qui mi limito a suggerire la lettura di questo paper di Nicola Fuchs-Schundel e colleghi: nber.org/papers/w27773.
13/
Quindi: chiudere le scuole non necessariamente aiuta. Anzi può peggiorare l'epidemia nel breve periodo e la povertà e le disuguaglianze nel lungo. Meglio chiudere altre attività, potenziare i trasporti, indossare le mascherine e tenere comportamenti prudenti.
14/
No. Sono morte decine di migliaia di persone e ci siamo ancora dentro.
Andrà meglio?
Non lo sappiamo. Dipende.
Lo scenario peggiore è sempre preoccupante (si vedano le aree in rosso), ma possiamo evitarlo.
Thread 👇
1/
Il team di ricercatori sulle malattie infettive dell'Imperial College di Londra, @MRC_Outbreak, ha diffuso ieri le sue stime sull'evoluzione dell'epidemia in Italia dopo il rilassamento del #lockdown: bit.ly/3c8gcsM.
2/
Anzitutto, il lavoro stima la relazione tra la variazione della mobilità (indicatore dell'attuazione delle restrizioni, misurato mediante i Google Mobility Data: tiny.cc/vpmfoz) e quella del tasso di riproduzione dell'infezione (l'ormai famoso R).
3/
"I parchi aperti sono una concessione che ci viene fatta dal presidente del consiglio. Ma dobbiamo meritarcela davvero" (la sindaca di Roma).
"Noi abbiamo fatto al meglio la nostra parte, da lunedì tocca davvero a voi" (il commissario straordinario per l'emergenza).
1/
Due perle di comunicazione nel giorno in cui il governo ci stordisce con la storia dei "congiunti". Molti l'hanno vista come un segno di autoritarismo: lo Stato etico che stabilisce *chi* è davvero importante per noi, anziché spiegarci *come* dobbiamo incontrare chi ci pare.
2/
Ma è (anche) l'ennesimo segno di una comunicazione istituzionale sistematicamente orientata a scaricare la responsabilità della crisi lontano dal governo.
Non sappiamo che pesci pigliare, perciò vedetevela voi.
3/
C'è bisogno di un piano. Per la scuola, la sanità decentrata, il contact tracing, i test a campione? No, per le messe. Mentre il Papa esorta i fedeli alla prudenza e alla pazienza, i ministri di un governo inadeguato dalla testa ai piedi invocano decisioni pericolose.
Siamo in grado di garantire il distanziamento sociale in chiesa? Appena fuori dalla chiesa, le persone avranno l'accortezza di rispettare ancora le distanze?
2/
Naturalmente la stessa preoccupazione vale anche per la scuola, ma: 1) Le chiese sono frequentate dai più vulnerabili. 2) Le scuole riguardano un'attività *indispensabile* non solo per il benessere di una generazione ma anche per il presente e il futuro dell'intero paese.
3/
Nessun progetto per la scuola, la sanità e l'assistenza. Niente contact tracing digitale, né altri metodi per interrompere rapidamente le catene di contagio.
Nessun programma di testing coordinato tra le regioni, a campione o a tappeto o chissà.
1/8
Niente covid-hospitals dove isolare i pazienti, e zero programmi di assistenza sanitaria e sociale sul territorio.
Nessun sostegno ai genitori che devono tornare al lavoro e ai bambini che non si saprà più dove parcheggiare.
2/8
Non siamo in condizioni migliori di quelle che ci hanno fatto chiudere, ma non possiamo stare ancora chiusi.
3/8
Leggete l'ultimo articolo "scientifico" di Tarro sul Covid-19: due paginette di pensierini privi di qualsiasi valore analitico, la cui parte più impegnativa è una menzione per le statistiche diffuse dall'ISS.
Il board della "rivista" si riserva di stabilire volta per volta, privatamente, l'Article Publication Charge (APC). È un modo per nascondere la natura predatoria della "rivista". Mettere in bella evidenza il prezzo per la pubblicazione darebbe nell'occhio.