"A me, mio padre, mi era simpatico, anche se mi faceva alzare presto. La mattina apriva tutte le finestre, anche a meno dieci gradi. Non amava il buio. Mi svegliava con ordini gutturali: Achtung, gema, raus, auf.
E ogni tanto gli scappava un po' di tedesco: spazieren, Essen, Kartoffel, Brot, Abort... che significa ‘latrina’. L’aveva imparato a Ebensee, ed era una lingua brutta, fatta di abbai e ordini, perfetta per svegliare un adolescente.
Mio padre mi era simpatico, ma la mattina alle 6 quando mi urlava addosso in tedesco, mi urtava. Soprattutto la domenica, quando in teoria si può dormire, e lui mi svegliava lo stesso, o il #25aprile che mi svegliava per portare corone d’alloro ai cippi di via Sette Martiri.
E adesso, che il #25aprile mattina potrei dormire, mi alzo, in preda ai sensi di colpa.
Cosa è successo?
Che son diventato padre.
Inseguendo mia figlia in una rapida azione suicida – di quelle che i figli fanno spesso, credendosi immortali, finché hanno i genitori che li inseguono – ho capito perché in veneto i figli si chiamano vissere.
‘Viscere’, da quell’improvviso senso di vuoto alla bocca dello stomaco, uno sfarfallio del cuore, mentre mia figlia tentava di lanciarsi dall’argine verso il canale scaricatore che già ribolliva di nutrie assassine.
Le viscere sono dove risiedono i tuoi e, anche se se ne sono andati, una parte di loro ti resta dentro; mio padre nel cuore, nel thumos possente. Sono cose fisiche che non hanno voce, oggi gli studiosi dicono: il DNA.
È per questo che è difficile raccontare tuo padre. Soprattutto le cose che lui non voleva raccontare: la guerra, la prigionia. È per questo forse che noi, oggi, abbiamo problemi con la storia recente: coi fassisti e i #partigiani, i cauboi e gli indiani, gli Achei e i Troiani.
Forse ha parlato troppo chi non doveva parlare, o non aveva tanti titoli per parlare. E chi invece avrebbe potuto (avrebbe dovuto) non se l’è sentita, è stato zitto.
Forse."
"Perché non ho ricevuto il Premio Nobel per le mie scoperte? Una lunga storia. Storia di misoginia, di avversione verso il lavoro di noi donne. Iniziata fin dai 16 anni, quando dissi a mio padre che da grande avrei voluto fare una cosa sola: la scienziata. #WomeninScienceDay 1/7
Per questo mi ero iscritta al Newnham College di Cambridge. Mio padre non la prese bene.
Le donne, secondo lui, potevano al massimo dedicarsi alle opere di beneficenza. Che volete fare, nel 1936 era così. 2/7
Chi sono? Rosalind Elsie Franklin, anche se mi chiamavano “dark lady”, solo perché «all’età di 31 anni vestivo con la fantasia di un’occhialuta liceale».
Più volte mi fecero capire che una femminista non era gradita in quel laboratorio. Ma io non mi arresi. Mai. 3/7
Una bellissima notizia: è stata scarcerata ieri #LoujainAlhathloul, attivista per i diritti delle donne in #Arabia#Saudita. Era in prigione da più di mille giorni, colpevole di "aver minato la sicurezza e la stabilità del regno e dell'unità nazionale." bit.ly/stessalotta
Aveva rivendicato un ruolo da protagonista nella fine del divieto di guida per le donne e nell'attenuazione della figura del "tutore", il maschio di casa che fino a poco tempo fa prendeva tutte le decisioni al posto delle sue familiari.
Nel 2013, ripresa da una telecamera, guidò dall'aeroporto di Riad fino a casa, l'anno dopo andò in macchina fino alla frontiera con gli Emirati Arabi Uniti, cercando di attraversare il confine. Anche allora due mesi e due settimane in carcere.
Un regime dimenticato e il coraggio di una giornalista
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.@AntonellaNapoli , unica giornalista occidentale in Sudan durante le rivolte che hanno portato alla caduta del dittatore Omar Hasan al-Bashīr nell’aprile del 2019, viene fermata mentre sta riprendendo alcuni palazzi governativi a Khartoum.
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Trattenuta per ore dai servizi di sicurezza, @AntonellaNapoli subisce un duro interrogatorio. Il peggio viene scongiurato solo grazie all’intervento tempestivo dell’ambasciata italiana e del Ministero degli Esteri.
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#19luglio 1992, strage di via D’Amelio. Perdono la vita #PaoloBorsellino e i cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
È una data che non si può dimenticare, un fardello insopportabile che scuote la coscienza di tutti i cittadini per quelle vittime innocenti della mafia. Sei martiri, a cui se ne aggiungerà poco dopo una settima. Dimenticata. Sconosciuta ai più. Ma facciamo un passo indietro.
4 settembre 1974. Sono nata a Partanna (Trapani). Una maledizione grava su di me fin da piccola. Triste destino, il mio: tutti i maschi a cui voglio bene vengono ammazzati dalla mafia.
"Una statua. Mi hanno dedicato una statua al Greenwich Village di New York. È stata collocata esattamente in fondo alla strada dove si trova quel famoso bar. Chi sono e perché quella statua in mio onore nei pressi di un bar? Una lunga storia.” #PRIDE2020bit.ly/johannesbuckler
Sono nata a New York il 2 luglio 1951. E a chi ha origini portoricane e venezuelane può capitare di nascere in un taxi di fronte al Lincoln Hospital. Ma gli può capitare anche di peggio. Per esempio, essere abbandonato dal padre, appena nato. Josè Rivera, credo si chiamasse.
«Però almeno una mamma l’avevi.»
Insomma. Solo fino a tre anni, quando si suicidò lasciandomi sola con la nonna.
Lo so. Avevo almeno una nonna. Ma non per molto. Quando si accorse dei miei modi femminili mi gettò in strada. Avevo solo 11 anni.
Non è un caso che siano le donne a scandire, con la loro determinazione, la grande lotta del movimento ecologista e a offrire un punto di vista diverso, che forza le gabbie concettuali in cui ci siamo mossi per troppo tempo. #leragazzesalverannoilmondo
Malgrado il potere crescente degli spacciatori di egoismo, malgrado i negazionisti, ancorati a un passato che ha già saccheggiato presente e futuro, sembra che stia scorrendo sotto traccia, inarrestabile, un’energia nuova. #leragazzesalverannoilmondo