L'elemento pernicioso sta proprio nel fatto non tanto di eventuali modifiche, ma del modo in cui queste modifiche sono state realizzate.
Si può anche essere d'accordo, ex multis, sull'introduzione o meno di meccanismi di snellimento delle pratiche emendative...
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...come il meccanismo degli "emendamenti segnalati", ma una loro introduzione dovrebbe essere il frutto d'una precorrente modifica formale dei regolamenti, non già figlia d'una attuazione subitanea dettata dal poco tempo a disposizione.
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Ma la prassi dell'emergenza opera fattivamente affinché lo scollamento tra forma e sostanza non solo sia ampio, ma moralmente disdicevole il volerlo colmare.
Il sistema in cui siamo immersi (quello unionista, post-nazionale e avverso al concetto di sovranità)...
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... ingloba in sé la necessità (o meglio, la necessità che scaturisce da una "crisi"), e su di essa si alimenta.
Oggi, con l'accelerante della pandemia, si è avuto un passaggio qualitativo ulteriore:
Non si parte più dall'emergenza per far passare una riforma; ma...
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...si cerca tenacemente di alimentare l'emergenza affinché lo strumentario emergenziale trovi narrativamente una sua giustificazione, una sua inevitabilità.
Se prima era l'emergenza ad imporre le riforme, oggi sono le riforme a bramare l'emergenza:
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Lo stato d'emergenza diviene, allora, una mielica melodia per farci desiderare, giubilanti (lo sfoggio orgoglioso del GP cos'altro sarebbe se non questo?), il surriferito strumentario emergenziale, ovvero l'austerità, non più solo economica, ma politica, sociale ed etica.
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Perché la democrazia dovrebbe temere le derive tecnocratiche?
Beh, per moltissimi motivi, tra cui uno molto sottile (o pachidermico, sta a voi):
La via di mezzo, la vetusta pratica della contemperanza.
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Qui abbiamo un esempio del fatto che questa pandemia è nefasta proprio perché nega ad origine il senso stesso del "fare politica"
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In epoche "normali" (che invero son divenute uccel di bosco da un po'di tempo), il Politico, pur appoggiandosi al sostegno della Tecnica, operava una mediazione tra il dictat tecnogenico e le istanze democratiche, contemperando diritti e princípi con esigenze pratiche.
3/
Quanto le procedure democratiche possono spingersi in avanti prima di tradire, pur rispettandone la forma, la sostanza soggiacente e legittimamante l'intero costrutto democratico?
Nel rifarsi ad una lettura di tipo kantiano (o se preferite di tipo Sofocleo con la sua Antigone) è possibile delineare, quanto meno su di un piano teoretico, un momento nel quale ciò che viene stabilito, pur nella legittimità formale ed istituzionale, non sia ammissibile?
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Che il Parlamento, pur nel rispetto delle regole del gioco, mina l'impianto stesso sul quale il Gioco si fonda?
Ed in quel caso? Quali conseguenze ne possono scaturire?
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IPOTESI LOCKDOWN per i non vaccinati (modello Austriaco)?
È perfettamente coerente con la demenziale capacità arogmentativa di chi certe cose le pensa e le vorrebbe:
1) "Proteggere gli immunizzati dai non vaccinati":
- si ammette che il vaccino non immunizza.
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2) "Raggiungere una più alta percentuale di vaccinati per non richiudere":
- chiudere è una decisione politica. Il primo decreto riaperture di Conte era stato varato quando non c'erano vaccini e 500 morti al giorno (contro i 15 nel momento dell'introduzione GP).
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3) "La pandemia dei NON vaccinati":
- legare la percentuale di non vaccinati a quelle della salita dei contagi è smentita dai numeri. I Paesi più vaccinati hanno anche una numerosità più elevata di contagi. I non vaccinati non spostano granché...e questo anche perché la...
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Una cavalcata fenomelogica (ex multis il caso Savona) su quella che si è andata sedimentando come una modifica "de facto" della Carta e del ruolo del PdR. 1/3 bit.ly/30yFnV9
"[...] Sono i deragliamenti presidenziali a fare la forza della carica. E questi, avendo goduto della copertura della Corte costituzionale, sono ormai passati nella prassi consolidata, dunque fissati come una modifica tacita della Costituzione".
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Lo diciamo da sempre, o si ritorna al vero spirito della Cost. del '48, o tanto vale (e forse è meglio, se diamo per assunto che il reale è razionale, ed il razionale è reale), formalizzare questa metamorfosi e pensare di far eleggere direttamente al Popolo il Presidente.
3/3
...il tecnico per eccellenza, l'unico in grado di attingere alla Verità, e cioè il filosofo re.
Aristotele, invece, pur sostenendo il ruolo fondamentale del filosofo, del tecnico e del sapiente in quanto faro e guida cui spetta il compito di indirizzare ed educare i più...
...non crede che quella del filosofo re sia la soluzione migliore, perché ritiene che il giudizio dei più (cioè della folla, il giudizio dei non eletti) riesca comunque ad arrivare, seppure in modo diverso, ad una qualche forma di verità:
Nel ringraziare il Sen @AlbertoBagnai per la segnalazione, invito tutti a leggere l'articolo qui linkato su ciò che sta avvenendo circa la modifica dell'art 9 e 41 della nostra Carta.
Qui l'articolo👉bit.ly/3u0J1kK
Solo una sottolineatura.
Amabilissima l'apertura dell'articolo che ho adorato sia nella forma che nel contenuto:
Si parla di "normazione iconica", cioè quel tipo di "sovralegificazione" che tende a declarare princìpi e simbologie di tipo assiologico che però finiscono per...
...alterare perniciosamente i delicati equilibri all'interno dell'edificio del diritto.
In particolare il rischio primario è quello per il quale l'attività economica e l'iniziativa imprenditoriale possano trovare un forte ostacolo al loro esistere ed ampliarsi.
In che modo?
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