1/ Torniamo alla fisica dell’atmosfera. Abbiamo visto il contributo all’effetto serra da vapore acqueo, metano (CH4) e protossido di azoto (N2O). Continuiamo esaminando il Cloro-fluoro-carburi (CFC), esafluoruro di zolfo (SF6), ozono (O3) e particolati.

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2/ L’importanza dei cloro-fluoro-carburi (CFC) è dovuta al fatto che le vibrazioni di stiramento di legame C–F e C–Cl cadono nella regione finestra del vapore acqueo e all’efficienza di assorbimento di queste bande IR che è molto elevata.
3/ Queste sostanze (come CFCl3 e CF2Cl2) hanno tempi di permanenza nell’aria lunghi, per cui una molecola di CFC equivale, ai fini dell’effetto serra, a una decina di migliaia di molecole di anidride carbonica. Nonostante ciò l’effetto serra dei CFC è modesto.
4/ Ci sono effetti contrastanti: nella troposfera i CFC assorbono radiazione uscente e contribuiscono al riscaldamento. Nella stratosfera distruggono parte dell’ozono lì presente e quindi causano un minore assorbimento di radiazione UV con un raffreddamento ad alta quota.
5/ La radiazione UV passante è assorbita dalla Terra per cui la diminuzione di ozono provoca un aumento di temperatura alla superficie. Il bilancio totale di tutti questi tre effetti dei CFC, sembra conduca a un modesto riscaldamento.
6/ L’influenza dei CFC diminuisce nel tempo grazie al protocollo di Montreal che ne ha bandito la produzione a partire dal 1995 nei paesi sviluppati. La maggior parte dei sostituti proposti come gas refrigeranti non hanno bande di assorbimento nella regione finestra.
7/ I sostituti dei CFC hanno tempi di permanenza in atmosfera più bassi e non distruggono l’ozono nella stratosfera. La maggior parte dei sostituti (HCFC e HFC) assorbe con minore efficienza nella regione finestra per cui dovrebbe avere un effetto serra molto più moderato.
8/ Rimane comunque necessario limitare le emissioni anche dei gas HCFC e HFC in quanto si tratta in ogni caso di gas serra, anche se meno efficienti nel contribuire al riscaldamento globale.
9/L’esafloruro di zolfo è poco conosciuto ma merita attenzione per la sua grande capacità di assorbire radiazioni IR, 24000 volte quella della CO2 e un ciclo vitale in atmosfera molto lungo, circa 3200 anni.
10/ La sua concentrazione attuale è ancora bassa 7 ppt ( parti per trilione) per cui attualmente il suo contributo è praticamente trascurabile. Le emissioni antropiche sono legate al suo impiego industriale come gas isolante in apparecchiature elettriche.
11/ In passato veniva liberato direttamente in aria. Ora grazie ai protocolli internazionali, viene per lo più riciclato ma nonostante ciò negli ultimi anni si è registrato un aumento percentuale considerevole, che suggerisce quanto meno di monitorare la sua quantità nell’aria
12/ L’ozono è un gas naturale in grado di produrre effetto serra. La sua permanenza nella troposfera è decisamente breve, mentre gioca un ruolo molto importante nella stratosfera ai fini dell’assorbimento delle radiazioni ultraviolette.
13/ L’ozono assorbe intorno a 9000-10000 nm. Un’altra banda dell’ozono si trova a 14000 nm, ma poiché si sovrappone a una banda del biossido di carbonio, che si trova in quantità molto maggiore, l’effetto serra dell’ozono in questa regione è piuttosto piccolo.
14/ Le sorgenti di ozono sono centrali elettriche, i veicoli a motore e gli incendi per cui anche l’ozono viene prodotto da attività umane: si stima approssimativamente che circa il 10% del riscaldamento globale sia dovuto all’aumento della quantità di ozono troposferico.
15/ Per particolato si intendono aggregati di molecole di vario tipo come cristalli di ghiaccio, particelle da eruzioni vulcaniche, o particelle prodotte da processi industriali (aerosol da solfato). Il loro effetto sul riscaldamento globale è stato poco considerato.
16/ Gli aerosol compensano parte dell’aumento di temperatura che si avrebbe avuto a causa dell’aumento dei gas serra. L’effetto principale è dovuto alle loro proprietà di riflettere la luce solare per cui aumentano l’albedo ( la riflessione della luce solare nello spazio).
17/ Le particelle di dimensioni più grandi hanno anche un effetto serra nel senso che assorbono e riflettono anche la radiazione terrestre. La capacità di assorbire e riflettere la luce solare cambia anche a seconda del tipo di aerosol.
18/ Le particelle di fuliggine (nerofumo) assorbono la radiazione solare, per cui contribuiscono al riscaldamento dell’aria. Gli aerosol di solfato, da combustione del carbone non assorbono radiazione, riflettono la luce solare per cui contribuiscono ed aumentano l’albedo.
19/ In diverse regioni industrializzate dove c’è una notevole produzione di aerosol di origine antropica si è osservato un effetto globale di raffreddamento per cui sembra prevalere l’effetto sull’albedo rispetto all’effetto serra.
20/ Le osservazioni sull’eruzione del vulcano Pinatubo nelle Filippine del 1991 sono significative per l’effetto del particolato di origine vulcanica molto ricco di zolfo: dopo poco tempo dall’eruzione si osservò un innalzamento della temperatura.
21/ Dopo l’eruzione l’effetto riscaldante è dovuto alle particelle di grandi dimensioni, che assorbendo la luce solare la riemettevano come in energia termica. Successivamente le particelle più grandi si depositano al suolo più rapidamente di quelle piccole.
22/ Dopo alcuni mesi la composizione dell’atmosfera nei dintorni del vulcano cambia. Le particelle piccole di cui l’atmosfera era ancora ricca aumentarono significativamente l’albedo, per cui si osservò un certo raffreddamento locale.
23/ Negli anni 1992 - 93 si osservò una diminuzione della crescita della temperatura media terrestre e alcune estati fredde in America nel nord sono state messe in relazione con l’eruzione, per cui si sono avuti anche degli effetti globali e non solo locali.
24/ L’aerosol da solfato scaturisce dalle emissioni di biossido di zolfo SO2 prodotte dalla combustione soprattutto di carbone. L’ossido di zolfo si unisce al vapore acqueo atmosferico a formare particelle dell’ordine del millesimo di millimetro.
25/ Queste particelle riflettono la luce solare e contribuiscono al raffreddamento globale e contrastano l’effetto serra. Sono per lo più presenti nell’emisfero nord ed hanno una vita media atmosferica solo di qualche giorno a causa sia della gravità che delle piogge.
26/ Quindi gli effetti sulla temperatura sono principalmente a livello locale. Per esempio, si è osservata una recente diminuzione di temperatura nella Cina a causa delle forti emissioni di SO2 dalla combustione del carbone.
27/ Non è chiaro come evolveranno le emissioni di SO2 negli anni a venire: nell’America settentrionale ed Europa le emissioni vengono tendenzialmente abbattute per contrastare le piogge acide ma in Asia sono in costante aumento.

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23 Feb
Come promesso, riprendo il thread di ieri sull’equazione di #Dirac 👇🏻👇🏻👇🏻
26/ L’ equazione di Dirac rispettava invece i principi fondamentali della teoria quantistica. In particolare, ”Lo stato iniziale di un sistema, determina completamente lo stato dello stesso in un istante successivo”.
27/ Questo significava che l’ equazione d’onda doveva essere un’equazione di differenziale di primo ordine nel tempo: in tal modo, la funzione d’ onda in un qualsiasi istante determinava la funzione d’ onda in un istante successivo.
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22 Feb
1/ All’inizio del XX secolo, c’erano solo due piccole “nubi”, come le chiamava Lord Kelvin (William Thomson) all’orizzonte della fisica. L’incoerenza tra meccanica newtoniana e l’elettromagnetismo di Maxwell e la strana forma dello spettro della radiazione da corpo nero.
2/ Tuttavia le nubi si rivelarono tutt’altro che semplici da dissipare: la prima richiese l’introduzione relatività ristretta da parte di Albert Einstein mentre la seconda portò alla formulazione della meccanica quantistica grazie a Max Planck.
3/ Il lavoro di Planck sulla radiazione di corpo nero segna l’inizio della fisica quantistica e apparve nel 1900. Nel 1905 Einstein pubblicò la teoria speciale della relatività . Contemporaneamente spiegò l’effetto fotoelettrico applicando la teoria quantistica alla luce.
Read 26 tweets
20 Feb
1/ Di che colore è il tramonto su #Marte? L’atmosfera terrestre è più spessa e densa di a quella marziana quindi la maggior parte della diffusione atmosferica si verifica quando la luce del sole colpisce le molecole d'aria (la foto è mia ed è stata scattata sulla Terra 🙂) 👇👇👇
2/ La diffusione di Rayleigh governa la dispersione della luce sulla Terra: la probabilità è maggiore quando la lunghezza d'onda del fotone è confrontabile con le dimensioni della molecola su cui incide. Inoltre la diffusione avviene in tutto l’angolo solido (tutte le direzioni).
3/ Quindi quando il sole è alto nel cielo, lunghezze d'onda corrispondenti al rosso (che sono le più lunghe nello spettro visibile) non si diffondono molto mentre le lunghezze d'onda blu (che sono le più corte) tendono a diffondersi con grande probabilità.
Read 12 tweets
11 Feb
1/ Dopo l’acqua e il biossido di carbonio, il metano (CH4) è il terzo gas per importanza nei riguardi dell’effetto serra. Il metano è una molecola composta da 5 atomi quindi presenta molte possibilità di vibrazioni molecolari.
2/ Gli stiramenti dei legami C–H cadono intorno alla lunghezza d’onda dei 3000 nm. In questa regione assorbe anche il vapore acqueo che si trova in maggiore quantità quindi non hanno grande rilevanza per l’effetto serra.
3/ Le vibrazioni di flessione variano l’angolo H–C–H e cadono intorno ai 7700 nm, all’estremità della finestra dell’acqua e, anche per l’elevata intensità di assorbimento, risultano importanti per l’effetto serra.
Read 26 tweets
6 Feb
1/ Il contributo dell’effetto serra su temperatura del pianeta si apprezza facendo il bilancio energetico della Terra espresso in W/m2. Dividiamo l’intensità I0=1370 W/m2 per 4/come se zone illuminate e ombra parziale e totale assorbissero una radiazione solare di 342 W/m2. 👇👇
2/ Dei 342 W/m2 di radiazione solare, 235 W sono effettivamente assorbiti mentre gli altri 107 sono riflessi nello spazio. Questa frazione, 107/342≈0.3, corrisponde all’albedo. L’atmosfera gioca un ruolo cruciale nel ridurre la quantità di radiazione che arriva alla superficie.
3/ 77 W/m2 (il 22%) sono riflessi nello spazio e non contribuiscono al riscaldamento della Terra che a sua volta emette 390 W/m2 di radiazione IR. Di questa 40 W/m2 sfuggono nello spazio e gli altri 350 vengono assorbiti o riflessi dalle nubi, aerosol e gas.
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30 Jan
1/ A parte una piccola quantità che arriva dall’attività geologica, l’energia ricevuta dalla superficie della Terra viene dal Sole trasportata dalla radiazione elettromagnetica composta per circa 43% di luce visibile, un 5% di ultravioletto e il resto (52%) infrarosso. 👇👇👇
2/ Alla distanza Terra-Sole l’energia che arriva è di circa 1370 W/m2 (costante solare I0). Questo valore non è costante e varia leggermente in relazione alle macchie solari. Le variazioni sono circa l’1 per mille per il visibile e nell’IR; con maggiori variazioni nell'UV.
3/ La quasi totale scomparsa delle macchie solari tra i secc. XVII- XVIII coincise con un periodo di clima più freddo del presente (Piccola Era Glaciale). Buona parte del flusso di energia attraversa l'alta atmosfera e viene assorbito negli strati più bassi e poi dal suolo.
Read 34 tweets

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