Speravo de Mourì prima? Inutile girarci intorno: sia pure in pronunciata bollitura, il ritorno dello Special One sarà un grande spettacolo mediatico. I motivi di base in questo Instant-Thread che non può che cominciare dalla celeberrima tirata degli "zeru tituli" (3 marzo 2009).
Dalla stessa conferenza, un gustosissimo attacco a Ranieri e Spalletti che sono sempre a parlare in tv, "prime time!", mentre il povero Mou - se potesse - non rivolgerebbe mai la parola a quei cattivoni dei giornalisti.
Altrettanto gustose le disfide con Claudio Ranieri, che "è stato cinque anni in Inghilterra e faceva fatica a dire good afternoon e good morning" (nel 2015 sarà proprio Ranieri a causare l'esonero di Mou dal Chelsea, inizio della sua parabola discendente).
Un capitolo a parte merita la tesissima finale di Coppa Italia 2010, primo tassello del Triplete, giocata all'Olimpico proprio il 5 maggio e vinta 1-0 con gol di Milito. Mourinho non gradì che venisse suonato l'inno della Roma a inizio partita.
Sempre dal 5 maggio 2010: stoccata finale al curaro in vista di Siena-Inter, ultima di campionato con i toscani già retrocessi. "Visto che stasera ha risparmiato nei premi di jogo, magari la Roma sarà disponibile a dare qualche soldo in più al Siena".
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20 anni fa, il #6maggio 2001, un pomeriggio di un giorno da cani: nei minuti finali di Inter-Atalanta, nel secondo anello verde di San Siro un motorino veniva dato alle fiamme e poi lanciato dalle file superiori del settore, schiantandosi per fortuna contro la balaustra. Thread!
Innanzitutto: come c'è arrivato lì, quel MBK Booster? E' stato trasportato in curva Nord grazie alla tradizionale apertura dei cancelli nell'ultimo quarto d'ora della partita, approfittando della rampa con cui si può comodamente accedere al secondo anello.
Da dove proveniva quel Booster? Con grande probabilità, un "trofeo di guerra" portato via agli ultrà atalantini dopo alcuni scontri pre-partita nel piazzale dello stadio. La ricostruzione più attendibile sembra questa di Nino Ciccarelli, storico leader dei Viking interisti.
10 anni fa, il #27aprile 2011, nella sala stampa dello stadio Santiago Bernabeu, José Mourinho da Setubal divise definitivamente il mondo in mourinhisti e guardiolisti. Lo fece con sole sei lettere e un punto interrogativo: ma come lo fece, merita un THREAD.
Nell'aprile 2011 Madrid e Barça devono incontrarsi per 4 volte nell'arco di 18 giorni: Liga, finale Coppa del Re e semifinale Champions. Il clima è teso fin dallo scontro in campionato, il meno importante (1-1): sintomatico questo gesto di Messi che infiamma subito il Bernabeu.
Dopo il 5-0 del novembre 2010 e il pareggio in campionato, il Real inverte il trend psicologico vincendo 1-0 ai supplementari la finale di Coppa a Valencia, festeggiandola come una Champions. Guardiola, del resto, non si lascia certo scivolare addosso la cosa.
Notte degli #Oscars un po' del cavolo, nei toni raffazzonati propri di questi ultimi dodici mesi: in diretta da una stazione ferroviaria, con un pezzo soul di Stevie Wonder per ricordare i defunti del 2020, con il Miglior Film premiato prima dei Migliori Attori...
...e i Migliori Attori che parlano per un totale di 30 secondi (il solo discorso di Frances McDormand, perché Anthony Hopkins alle 5 del mattino ha pensato bene di rimanersene a Londra a dormire).
Vincono due attori giganteschi per due film non così giganteschi, in cui curiosamente entrambi recitano quasi nel ruolo di sé stessi: il protagonista di "The Father" si chiama Anthony e dice di essere nato il 31 dicembre 1937 (proprio come Hopkins)...
Il Principe #Filippo era il Michael Scott della famiglia reale britannica, esempio involontario ma micidiale di humour inglese. Agevolo qui sotto la top 10 delle sue gaffe più memorabili.
10)
1967: "Principe, accetterebbe di fare un viaggio a Mosca per alleviare la tensione della Guerra Fredda?"
"Volentieri! Anche se quei bastardi hanno ammazzato metà della mia famiglia"
9)
1999, rivolto a John Taylor, Baron Taylor of Warwick, membro della Camera dei Lord di origini giamaicane:
"Da quale esotica regione del mondo proviene lei?"
"Da Birmingham"
30 anni fa, il #20marzo 1991, uno dei giorni più bui della vita dell'Associazione Calcio Milan: si spengono un lampione del Vélodrome di Marsiglia e il lume della ragione di uno dei più importanti dirigenti italiani del dopoguerra: e rien ne va plus. Thread!
Sul Milan 1990-91 inizia a tirare una brutta aria già a novembre: nei minuti finali di un faticoso passaggio del turno contro il Bruges, Van Basten sbraccia maldestramente sullo zigomo di Pascal Plovie, rimediando il cartellino rosso e 4 giornate di squalifica.
Già derubato dal Benfica nella semifinale dell'anno prima, l'Olympique Marsiglia è un'ottima squadra. Lo dimostra palleggiando in faccia ai bicampioni uscenti e strappando a San Siro un meritato 1-1 che mette in discesa la partita di ritorno: a Gullit risponde Papin.
A poche ore da #StellaRossaMilan, romanzo in 30 capitoletti sui due giorni che cambiarono per sempre la storia del Milan e del calcio italiano: 9 e 10 novembre 1988, Marakana di Belgrado, ottavi di finale di ritorno di Coppa dei Campioni.
Eliminati al primo turno i modesti bulgari del Vitocha Sofia, il Milan - al ritorno in CoppaCampioni dopo nove anni - viene sorteggiato con l'insidiosa Stella Rossa, avversario di "media levatura" piuttosto oscuro per le poche notizie che ancora giungono da oltrecortina.
Per esempio, in pochi conoscono il genio e la classe di Dragan "Piksi" Stojkovic, 23enne capace di duetti sopraffini con il suo pari grado Dejan Savicevic, 22 anni appena compiuti, che mettono in seria difficoltà il Milan a San Siro: 1-1, e menomale che c'è Virdis.