Thread by @MariuzzoAndrea

"If an unfriendly foreign power had attempted to impose on America the mediocre educational performance that exists today, we might well have viewed it as an act of war." (A Nation at Risk, 1983)
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Il documento, redatto da una commissione nazionale sull'educazione nominata dall'amministrazione Reagan, registrava un calo delle performance frutto più del luogo comune che di dati reali mai presentati, e apriva la strada a riforme ancora oggi controverse...

...sfociate nel classico dirigismo usato dai liberali per forzare la realtà a comportarsi come dovrebbe secondo l'azione della mano invisibile del No Child Left Behind, prodotto di un'altra amministrazione repubblicana (Bush jr) ma con consenso bipartisan che ne garantirà durata

Di fatto cos'era successo? Il punto di partenza era la consatazione di un generale calo nel rendimento degli studenti alla fine delle scuole superiori nei test che misuravano la preparazione nelle competenze di base (comprensione del testo, conoscenze matematiche e scientifiche)

Ora, il calo c'era, ma prima di strapparci i capelli per l'effettiva fiducia nei confronti degli standardized tests che storicamente caratterizza la scuola americana (fiducia che ha radici culturali e istituzionali di cui un giorno magari parlerò...

...chiariamo che quei dati statistici, secondo alcuni riconteggi degli anni successivi, portavano a un paradosso di Simpson, perché se in generale c'era un calo le diverse componenti etniche e sociali tendevano invece tutte a salire o (per i bianchi benestanti) a restare uguali

Cosa succedeva, dunque? Che semplicemente stavano aumentando in modo molto evidente i ragazzi e le ragazze di minoranze etniche e/o di condizioni sociali subalterne che studiavano più a lungo e puntavano al college

Gli anni '80, insomma, coglievano i risultati delle sentenze desegregazioniste della Corte suprema degli anni '60 e del compulsory busing degli anni '70, solo che quei problemi non erano più in testa all'agenda dell'era Reagan e nessuno se ne accorgeva

Dai risultati dei test SAT poté così partire un'azione di riforma dapprima timida, poi sempre più decisa, che nelle parole d'ordine ricordava alcune polemiche di un quarto di secolo prima, di quando nel 1957 il lancio dello Sputnik aveva generato il panico sulla scuola USA

Allora come nel 1983 la colpa venne data al lassismo della formazione secondaria americana, ai corsi scolastici troppo semplici, all'eccessiva libertà di scelta che spesso portava a non affrontare col dovuto livello di approfondimento le materie "serie"

In una parola a quella tradizione che in qualche modo (e non sempre con piena consapevolezza) si richiamava a Dewey e alla sua idea che la scuola dovesse preparare alla vita e ad ogni suo aspetto, e non esserne separata

Anche a fine anni '50 partì un'offensiva alla scuola in nome del rigore selettivo e della maggiore difficoltà dei programmi di studio, offensiva che aveva il suo centro al Pentagono, visto che negli anni di Eisenhower le forze armate erano un gruppo di pressione potentissimo

Ma, come avrebbe detto Skowronek, i tempi per cambiare paradigmi non erano ancora maturi: a prevalere fu la limitata correzione di Bruner, e il modello di high school per tutti, capace di incorporare eccellenza e inclusione...
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...venne difeso da un repubblicano di ferro, l'ex presidente di Harvard James Conant, che in American High School Today chiariva come quel tipo di istituzione fosse necessaria per garantire l'accoglienza di tutti nel sistema di rapporti sociali che si intendeva conservare

Gli anni di Reagan erano un momento molto più maturo per mettere in soffitta un approccio all'ordine sociale in sostanza derivato dal New Deal, e per questo siè andati così a fondo senza trovare resistenze se non su singoli punti

Ora, con la crisi dei test standard messa a nudo dalla pandemia e il tema del debito studentesco in cima all'agenda, le cose sembrano mature per cambiare ancora, anche nella scuola e nell'università. Vedremo