È il #31agosto e da 25 anni per me è la data della sua morte. Dello sgomento nel sentire la notizia da una radio mentre ero sdraiata sotto un ombrellone in Sardegna, del ritorno in camera per accendere la Tv perché non riuscivo a crederci ⬇️
Dei giorni successivi in cui tutti ne parlavano, in cui ogni frammento della sua vita veniva analizzato, delle immagini degli ultimi giorni, le lunghe gambe a penzoloni dallo yacht di Dodi Al Fayed, ultimo amore di una vita tormentata ⬇️
Lei che saliva sull’aereo che l’avrebbe condotta a Parigi e a quell’anello acquistato in Place Vendôme, poco distante dal Ritz. La giacca nera, i jeans bianchi, il caschetto biondo che si infilavano frettolosi in una porta sul retro per sfuggire ai paparazzi. ⬇️
La macchina distrutta, e poi i fiori, tanti, tanti, una marea di fiori che la gente di ogni età andava accumulando davanti al cancello di #Kensington Palace in un silenzio surreale accompagnato da visi increduli e lacrime. I bigliettini, i pupazzetti ⬇️
L’ultimo omaggio che un popolo lasciava a una #donna che aveva saputo conquistarli, giorno dopo giorno, dalla ragazza timida dalle guance arrossate che allungava il passo a testa bassa infilandosi nella sua utilitaria, passando per l’abito opulento del matrimonio ⬇️
I primi vestiti sgraziati, molto british, il camicione verde a pois col collettone bianco del primo figlio, e poi la magrezza, la tristezza, la #solitudine rossa e viola davanti al #TajMahal. Ma quel fiore che stava appassendo poi piano piano riprese a fiorire ⬇️
Le corse nel quartiere, la palestra che irrobustiva corpo e anima. I figli con cui si divertiva sulle montagne svizzere con la neve e sulle montagne russe con l’acqua del luna park
Le nuove amicizie, il nuovo stile, i nuovi interessi. ⬇️
Slanciata al fianco della minuscola Madre Teresa, in camicia bianca e visiera sui campi minati, la mano tesa a toccare i malati di AIDS a dimostrare che non erano intoccabili.
E il passo deciso e sicuro mentre avanzava in abiti da sera dalle spalle scoperte sempre più audaci. ⬇️
Era la nostra influencer quando le influencer non erano ancora state inventate.
Per anni le copiai il caschetto, volevo il suo tailleur azzurro polvere Versace, felice quando trovai la giacca nera come la sua.
Eravamo coetanee. Ancora adesso mi chiedo come sarebbe stata oggi
Che stile avrebbe, che suocera e nonna sarebbe.
Non sei invecchiata, #Diana, ma sei rimasta #ladyD nel cuore di tante ragazze degli anni 60. Invecchieremo noi per te, volendo bene ai nostri figli e un po’ anche ai tuoi che dopo quel funerale straziante in cui hanno dovuto ⬇️
Camminare dietro un cuscino di rose con scritto mummy, soli, sotto lo sguardo del mondo intero e senza nemmeno il calore della mano di un padre (tu li avresti tenuti stretti stretti, lo so) hanno trovato entrambi la felicità in una famiglia.
Fuori no, #Diana.⬇️
Fuori il mondo è ancora uguale. Ogni gesto è vivisezionato, i tabloid sparlano a vanvera ancora, adesso ci sono anche i social. Ti avrebbero fatta a pezzi, ma loro ce la stanno facendo. Ognuno a modo suo. Perché non sono soli e con foto come questa ce lo dicono
Oggi tanti parleranno di Michail #Gorbachov .
Io invece vorrei raccontare ai più giovani chi era #Raissa Titarenko Gorbaciova.
Era la figlia di un ingegnere ferroviario originario di #Çernihiv, in #Ucraina. Andò a studiare Filosofia a Mosca e lì conobbe un altro studente
Lui era Michail, studente di legge.
Si sposarono il 25 settembre 1953 ed ebbero una figlia: Irina
Lei fu la prima moglie di Presidente russo ad apparire sempre a fianco del marito, in Patria e all’estero. Fu sua consigliera, soprattutto nel porre fine alla #guerrafredda
Si prodigò sempre per l’ingresso delle donne in politica e per il ruolo della #donna nella società moderna. Morì nel 1999, a 67 anni, di leucemia, pochi mesi dopo aver sceso a fianco del marito la scala di Sanremo facendoci sentire Est e Ovest un po’ meno diversi.
1/ Alla fine è arrivato. Dopo 26 mesi di isolamento, se non per le spese essenziali e passeggiate nei boschi. Un giorno della scorsa settimana il #SARSCoV2 ha raggiunto mio marito. Dopo la mamma 93enne, la badante, e il figlio, sono rimasta indenne solo io.
2/ Mio marito 67enne, oncologico, dializzato a forte rischio è POSITIVO. A riprova che in un mondo senza #mascherine proteggersi dal #COVID è impossibile. Dove si è contagiato non si sa
3/ In #dialisi? Dove tutti indossano maschera ma non è detto la indossino fuori (personale compreso), non è detto la indossino bene, e se convivi per 3 volte a settimana per ore finisce che se c’è un positivo lo prendi. Nasi fuori e finestre chiuse.