Sul Web, e parto da lontano.
Gli Europei sono convinti che sia stato Gutenberg nel 1455 ad inventare la stampa con i caratteri mobili, in realtà in Asia esisteva fin dal 1041, grazie all’inventore Bi Sheng.
Ma sapete quale libro fu stampato in più di 30.000 copie nei primi anni?
Il Malleus Maleficarum, che potremmo tradurre con “Il martello delle malefiche”, più comunemente chiamate “streghe”. In quel periodo il solo libro stampato di più è stata la Bibbia, sempre la stessa fonte quindi.
Fu il Papa Innocenzo VIII infatti a ispirare quel libro, con la bolla “Sumis Desiderantes Affectibus”, più o meno “desiderando con supremo ardore”.
Ardore, già.
Dal latino ‘ardor’: ardere, bruciare.
In questa bolla il Papa ordinò di sopprimere la stregoneria nelle valli del Reno, e nominò inquisitori i frati domenicani Kramer e Sprenger per estirpare il male.
I due frati furono gli autori del Malleus Maleficarum, e utilizzarono la bolla del Papa come introduzione al libro.
Il Malleus Maleficarum rimase per più di 200 anni il manuale più consultato dagli inquisitori che si occupavano di caccia alle streghe. Il libro è diviso in più parti: come riconoscere la stregoneria, la cattura, il processo, la detenzione e l’eliminazione fisica della strega.
Oltre alle migliaia di povere donne innocenti bruciate sui roghi, il Malleus Maleficarum ha prodotto un danno che si è protratto fino ai nostri giorni: ha fissato l’indissolubile legame tra stregoneria e sesso femminile.
La donna è il diavolo, la colpa è della donna tentatrice.
In quei 200 anni, ma anche successivamente, fra le donne più accusate di stregoneria c’erano le levatrici. A quei tempi un bambino su cinque moriva durante il parto o nel giro di un paio di giorni: denutrizione, freddo, malattie, e soprattutto infezioni.
Alcune di loro suggerivano rituali scaramantici, ma molto spesso usavano infusi di erbe per alleviare il dolore. E quando moriva un neonato, magari di una persona vicina alla Chiesa, la poverina veniva incolpata di aver venduto l’anima del nascituro al diavolo.
Nel Malleus Maleficarum le sage-femmes (le levatrici) erano un nemico poiché la religione cura con la parola, le sage-femmes con sostanze reali che potevano lenire i dolori.
E, tra il parroco e la levatrice, la partoriente a chi chiedeva aiuto?
Al demonio.
La morte per stregoneria della levatrice offriva ai genitori uno strumento di vendetta, ma anche di espiazione del peccato per essere ricorsi alle sage-femmes.
Le levatrici erano quindi chiamate ad aiutare, ma anche accusate.
Erano necessarie, ma temute.
La paura del demonio, nata dalla mente di misogini e sadici, costò la vita a decine di migliaia di donne.
Il Malleus Maleficarum cancellò per più di due secoli l’uso del pensiero razionale, portando generazioni intere ad agire solo in funzione di quello che c’era al suo interno.
Commento: quanto assomigliano certi blog del web ad una forma moderna del Malleum Maleficarum?
QAnon tanto per dirne uno, o il blog di Grillo contro i vaccini e Big-Pharma, o i siti frequentati dai neofascisti di CasaPound e FN.
Lista lunga.
E cervelli spenti anche oggi.
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Kathryn Howard.
Vi dice qualcosa il mio nome?
Non credo, è passato troppo tempo dal 13 Gennaio del 1542.
E poi sono passata alla storia come “la quinta moglie”. Ben sei ne ha avute mio marito, una delle tante quindi.
Ma di chi? Di Enrico VIII naturalmente, re d’Inghilterra. 🔽
Persi la mamma all’età di nove anni e crebbi con la zia, nella campagna del Sussex. Già a tredici anni la zia mi trovò che stavo baciando il mio maestro di musica, e lo cacciò via. Poi ebbi una relazione con Francis Dereham, un gentiluomo del posto, che voleva sposarmi. 🔽
La zia però aveva altri progetti per me: fui presentata a Corte e diventai damigella d’onore della regina Anna di Clèves, la quarta moglie del re.
Non ero bella, ma ero giovane e fresca, e così il re non ci mise molto ad innamorarsi di me e a ripudiare la moglie. 🔽
Perché? Perché tutto questo?
Fino a poco tempo fa eravamo felici, mentre adesso tutto è cambiato.
Si, c’erano i tedeschi, i fascisti, i partigiani rossi.
E come in tutte le guerre c’erano morti, massacri, vendette, esecuzioni sommarie. E le foibe.
Tutte le guerre sono così. 🔽
Ma le guerre finiscono, la nostra invece non finì nel 1945.
Eravamo italiani, l’Italia era la nostra Patria: lingua, tradizioni, cultura, tutto.
Ma qualcuno nel 1947 ha detto che non possiamo più stare qui, dobbiamo mollare tutto ed andarcene.
Ed in fretta.🔽
La mia era una famiglia fortunata, avevamo una bella casa, ed anche il panificio del paese, l’unico.
Non giravano molti soldi a causa della guerra, ma c’era il baratto.
Ad esempio 1Kg di pane valeva 1 lt. di vino, oppure 1Kg. di pesce.
Non mancava mai il cibo in casa.🔽
Rinfreschiamo un po’ la memoria.
Nel 1927, usciva la bozza del codice Rocco e l’articolo 528 prevedeva per i “colpevoli di relazioni omosessuali” la detenzione fino a tre anni.
Nella promulgazione del 1930 Mussolini tagliò questo articolo.
Come mai?
“La previsione di questo reato non è affatto necessaria perché per fortuna e ORGOGLIO dell’Italia il VIZIO abominevole non è così diffuso tra noi da giustificare l’intervento del legislatore”.
In pratica negava che gli omosessuali fossero numerosi, non esistevano.
Ma la Commissione precisò che “nei congrui casi può ricorrere l’applicazione delle più severe sanzioni relative ai diritti di violenza carnale, corruzione di minorenni o offesa al pudore”.
In pratica Non esistevano ma se ci fossero stati li potevano punire.
In Israele c’è un grande memoriale, in cui ha sede l’Ente Nazionale per la Memoria della Shoah.
Un giardino interno è dedicato ad “Un Giusto”, il nome riservato a chi si è distinto per salvare gli Ebrei durante l’Olocausto.
Ma non è una persona, è un paese: Chambon-sur-Lignon.
È un piccolo paesino dell’Alta Loira, nel Sud della Francia.
Ai tempi della seconda guerra mondiale era abitato per lo più dai Protestanti, i cui fedeli hanno subito per secoli le persecuzioni della Chiesa Cattolica francese.
Oggi è un piccolo paradiso immerso nel verde.
Così invece era ai tempi dell’occupazione nazista in Francia.
Perché è finito fra i “Giusti”?
Posso raccontarvelo io, Eric Schwam.
I suoi abitanti hanno salvato la vita a moltissimi ebrei, sicuramente più di 2.500. Qualcuno dice 3.000 o più.
Ed io sono fra questi.
“Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti”, e io avevo tanta voglia di rivederla: da quando eravamo arrivati ad Auschwitz non l’avevo più abbracciata.
Così fui uno dei primi a muovermi, quel signore in camice bianco sembrava così educato.
Si chiamava Josef Mengele.
Fummo in una ventina ad essere selezionati: c’ero io, Sergio De Simone, ed altri ragazzi fra i 12 e 15 anni, dieci maschi e dieci femmine.
Ma non ci portarono a trovare le nostre mamme, no.
Quel signore non fu molto buono con noi.
Facevamo spesso 1 km e mezzo a piedi per andare nel suo ambulatorio, che non era riscaldato. Aspettavamo nudi anche quindici minuti finché non ci veniva fatta una radiografia. E avevamo la tosse, la febbre, persino la polmonite.
Eravamo appena andati a dare il cambio al cambio al IIº battaglione del 154º di fanteria e alla 259ª compagnia di Alpini, io ero il capitano Giampietro Rossi, a comando del Iº battaglione del 219º di fanteria, la brigata Sele.
Qui sotto le cartoline che mandavamo ai nostri cari
Ero contento perché dal fronte del Piave mi avevano trasferito sul Monte Cimone, tornavo su una cima che sta proprio sopra Arsiero, il paese dove sono nato.
1.230 metri, sull’ultima linea di difesa della pianura padana: lì stavamo impedendo la discesa a valle degli austriaci.
Il monte non era più lo stesso: trincee dappertutto, la cima era stata conquistata dagli austriaci il 25 Maggio del 1916 e riconquistata da noi italiani il 23 Luglio.
Quanto sangue versato da ambo le parti, una tragedia che ha poi accomunato tutte le montagne vicine.