Il @Corriere spara in prima pagina un evergreen delle cazzate: “la crisi della globalizzazione” dagli anni ‘90 fino al colpo di grazia della pandemia.
Fake news: il rapporto Trade/GDP è tornato ai massimi storici, ed è passato da meno del 40% a oltre il 60%.
L’articolo è un florilegio di falsità e luoghi comuni. EGDL parla di un inesistente “assioma del libero scambio”. UE e USA hanno criteri molto stringenti su qualità, tracciabilità e sicurezza dei beni. Proprio quella “burocrazia” che viene loro imputata dai sovranisti ignoranti.
EGDL attribuisce al “libero scambio” il difetto di essere un sistema “a somma zero”, ovvero di determinare la crescita di alcuni paesi a scapito della decrescita di altri. Al contrario, è il protezionismo dei sovranisti a essere un gioco a somma negativa, che distrugge ricchezza.
Se poi vogliamo riferirci all’Italia, la globalizzazione è ciò che sta tenendo economicamente a galla il Paese grazie alla competitività delle nostre esportazioni, che hanno reagito alla pandemia molto meglio del mercato interno. E per fortuna gli scambi continuano a crescere.
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Con grande sconcerto, i principali politici europei hanno scoperto che i vaccini non garantiscono l’immortalità.
In compenso, l’impreparazione di chi non ha saputo o voluto educare preventivamente i cittadini ai principi scientifici della farmacovigilanza continua a uccidere.
Da mesi le voci più razionali invocavano una campagna di educazione alla vaccinazione di massa. Per politici, cittadini e operatori dell’informazione.
Le ultime vicende sono la drammatica prova dei danni provocati da ignoranza, pregiudizi e da ruoli istituzionali inadeguati.
Ho sperimentato personalmente la drammatica inadeguatezza - e spesso la deliberata omissione - del precedente Governo sui basilari principi di trasparenza ed educazione dei cittadini su come affrontare una pandemia e una campagna vaccinale. Non abbiamo fatto molti passi avanti.
Cominciamo con l'analisi del metodo. Il discorso è strutturato con una retorica che parte dall'esposizione di alcuni dati empirici, ne propone una valutazione politica e successivamente ne deriva un intervento dell'esecutivo.
L'esposizione di dati in valore assoluto, senza normalizzazione né comparazione, e su una base temporale ristretta, non è metodologicamente corretta e non consente alcuna deduzione logica, che invece viene proposta come indispensabile ("questi dati ci impongono").
Non chiamatelo “tecnico”, per favore. L’incarico a Draghi è quintessenza della responsabilità istituzionale. L’agenda è chiara: gestire l’emergenza sanitaria ed economico-sociale; fare le riforme per riallinearci alla UE; impostare razionalmente il PNRR. wallstreetitalia.com/video/linterve…
Non si tratta di un’agenda straordinaria e specifica per l’Italia: questi stessi tre punti sono nei programmi di tutti gli altri governi europei. Proprio qui emerge la profonda differenza di contesto e di momento storico rispetto alle altre esperienze di “governo del Presidente”.
Con Amato e Dini, per le tensioni sulla lira, e con Monti, per la crisi dello spread, l’Italia era sorvegliato speciale d’Europa, oggetto di “shock asimmetrico”, ovvero una difficoltà specifica ed endogena del Paese, che non coinvolgeva nella stessa misura gli altri Stati membri.
La costruzione retorica dell’intervento di Mattarella è un’abile operazione didascalica.
Prima celebra la centralità democratica delle elezioni. Poi ne demolisce pezzo per pezzo la fattibilità pratica.
Più che un’indicazione istituzionale, la comunicazione di Mattarella è una lezione di retorica linguistica che sottende una lucida leadership politica. Altra scuola, altra classe.
Letizia #Moratti ha gettato - maldestramente - il sasso in uno stagno di ipocriti.
Da mesi scienziati e comitati etici discutono sui criteri di distribuzione dei vaccini. Se c’è un fatto certo, è che essi, a livello globale, sono stati finora allocati in base al... #PIL. /1
A livello subnazionale, invece, i criteri di distribuzione sono stati finora diversi. L’Italia, diversamente dalla Germania che ha vaccinato in maggioranza anziani, ha privilegiato criteri di esternalità e di organizzazione, dando priorità al personale sanitario. Chi ha ragione?
In termini di massimizzazione del social welfare, l’Italia ha fatto una scelta più razionale. Vaccinare prima i sanitari infatti, preserva il funzionamento di un’organizzazione utile alla società, con effetti esponenziali sulla preservazione di vite umane ed economia nazionale.
Vorrei riprendere l’argomento dell’ottimo @giudefilippi per capire che ne pensate.
In democrazia rappresentativa, quando è razionale giudicare positivamente le dichiarazioni -in spregio al principio di non contraddizione- di politici, solo perché convergono con le proprie idee?
Ci sono casi in cui è perfettamente razionale rallegrarsi del voto favorevole di chi ieri era nemico dichiarato e oggi si dice d’accordo: singoli atti legislativi, norme costituzionali, scelte internazionali a difesa dell’interesse nazionale. Qui vale il voto, più che l’idea.
Sono casi in cui non è necessario indagare sull’eziologia, ma basta accettare opportunisticamente la fenomenologia dell’atto politico. Nessuna verifica di coerenza né richiesta di spiegazioni è necessaria, e nemmeno opportuna. Gli incentivi reciproci convergono come nel mercato.