La mia ultima inchiesta pubblicata su @ilmanifesto
#Libia. Il racconto di Maryam, Samira e Fatima: dai lager alle case di Tripoli, vendute come domestiche, violentate e ridotte alla fame. Prive dello status di rifugiate...
Il lavoro per scrivere questo pezzo è stato lungo e molto delicato.
Mi sono ritrovata immersa fino al collo in un orrore totale e totalmente inascoltato dal mondo.
(Soprattutto da quel mondo che viene pagato per ascoltare: mi riferisco a @Refugees e @ONUmigration )
Ora che so, ora che sapete, nascono domande:
- cosa si può fare per aiutare queste donne?
- perché l'Italia (finanziando la #cosiddettaguardiacostieralibica) continua a fornire schiavi ai libici?
Con questo articolo vi ho raccontato come TUTTE le autorità pagate per vigilare e aiutare rimangano invece MUTE e INERTI davanti alla riduzione in schiavitù di ragazzine.
Ciò è inaccettabile. Eppure TUTTI (anche quelli che si proclamano democratici) lo stanno accettando.
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Stasera voglio parlarvi della comunità #LGBT di rifugiati in #Libia...
Ma c'è un problema:
In Libia non ci sono comunità LGBT, perché è pericoloso solo pensare ad una cosa del genere.
Ci sono, però, molti rifugiati omosessuali.
(SEGUE)
Perché?
Perché in moltissimi paesi l'omosessualità è illegale. Si finisce in prigione, o peggio.
Così le persone scappano, cercando un luogo dove poter essere se stesse e vivere in pace. Dove poter amare senza essere considerati criminali ed essere condannati...
A morte, come accade in Mauritania, Pakistan, Afghanistan, Qatar, Emirati, Brunei (il Sudan ha eliminato la pena di morte per gli omosessuali solo 3 mesi fa), oppure alla prigione, come succede in 68 paesi su questa terra. Compresa la Libia.
Lo sapevate?
I #bambini che avete abbandonato in #Libia non vanno a scuola, non mangiano tutti i giorni, muoiono di malattie curabilissime e subiscono violenze di ogni tipo.
Ce ne sono tanti. Piccolissimi.
(THREAD)
Non scrivo molto nella chat delle mamme della classe di mia figlia. I problemi, lì, ormai mi sembrano quasi un dono.
Vorrei che i genitori dei bimbi in Libia avessero gli stessi problemi di supplenti che non arrivano e riunioni di classe.
Invece i genitori dei bimbi abbandonati dall'ONU in Libia hanno figli che moriranno a breve perché non c'è un chirurgo che li operi e che non parlano più dopo essere stati violentati a 9 anni.
Questo thread si intitola #SCARPE.
Ma non ha nulla di futile.
Liliana #Segre racconta che ad #Auschwitz i nazisti assegnavano ai prigionieri scarpe spaiate e di misure diverse. Sadismo. Si camminava nella neve con una scarpa con il tacco ad un piede ed uno stivale all'altro...
... oppure si doveva lavorare per 20 ore con due ciabatte diverse. Ma questa non è una foto del 1944. È stata scattata un mese fa, in #Libia.
La volete proprio sapere la storia di queste scarpe e del ragazzo che le ha indossate per più di un anno?
La storia inizia nel Mediterraneo, quando una motovedetta della #cosiddettaGuardiaCostieraLibica (pagata da noi italiani!) cattura un gommone di rifugiati.
Nel gommone c'è gente che ha tentato il mare già 5 volte. C'è anche il giovane Sebastian...
#Abdulwahab era uno scrittore, come me. Ma nato in Darfur.
Voleva vivere in un posto privo di guerre. Come vorremmo tutti.
Ieri è morto, nel Mediterraneo. Cercando di raggiungere un luogo dove poter scrivere in pace. Dove poter vivere in pace.
Assieme ad #Abdulwahab sono morte altre 44 persone.
5 erano #bambini. Nati sotto una guerra e morti sotto una guerra.
C'è Cris su questa barca. Lo conoscete, ha 16 anni ed è un anno che ve ne racconto la storia. È il mio fratellino e potrebbe morire.
Con lui ci sono altri 20 minori eritrei. Una barca di bambini in fuga dall'orrore.
Diffondete i nostri appelli, vi prego.
#Malta percepisce un mucchio di soldi per gestire una SAR enorme. Ma poi lascia affogare bambini con diritto di asilo in Europa.
Vi sembra normale?
Perché il Governo italiano le ha ceduto la sua zona SAR?
Tempo fa, Cris mi scrisse questo.
Cercavo di non farlo salire su una maledetta barca. Ci riuscii.
Ieri invece ci è salito, senza avvisarmi.
Adesso la possibilità che muoia mi distrugge.
Una barca di legno è stata appena salvata da #OceanViking.
Tra polemiche e luoghi comuni, gli italiani fanno un grave errore di fondo: non si chiedono CHI SONO queste persone.
A qualcuno non interessa, è vero, ma gli altri possono saperlo leggendo questo thread.
Il mio amico Cris, 16enne che fa parte degli #abbandonatiDaUNHCR, dalla Libia ha appena riconosciuto i suoi amici nella foto e mi sta raccontando le loro storie.
Userò tutti nomi di fantasia, ma le storie sono vere.
Karl era nel lager di Zawiya, quello per cui la Corte Penale dell'Aja ha emesso condanne verso i carcerieri, che torturavano, stupravano e uccidevano rifugiati.
UNHCR ha dato lui un numero, ma non lo ha evacuato né aiutato.
Sopravvissuto ad anni di inferno, ieri ha preso il mare