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Jun 7 21 tweets 5 min read
#7giugno ci sono elementi per tornare a parlare della situazione sul campo dove è cominciata l’offensiva russa nel Donbass, dopo più di un mese di attività preparatorie consistenti per lo più in fuoco di artiglieria per piegare gli ucraini e preparare le manovre di fanteria
1/21
meccanizzata (che sono, a mio avviso, ancora lontane). Al momento tutte le attenzioni sono concentrate su Severodonetsk e la vicina Lisichansk. Completare la presa di questi 2 centri per le truppe russe e separatiste significherebbe prendere di fatto l’Oblast di Lugansk
2/21
che la repubblica autoproclamata LPR considera come proprio confine costituzionale. Se dovesse essere occupato l’intero oblast l’avanzata si fermerebbe lungo una nuova linea di contatto? Domanda cruciale x capire coincidenza tra obiettivi reali e quelli dichiarati dei russi.
3/21
intanto (le mie sono sempre mappe artigianali!) Severodonetsk va considerata una testa di ponte da “leggere” strategiacamente insieme ai punti di massimo avanzamento russo che sono Izium e Popasana. Da qui in teoria si potrebbe chiudere la prima sacca russa in Donbass
4/21
Al posto quindi di una grande sacca come si poteva ipotizzare all’inizio (tutto il cosidetto “calderone”), i russi potrebbero puntare a chiuderne di più piccole, in qualche modo collegate ad anello. Per capirci se si dovesse chiudere la sacca
5/21
di Severodonetsk “tracciando una linea” da Izium a Popasana, dentro ci resterebbe truppe ucraine di grande specializzazione e addestramento e i russi potrebbero puntare su Kramatosk.
A Severodonetsk sta accadendo qualcosa sul piano militare che è di
6/21
particolare interesse: il primo contrattacco ucraino su scala vasta di questi mesi. Uno scontro diretto che però espone tutti i limiti delle truppe di Kyev. Sin’ora ucraini si sono dimostrati tatticamente superiori, hanno trasformato in forza le loro debolezze
7/21
Hanno usato capacità di contromanovra, mobilità delle proprie truppe, operatività in piccole unità. Per dirla semplicemente, erano di meno, erano meno equipaggiati, peggio armati e hanno brillantemente trasformato i loro limiti in un fattore di superiorità rispetto
8/21
al dispiegamento russo fatto di colonne corazzate facilmente individuabili e poco mobili per giunta (per via del terreno innevato e poi fangoso) costrette a muoversi sulle strade asfaltate dove era ancora più facile individuarle e colpirle con droni, missili spalleggiabili
9/21
e artiglieria (tiro indiretto ma precisissimo, per la prima volta nella storia credo guidato da droni per aggiustare le traiettorie piuttosto che usare costi proiettili a guida gps ). Il contrattacco ucraino a Severodonetsk segna invece un’inversione di rotta.
10/21
Nonostante la propaganda ucraina, è uno scontro impari. Le truppe non riescono a contrastare i russi anche se l’ambiente urbano evita lo scontro in campo aperto è comunque una battaglia persa perchè c’è troppa differenza di forze (poi magari verrò smentito perchè non siamo
11/21
in possesso di tutti gli elementi del caso). Il vero rischio in questa fase è che non solo gli ucraini perdano a Severodonetsk subendo un alto numero di caduti ma che restino chiusi nella sacca (parliamo di un’aliquota di truppe tra quelle meglio addestrate, quindi non
12/21
facilmente sostituibili). E’ un errore grave bisogna chiedersi se è frutto della disperazione (segnala quindi che la situazione sta precipitando) o se è una scelta cinica, come a Mariupol (dove però ci fu assedio, condizione che agevola i difensori, non controffensiva)
13/21
cioè usare quelle truppe per drenare forze russe, tenerle impegnate e intanto rafforzare la M03 l’autostrada che a quel punto sarebbe l’ultima trincea per difendere Sloviansk e Kramatosk. L’altra ipotesi è che sia un modo per guadagnare tempo rispetto all’arrivo di armi
14/21
occidentali. I pezzi di artiglieria campale americana come gli M777 howitzer non è chiaro in quanta parte siano già stati dispiegati e siano operabili dalle truppe ucraine. Come in Afghanistan le armi americane sono troppo sofisticate per imparare
15/21

nytimes.com/2022/06/06/wor…
ad usarle in fretta e a tenerle in esercizio, soprattutto in un Paese (lo stesso Afghanistan ma ovviamente anche l’Ucraina) dove si è abituati all’essenzialità dell’ingegneria sovietica. Insomma il contrattacco di Sloviansk è un modo per guadagnar tempo
nell’attesa di
16/21
M777? Va anche capita la vicenda degli M142 cioè le batterie missilistiche su mezzi gommati che gli Stati Uniti (e il Regno Unito ma in altra versione) stanno inviando in Ucraina. Di fatto si tratta di una sostituzione dei Tochka-U missili di era sovietica che potrebbero
17/21
essere finiti negli arsenali ucraini. Per quanto si tratti di armi non comparabili, mi chiedo la scelta di inviare gli M142 (con la prevedibile conseguenza di nuove minacce russe e di una pericolosa escalation) significa che i pezzi di artiglieria occidentale non sono
18/21
poi quel “game changer” di cui si parlava? Io continuo a pensare che il flusso di armi all’Ucraina non porterà a una soluzione militare nè (nuova linea di un Biden ravveduto) darà migliori condizioni di trattativa a Kyev. Ultima riflessione e torniamo all’Afghanistan
19/21
Si continua a dire che non bisogna trattare perchè se no Putin arriva fino in Portogallo (la Transinistria è già passata di moda!). Ricordo che il primo conflitto anglo-afghano si scatenò per la paura britannica che impero russo invadesse l’Afghanistan arrivando alle porte
20/21
della preziosa colonia indiana, tesoro della corona. Da quella paura scaturirono 3 conflitti sanguinosi e fallimentari i cui effetti a tutt’oggi (quasi due secoli dopo) pesano ancora sull’Afghanistan e il suo equilibrio. La guerra non risolve i problemi li complica e basta.
21/21

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Jun 6
#6giugno le “liste” che girano dall’inizio del conflitto mi mettono i brividi, sono un passo indietro per la democrazia italiana.
Non hanno nulla di oggettivo, sono pericolose messe all’indice assolutamente arbitrarie. Lo strabismo del Corriere lo dimostra perfettamente 👇
1/18
Altrettanto perfetto è il coro del PUB, il Pensiero Unico Bellicista, quello che toglie dignità a chiunque chieda pace o esprima dissenso ma che funge anche da arma di distrazione di massa. La colpa è dei pacifisti - ci spiegano - nessuno però che ricordi il coro di politica
2/18
italiana proCremlino dove c’era persino il “lettone di Putin”. I personaggi della lista Corriere non li conosco (con l’eccezione di Giorgio Bianchi, di nome). Non li seguo. A Orsini ho dedicato 2 pagine di “Maledetti Pacifisti” (ieri mi ha inviato questa foto una lettrice)👇
3/18
Read 21 tweets
Jun 3
#3giugno il centesimo giorno di guerra significa poco per le vittime civili: 4,149 morti e 4,945 feriti (dati alla mezzanotte del 31 maggio, fonte Onu 👇) sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto e sono anche le più dimenticate.
1/23
ukraine.un.org/sites/default/…
Giorno 100 dovrebbe invece significare molto per tutti quelli che dal 24 febbraio ci stanno vendendo la guerra come un male inevitabile e necessario ma tutto sommato una pratica che si sarebbe sbrigata facilmente. L’ho analizzata nel mio “Maledetti Pacifisti” ma ripensate
2/23
ai vari analisti e opinionisti con l’elmetto che a marzo vi hanno “venduto” l’imminente collasso dell’esercito russo (hanno risorse solo per 1 settimana di guerra), la rivolta degli oligarchi contro Putin, golpe di Lavrov, il collasso dell’economia russa ecc.
3/23
Read 23 tweets
Jun 2
@giammarcosicuro @rulajebreal Cara @rulajebreal caro @giammarcosicuro non entro nel merito anche perchè chi vuole ha tutti gli elementi per farsi un'idea e qualunque cosa dicessi finirebbe per innescare 🔥 Colgo l'occasione peró per dire che da mesi i giornalisti italiani (escludiamo per favore gli
@giammarcosicuro @rulajebreal Opinionisti e i conduttori di talk show che per me sono un altro sport parlo di inviati e corrispondenti) sono oggetto di attacchi (anche) di altri giornalisti che o non sono sul campo o sono schierati con una delle parti in causa. Sono attacchi feroci che spesso passano
@giammarcosicuro @rulajebreal il segno del diritto di critica e diventano indebite pressioni ad un passo dalla tentata censura. Siamo arrivati al punto in cui se non aderisci alla narrazione dominante (pur emotiva, non verificata e il caso della rimozione della commissaria ucraina dimostra a volte falsa)
Read 7 tweets
Jun 2
#2giugno da quando è cominciata la crisi #ucraina si parla spesso a sproposito di crimini di guerra. Nella maggior parte dei casi è parte del marketing del #PUB che vuole farci credere che la guerra sia qualcosa di pulito con delle eccezioni appunto i crimini.
Non è così
1/12
La guerra è di per sè un crimine che fisiologicamente partorisce orrori a volte frutto della ferocia dell'individuo trasformato in macchina per uccidere altre volte frutto di un algebra della morte e della paura lucidamente pianificata. La guerra è un crimine che andrebbe
2/12
Perseguito fino all'abolizione come diceva Gino Strada. Ciò non significa che i crimini di guerra non vadano puniti, devono esserlo ma con due "ma"...1) senza dimenticare che sono frutto di un crimine più grande (la guerra) 2) parlandone con accuratezza.
Per il punto uno
3/12
Read 10 tweets
Jun 1
#1giugno finalmente è possibile fare un punto sulla situazione sul campo nella #guerra #Ucraina #Russia Perchè finalmente? Perchè sin’ora c’era poco o nulla da dire. Come scrivo da metà marzo il conflitto è in stallo, di fatto lo è ancora ma si sono create le condizioni
1/25
per poter dire che l’offensiva in Donbass è cominciata. L’annuncio dei russi sull’inizio della “seconda fase” dell’ “operazione speciale” risale a metà aprile (ultimo Lavrov in data 19). Da allora io ho sempre sostenuto che si trattava di soli annunci, le operazioni erano
2/25
in fase preliminare, per capirlo bastava conoscere un minimo di dottrina sovietica (il modello tattico nel “calderone” è quello della seconda guerra mondiale) la quale prescrive che prima delle manovre di carri e di fanteria meccanizzata sia necessario uno sbarramento di
3/25
Read 31 tweets
May 27
#27maggio Vi racconto qualcosa che mi è capitato ieri.
"Il soldato più di tutti gli altri prega per la pace, perché più di tutti deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra". Questa frase di Douglas Mac Arthur mi è arrivata ieri, me l'ha mandata
1/3
Un generale della riserva delle forze armate italiane che aveva appena ricevuto "Maledetti Pacifisti". Poco dopo mi arriva una foto del libro consegnato a un ex-operatore delle nostre Forze Speciali. Conferma per me che viviamo in tempi strani dove chi ha conosciuto la guerra
2/3
di persona chiede pace e chi vive tra il padel al circolo sportivo e l'aperitivo in centro sbraita chiedendo più guerra fino alla vittoria, del resto a combattere non ci andranno loro e dei civili che continuano a morire non conoscono nemmeno il nome. Tempi strani questi o
3/4
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