#11dicembre In viaggio attraverso aree montane, su sterrate e mulattiere per raggiungere il distretto forse più remoto della più remota provincia d' #Afghanistan
Un viaggio indietro nel tempo tra le vette dove Alessandro Magno credette di aver trovato la caverna di Prometeo 1/7
Un viaggio dove la strada non finisce mai e dove dopo ogni valico, ogni vallata, ogni villaggio, ogni cambio di paesaggio, ogni notte passata a terra sui tappeti con una stufa a carbone e diossina, dopo ogni piatto di riso e montone in cui tutti affondano le mani, 2/7
dopo la neve che copre il deserto, dopo ogni indicazione sbagliata, dopo benzinai che versano il carburante con le caraffe, dopo ogni posto di blocco e ogni tramonto arrivato troppo presto, dopo che la polvere ti è entrata dappertutto 3/7
e non sai se a puzzare sei tu o il posto dove stai cercando di dormire, dopo aver guadato l'Hari Rod con una moto cinese guidata da un talebano che con tre frasi in un precario inglese sintetizza meglio di tutti perchè è stata una guerra impossibile da vincere 4/7
Dopo aver visto le donne lavare vestiti e pentole rompendo il ghiaccio del ruscello con le mani per arrivare all'acqua, i motociclisti dell'Hindu Kush passare su ogni ostacolo, i bambini raccontarti che non vanno a scuola perchè "mia mamma è morta" e devono lavorare in casa 5/7
dopo che
ti guardano come un pazzo "sei il primo straniero ad arrivare qui dal 2007" perchè per troppi anni questa strada è stata una missione suicida, dopo aver visto le montagne cambiare colore dal rosso al verde al nero, impregnate di minerali, 6/7
dopo aver visto quello che sognavi di vedere da 20anni, la stanchezza si scioglie nel silenzio dell'alba e
pensi che se nello stereo non ci fosse solo l'insopportabile musica di Bollywood ora andrebbe "highway's jammed with broken heros on a last chance power drive"
7/7
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#10dicembre#Afghanistan Sono tornato a Kabul dopo un complesso viaggio nelle aree montane, per raggiungere quello che è forse distretto più remoto della provincia più remota del Paese (domani vi racconto perchè). Sono stato accolto nella capitale da una serie di esplosioni 1/5
Non è chiaro il numero, c'è chi dice cinque, io ne avrei sentito una sesta. Di sicuro la prima e la peggiore è avvenuta (al solito) nell'area occidentale (hazara quindi sciita) dove è esploso un pulmino "taxi collettivo". La mano è chiaramente quella dell'ISKP che non riesce 2/5
A sfidare i talebani e allora colpisce inermi civili "infedeli" (gli sciiti appunto, corrente mussulmana). Ormai è uno stillicidio di MIED bombe magnetiche una al giorno o quasi. Al momento dal punto di vista generale sicurezza nel Paese non è mai stata così buona come oggi
3/5
#Afghanistan#7dicembre "Il giorno in cui abbiamo perso tutto" è una frase che mi sto sentendo ripetere incontrando persone che si sono rinchiuse in casa o che da casa sono fuggite in attesa di lasciare il Paese. Quel "giorno" è il 15 agosto quando Kabul è caduta 1/8
Per chi ha creduto nella democrazia, nei diritti delle donne, nel libero giornalismo è stato un trauma senza pari. Non si tratta solo di rischio personale (ne parlo dopo) ma di impossibilità di continuare quello che si faceva fino al giorno prima, 2/8
Si tratti di un lavoro in una casa rifugio per le donne o di quello in una tv locale. La fine di una vita costruita in 20 anni. A livello di sicurezza cosa sta accadendo per questi possibili bersagli? Difficile dirlo visto che nelle province è scomparsa l'informazione.
3/8
#5dicembre#Afghanistan cercando un punto di osservazione sulla periferia occidentale di Kabul, cresciuta incredibilmente negli ultimi due anni, sono salito su una collina che ho trovato anch'essa cambiata 1/7
Il 5 maggio scorso un'autobomba (3 esplosioni secondo altre fonti) ha fatto una strage davanti ad un liceo poco distante, al cambio turno pomeridiano. Oltre 90 vittime, tra i 16 e i 18 anni. Una parte di loro sono sepolti qui 2/7
"Qui riposano i fiori" recita un grande cartello. La cosa più assurdo dei conflitti lontani è che i morti diventano numeri e sono pure numeri precari perché i feriti gravi che muoiono nei giorni successivi non vengono mai conteggiati. 3/7
#3dicembre#Afghanistan voglio raccontarvi questa fotografia (a me scalda il cuore anche se manca qualcuno) perchè credo dica tanto su🇦🇫 oggi.
In questi giorni si tengono gli esami a scuola prima della pausa invernale quando la neve rende molte aree del Paese impraticabili. 1/8
Dopo la caduta di Kabul, l'apparato statale si è fermato, comprese le scuole che hanno riaperto il 17/9, le secondarie peró solo per i ragazzi non le ragazze. Per l'Emirato è un provvedimento temporaneo (anche nel '96 si disse lo stesso e non riaprirono mai).
Ora si parla di
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Riapertura dopo la pausa invernale, se così fosse le ragazze sarebbero state lontane da scuola sette mesi! Comunità internazionale spinge sull'istruzione (e fa bene) anche se poi bisognerà capire che tipo di scuola sarà (le pubbliche trasformate in madrasse, cioè religiose?) 3/8
#18novembre#Afghanistan la lettere inviata ieri da Muttaqi, ministro degli Esteri, al Congresso americano è clamorosa per vari motivi. 1) nel codice mediatico taleb suona come un atto di sottomissione, è un totale cambio di tono 2) è la riprova che i talebani hanno capito che
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La crisi umanitaria che si sta abbattendo sul Paese li indebolirà profondamente 3) hanno pure capito che Russia e Cina non sostituiranno - almeno per ora - gli Stati Uniti come finanziatore di un Paese ormai in default
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Deborah Lyon, capo dell'Onu in Afghanistan, è stata sentita ieri dal Consiglio di Sicurezza, al netto di cose già note (limitazione diritti delle donne, limitazione libertà di stampa e di opinione) dell'intervento mi colpiscono due cose 1) la crescita
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Si tratta di un distretto hazara (minoranza etnica sciita) la conta delle vittime è ancora in corso.
Intanto il ministro degli esteri talebano scrive agli Stati Uniti per sbloccare riserve e aiuti 👇 il testo justpaste.it/2orwl
Le vittime degli attentati di oggi sono una decina più diversi feriti. La minoranza hazara continua ad essere bersaglio preferito. Se la mano è quella dell’ISKP, com’è probabile, l’obiettivo è scatenare un conflitto etnico contro i talebani, aggiungendo variabili al rompicapo