Una volta sgombrato il campo dall'idea che si sappia già cosa #Draghi intende fare nel breve termine sulla #scuola, butto lì qualche riflessione mia su cose di cui tener conto che ritengo imprescindibili
1) La pandemia ci ha messo davanti un universo di disuguaglianze e difficoltà di gestione enormi nel sistema scolastico senza che sia più possibile ignorarle, ma non le ha generate. Le aree e i settori sociali in cui la dispersione scolastica ha livelli indegni...
...per un paese sviluppato c'erano già prima, e se davvero, come sembra (e lo voglio credere, perché è proprio di una persona capace e intelligente quale è) #Draghi vuole mettere l'istruzione al centro bisogna ragionare su come intervenire su questi problemi strutturali
2) Certo, la situazione COVID ha ulteriormente complicato il quadro: ci sono scuole e ambiti in cui si è fatta didattica ottima, altre in cui ci sono stati grossi problemi che spesso si sono aggiunti a quelli preesistenti rendendo la situazione insostenibile, e anche...
...i diversi tipi di percorso scolastico non si sono mostrati tutti gestibili a distanza allo stesso modo. Per elaborare una politica di recupero è necessario SAPERE dove e quali sono le situazioni in cui è necessario prevedere interventi e integrazioni
3) Tutto questo va visto necessariamente in un'ottica di lungo periodo: chi oggi va a scuola è nel corso di un percorso di formazione che, se condotto a termine, dura quasi vent'anni, sia che si vada all'università, sia che si entri in un mondo del lavoro che richiede...
...qualificazione sempre maggiore anche per quelle figure che con un fare un po' sprezzante qualcuno vuole integrare con chi quella qualificazione non ha dalla sera alla mattina (ovviamente "h24"). I piani di recupero per un anno difficile possono e devono essere...
...progettati in questo lungo periodo, con le direttive e gli investimenti giusti 4) interventi immediati e non attentamente progettati e condivisi rischiano di essere controproducenti. Tenere aperte le scuole un mese in più, ad esempio, significa in un colpo solo...
...abbandonarsi alla tendenza populista del fare qualcosa purchessia per accontentare l'opinione pubblica rumoreggiante; fregarsene di chi in questo periodo ha ottenuto risultati e delle situazioni che si sono potute gestire meglio; dare ragione a chi considera...
...la didattica a distanza equivalente al nulla dopo che si sono obbligati docenti e studenti a farla; probabilmente lavarsi la coscienza con un provvedimento privo di effetti reali per non dover più pensare ai problemi più strutturali. Insomma, mi sembra...
...l'esatto contrario di quel che serve, e l'esatto contrario di quanto mi aspetto da chi ha detto seriamente di voler dare all'istruzione un valore strategico e di investimento di lungo periodo nella sua azione governativa. Vedremo
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Dunque, ricapitolando, sulla #scuola: 1) I giornali ci hanno venduto (o è stata venduta loro, su questo non mi pronuncio anche se ho qualche sospetto) come proposta AVANZATA da #Draghi una proposta che Draghi ha RICEVUTO (con interesse, spero) nelle #consultazioni
2) Della proposta A DRAGHI, certo fluida ma identificabile come un piano strategico di un certo respiro e comprensiva anche di un tentativo (che si può discutere) di individuare le carenze specifiche, è arrivata al pubblico solo l'idea di "prolungare l'anno scolastico di un mese"
3) Qualsiasi reazione a questo pasticcio comunicativo è derubricata ad autodifesa dei docenti che "non vogliono lavorare" (come se non avesselo lavorato tutto il tempo), e il tema del tempo a scuola è affrontata con la stessa concezione del lavoro come problema teorico...
Il #GiornodellaMemoria è commemorato a livello internazionale a seguito della risoluzione ONU del 2005. Vale la pena ricordare che noi italiani ci siamo arrivati 5 anni prima. Questa è la buona notizia...
La cattiva è che nel nostro caso la scelta del 27 gennaio ha scalzato altre proposte di rilevanza più chiaramente nazionale, come il 16 ottobre (rastrellamento del ghetto di Roma)
Questo perché, abbastanza chiaramente, si sono voluti spostare i contenuti da ricordare fuori dai confini nazionali ("che cattivi i nazisti che hanno fatto Auschwitz, LORO, mica noi!")
Lo scrivo una volta per tutte al servizio di tutti gli Scacciavillani all'ascolto (specie quelli senza Scaccia- ). Le elucubrazioni sul fascismo socialista, come quelle sul Salvini "comunista" di tempo fa, sono sbagliate in primo luogo perchè partono da una cattiva definizione
Vengo incontro alle vostre facoltà mentali partendo da un libretto di 100 pagine per leggere il quale, vi assicuro, non serve un Ph.D. in Economics, e che forse potevate leggervi da soli, visto che per queste cose è ancora molto utile
Cosa distingue destra e sinistra? Il FINE dei processi decisionali di valore collettivo che portati avanti in politica. Se fine è promuovere l'uguaglianza, ci si colloca a sinistra, se è promuovere la disuguaglianza (e voi sapete che ci possono essere ragioni per farlo), a destra
Sarebbe da riderci su se non fosse che non è la prima volta. C'è qualcosa in Barbero che, magari non del tutto coscientemente, distubra DuFer e qualcuno che gli sta attorno. Forse il fatto che riesca a dare dignità culturale a posizioni che si preferirebbero sostenute...
....più facile da delegittimare, e lo faccia con un impatto sul "grande" pubblico, senza particolari distinzioni e magari anche con posizioni diverse dalle sue, che altri si sognano. E questo a prescindere dal fatto che certi suoi giudizi a volte...
...siano troppo tagliati con l'accetta e meriterebbero di essere più articolati. Il linguaggio dei media è così, diretto chiaro e netto (e DuFer lo sa bene, visto che lo usa continuamente pur incazzandosi se altri lo usano meglio). Del resto...
Andreucci, per chiarire, e stato il mio relatore di laurea. La sua presa di distanze dal PCI da "migliorista" negli anni '80 e l'affare dei documenti togliattiani a Mosca in cui si è fatto coinvolgere nel '92 con leggerezza e con qualche ambizione politica di troppo sono note
Dico subito che non posso essere io a parlarne con obiettività, per il rapporto di familiarità e di affetto che mi lega a chi se ne è reso protagonista. Ma a me qui interessa riflettere su un'altra questione
Nella mia formazione, sotto la sua guida, ho conosciuto il PCI e il comunismo da una prospettiva critica, quella dei Kertzer, delle Kriegel, degli Hollander, finanche dei Courtois e dei Quagliariello (!!!). Non mi sono mai trovato con Zaslavski e Aga Rossi ma li ho letti e usati
Detto ciò che non è vero, cosa possiamo dire, dati alla mano, della relazione tra istruzione e lavoro?
Riassumo per punti supersintetici cosa è vero OGGI: 👇
Più si studia, più si trova lavoro. Magari non quello che si vuole e non quelli per cui ci si è specificamente formati, ma essersi formati a livello avanzato in qualcosa è comunque meglio che no
Più si è studiato, più è alto lo stipendio e maggiori sono le possibilità di carriera. In alcuni posti (l'Italia, ad es.) meno che altrove,ma il salto logico per cui fermarsi al diploma è una scelta più redditizia che continuare è frutto al meglio di un'illusione ottica