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Nell'indifferenza pressoché generale ricorre quest'anno il trentennale della caduta del Muro di Berlino. Evento epocale, simbolo della fine dei sistemi comunisti in Europa Orientale, episodio chiave nella formazione della coscienza politica della mia generazione (...) #Muro30
(...) come la sconfitta del nazi-fascismo lo fu per le anteriori. Esattamente 58 anni fa, nella notte tra il 12-13 agosto 1961, per ordine delle autorità della Germania dell'Est (DDR), cominciava la costruzione del Muro che da allora avrebbe diviso Berlino e non solo. #Muro30
Nelle celebrazioni di circostanza che si produrranno nei prossimi mesi, l'occidente politicamente corretto preferirà parlare semplicemente di riunificazione di un continente, di fine della guerra fredda. È stato così quasi sempre, salvo nel decennio successivo al crollo. #Muro30
Ma il 9 novembre 1989 fu un giorno di liberazione. Fu il trionfo di un sistema politico, economico e sociale imperfetto ma rispettoso della dignità umana su un altro che ambiva alla perfezione facendo scempio delle più elementari norme di civiltà. #Muro30
Fu l'epilogo del più tragico e grottesco esperimento totalitario mai concepito. Fu una storia di vincitori e di sconfitti. Fu il giovedì in cui le democrazie liberali seppellirono il socialismo reale sotto i mattoni della sua stessa alienazione. #Muro30
Per ricordare, a beneficio di chi c'era e di chi no, proverò a ricostruire in un filo - in italiano e in inglese - da qui al 9 novembre la cronaca/storia del Muro di Berlino, avvalendomi principalmente di due testi (...) #Muro30
(...) "Berlin. Les années du Mur" di Bernard Brigouleix (amazon.co.uk/1961-1989-Berl…) e "The Fall of the Berlin Wall" a cura di @jeffreyaengel (amazon.com/Fall-Berlin-Wa…). #Muro30
Se vorrete seguire, retwittare, commentare, diffondere, ricordare ve ne sarò grato. Potete farlo con el hashtag #Muro30 o #Wall30. Spero sia utile e piacevole, per me lo sarà di sicuro.
1. Il 12 settembre 1944 le quattro potenze di liberazione/occupazione firmano un primo protocollo d'intesa sul futuro della Germania sconfitta. Mancano 8 mesi alla resa definitiva di Hitler. Si prevede: la divisione del territorio in quattro zone d'occupazione; (...) #Muro30
2. (...) la creazione di un Consiglio inter-alleato che due mesi dopo produrrà la prima bozza del futuro "Statuto di Berlino", su cui si eserciterà l'autorità degli alleati attraverso un organismo quadripartito, la Kommandatura. #Muro30
3. Dall'accordo rimangono fuori, piuttosto ingenuamente da parte occidentale, le previsioni sulle vie terrestri d'accesso ai loro settori. I sovietici ne approfittano per ritardare l'arrivo di americani francesi inglesi fino all'8 luglio 1945. Vedremo perché è importante. #Muro30
4. I berlinesi rimangono quindi inizialmente il sotto controllo esclusivo delle truppe di Stalin che si riservano il diritto di muoversi a piacimento nella capitale sconfitta: saccheggi, smontaggio di fabbriche ricostruite poi in URSS, violenze, insomma bottino di guerra. #Muro30
5. È vero che l'Armata Rossa arriva per prima a Berlino ma allo stesso tempo gli americani liberano, ad esempio, Sassonia e Turingia che sono invece immediatamente consegnate all'amministrazione sovietica in base ai patti tra potenze. #Muro30
6. Cominciano anche le purghe politiche. Prima esponenti dell'ex regime, poi intellettuali, giornalisti o semplicemente potenziali oppositori del nuovo corso. Si usano per l'occasione anche i campi di concentramento appena liberati. #Muro30
7. Intanto in città si riorganizza la distribuzione degli alimenti (180.000 tonnellate in tre mesi) e si comincia la ricostruzione delle vie comunicazione interne. La metropolitana (S-Bahn) si riapre quasi subito. I sovietici non ne cederanno mai la gestione. #Muro30
8. Curiosamente (ma non troppo) gli occupanti scelgono come capo della polizia di Berlino un ufficiale della Wermacht convertito allo stalinismo durante la prigionia: Paul Markgraf. Lo affianca inizialmente il socialdemocratico Karl Heinrich, antifascista da sempre. #Muro30
9. Heinrich cerca di opporsi alla comunistizzazione della polizia e per questo viene presto sollevato dall'incarico e internato nel campo di concentramento di Hohenschönhausen dove morirà 3 mesi dopo a mano dei suoi aguzzini, che finiranno il lavoro iniziato dai nazisti. #Muro30
10. Quando alleati occidentali arrivano in luglio, Mosca ha già mani sulla città: amministrazione militare, agenti sui luoghi della ricostruzione, funzionari civili ideologicamente affini sotto controllo di Walter Ulbricht. Ma l'apparenza è salva, la città si divide in 4. #Muro30
11. La Conferenza di Postdam ratifica sostanzialmente le decisioni del Consiglio inter-alleato. Berlino diventa ufficialmente un'isola all'interno del settore sovietico, una condizione che si protrarrà fino alla caduta del Muro e allo scioglimento della DDR. #Muro30
12. Ma mentre per la parte orientale l'incorporazione è quasi naturale, per la zona occidentale questo significa dipendenza dalla volontà dell'URSS in quanto a vie di comunicazione e approvigionamenti. Non solo. Anche se l'estensione delle due parti è quasi uguale (...) #Muro30
13. (...) - 403 km2 Est vs. 481 km2 Ovest - la popolazione della parte occidentale raddoppia quella orientale e, mentre ad Est comandano solo i comunisti, le tre democrazie si ripartono porzioni ridotte di territorio. I rapporti di forza sono dall'inizio squilibrati. #Muro30
14. La ricostruzione materiale della città procede intanto a un ritmo impressionante, grazie all'attitudine e alla disciplina della popolazione locale: duecentomila alloggi sono già pronti nella primavera del 1946 e quasi la metà delle vie di transito ripristinata. #Muro30
15. Arriva il momento di normalizzare la vita politica. All'ovest questo significa partiti ed elezioni. In URSS qualcosa di diverso. Nel marzo 1946 si indice un referendum sulla formazione e la composizione delle future forze politiche. Il risultato è significativo. #Muro30
16. Mentre nei settori occidentali elettori rifiutano con ampia maggioranza fusione della sinistra moderata con comunisti, nel settore orientale il referendum viene annullato e sostituito da una decisione dall'alto: nasce la SED, che diventerà il partito unico della DDR. #Muro30
17. Nelle elezioni municipali in autunno, comunque, i socialdemocratici (SPD) sfiorano la maggioranza assoluta, mentre la SED si attesta sul 20% dei suffragi. CDU e liberali si spartiscono il resto. I vincitori optano per una governo di coalizione con le quattro forze. #Muro30
18. Otto Ostrowski è il primo sindaco della Berlino liberata ma presto viene sostituito da Ernst Reuter, mal visto dai sovietici proprio (e paradossalmente) per la sua antica militanza comunista. Mosca non lo riconosce e Reuter si insedia di fatto solo nella parte ovest. #Muro30
19. L'est della città si consolida definitivamente dentro l'area di influenza comunista. La zona occidentale, al contrario, comincia a soffrire un accerchiamento sempre più evidente. Stalin rinuncia al controllo totale della Germania, ma non a quello della capitale. #Muro30
20. Quasi un presagio di quel che succederà tredici anni dopo, il 24 giugno 1948 l'Unione Sovietica blocca gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest. Anche la rete elettrica viene scollegata. Comincia il cosiddetto "Blocco di Berlino". La parte ovest è isolata. #Muro30
21. Senza viveri né medicinali, completamente al buio e in assenza di un accordo sul diritto di passo mai negoziato tra le potenze, la reazione immediata del comando americano è quella di una colonna umanitaria sotto scorta dalla Germania occidentale a Berlino Ovest. #Muro30
22. Ma l'idea di un treno blindato viene accantonata quasi subito. La soluzione scelta è invece quella di rifornire la città per via aerea. Si tratta dell'alternativa più costosa e complessa ma anche dell'unica possibile. Perché? #Muro30
23. Perché sarebbe relativamente semplice per i sovietici bloccare un convoglio ferroviario senza sparare un colpo, esattamente come avevano isolato Berlino Ovest. Un atto criminale ma incruento, una tortura a fuoco lento, una tattica da Guerra Fredda. #Muro30
24. Abbattere un aereo in volo invece significherebbe automaticamente un atto di guerra a cui le forze alleate sarebbero legittimate a rispondere nello stesso modo. Questa è la scommessa degli americani: che l'URSS non rischierà un conflitto armato per Berlino. #Muro30
25. Il ponte aereo comincia immediatamente, il 25 giugno, e durerà 462 giorni durante i quali verranno lanciati dal cielo più di due milioni di tonnellate di viveri, carbone, acqua potabile e medicinali. È la più grande operazione di assistenza umanitaria della storia. #Muro30
26. Vi partecipano sotto il comando americano piloti britannici, francesi, canadesi, australiani, neozelandesi e sudafricani. Ne moriranno 70 alla fine ma Berlino ovest rimane in vita grazie a loro. Ci sono giorni in cui a Tempelhof atterrano più di 1300 voli in 24 h. #Muro30
27. Il detonante della crisi è l'introduzione del nuovo marco tedesco da parte delle potenze occidentali nelle zone da loro controllate, in concorrenza con la moneta debole e svalutata che i sovietici pretendono di imporre ad Est. Il risultato è spettacolare. #Muro30
28. Immediatamente il marco occidentale si impone su tutto il territorio come moneta di scambio, mentre la valuta sovietica è snobbata dai berlinesi. Per vendicare l'offesa Stalin decide il blocco per forzare gli alleati ad abbandonare Berlino. #Muro30
29. Il ponte aereo rifornisce la città accerchiata, dimostra ai berlinesi che la loro resistenza è quella di tutte le nazioni libere, rinforza il legame tra Berlino Ovest e la Germania e rappresenta la prima risposta contundente agli abusi sistematici dei sovietici. #Muro30
30. Il 12 maggio 1949 l'Unione Sovietica cede. Le vie d'accesso vengono riaperte e il blocco cade. La prima grande crisi della Guerra Fredda si conclude con la vittoria alleata. Berlino respira. Ma in realtà è solo l'inizio di una lunga e drammatica contesa. #Muro30
31. Nel 1949 nascono ufficialmente le "2 Germanie": parte orientale di Berlino viene incorporata nella DDR come capitale del nuovo stato. Gli occidentali non la riconoscono anche se finiranno per installarvi le proprie ambasciate quando le relazioni si "normalizzeranno". #Muro30
32. Che fare con Berlino Ovest? Incorporarla alla Germania Ovest come vorrebbero i berlinesi o trovare una formula diversa da quella utilizzata dai sovietici per l'Est? Alla fine si decide per una formula mista, secondo cui il legame politico con la RFT si rinforza, (...) #Muro30
33. (...) le elezioni si svolgeranno con le stesse regole e leggi federali si applicheranno alla città. Ma gli eletti a Berlino non potranno votare al Bundestag e il servizio militare non verrà ripristinato nella città nemmeno dopo la ricostituzione del'esercito (1955) #Muro30
34. Berlino Est e Ovest sono ormai chiaramente due città distinte ma non ancora impermeabili. Il passaggio da una parte all'altra è soggetto a controlli ma ancora possibile, e sarà proprio questa una delle ragioni principali della costruzione del Muro. #Muro30
35. Quando gli occidentali si recano a Est sono accolti da un benvenuto che rappresenta una delle macabre ironie della storia del comunismo: "State entrando nella Berlino democratica", dicono i cartelli preparati dai sovietici. #Muro30
36. Le università occidentali ospitano 1/3 degli studenti dell'Est e un gran numero di lavoratori ogni mattina passa frontiera per ritornare a casa la sera. Si producono le prime defezioni ma in generale i berlinesi in questi primi anni imparano a convivere con l'assurdo. #Muro30
37. Con il tempo però cominciano gli incidenti e le restrizioni alla circolazione: nel maggio 1952 per esempio i sovietici chiudono provvisoriamente le comunicazioni terrestri e telefoniche tra Berlino Ovest e la zona sovietica. Allo stesso tempo (...) #Muro30
38. (...) rafforzano il confine tra le due Germanie per evitare le fughe dei tedeschi dell'Est. Risultato: l'afflusso dalla provincia alla capitale di parte della popolazione, visto che in città rimangono ancora aperti un centinaio di punti di passaggio. #Muro30
39. Le famiglie che con i bagagli cercano di passare ad Ovest, quelle intercettate sui treni verso Berlino sono immediatamente registrate come "fuggitivi" e sui loro documenti viene stampata la proibizione di circolare in direzione della capitale. #Muro30
40. In un anticipo di quel che avverrà, Berlino si trasforma suo malgrado in un simbolo di una contesa globale che oppone democrazia e comunismo. Pochi anni dopo la fine del conflitto mondiale la sua condizione di città martire si consolida in forma di Guerra Fredda. #Muro30
41. Sono passati pochi mesi dalla morte improvvisa di Stalin quando, la mattina del 16 giugno 1953, un centinaio di muratori di Berlino Est entrano in sciopero per protestare contro l'inasprimento delle norme di produzione. È un atto di sfida senza precedenti nella DDR. #Muro30
42. I passanti si uniscono al piccolo corteo iniziale sulla arteria dei ministeri, la Leipziger Strasse. A mezzogiorno sono già 10.000. La radio del settore occidentale diffonde la notizia e verso sera 400.000 operai in tutto il paese si dichiarano in rivolta. #Muro30
43. Sono soprattutto lavoratori della siderurgia, dell'edilizia, minatori. Le categorie chiave per la legittimità del regime. Il giorno dopo, 17 giugno, si convoca una grande manifestazione sulla Strausberger Platz. Gli slogan si trasformano in rivendicazioni politiche. #Muro30
44. "Abbasso Ulbricht", "Elezioni libere". Le autorità della DDR, colte di sorpresa, non reagiscono. La folla entra nella sede del quotidiano officiale della SED (Neues Deutschland) e la incendia. I sovietici rispondono dichiarando lo stato d'emergenza e il coprifuoco. #Muro30
45. I carri armati entrano sulla Potsdamer Platz accolti dall'ira dei manifestanti. Ma non aprono il fuoco. Le cariche della polizia provocano decine di morti. 5000 operai vengono arrestati e molti condannati a morte. La 1ª grande rivolta in un paese satellite è repressa. #Muro30
46. Dietro la protesta ragioni economiche e politiche. Da una parte il divario tra il potere d'acquisto della classe operaia rispetto ai colleghi di Berlino Ovest. Dall'altra la sensazione crescente que la "dittatura del proletariato" si stia transformando (...) #Muro30
47. (...) ogni volta di più in dittatura "sul proletariato". Gli intellettuali la accetteranno più docilmente, ma le promesse di riscatto non mantenute diventano per gli operai uno scandalo intollerabile che ne alimenta il risentimento verso il regime. #Muro30
48. Il contrasto tra le due Berlino si fa ogni volta più evidente: allo sviluppo economico e commerciale della parte occidentale corrispondono immobilismo e grigiore già evidenti nelle strade e nelle piazze dell'Est. Il proletariato si ribella a questa situazione, (...) #Muro30
49. (...) il potere reagisce come farà a Budapest e a Praga anni dopo e l'occidente rimane a guardare. A parte le trasmissioni radiofoniche, nessun incoraggiamento arriva ai manifestanti dalle cancellerie democratiche, nessun appoggio esplicito. #Muro30
50. L'equilibrio di Yalta si rivela intoccabile, il messaggio implicito è che nessuno disturberà i sovietici nelle loro zone di influenza. L'unico segnale politico è che la RFT farà del 17 giugno la propria festa nazionale. Un po' poco per Berlino Est. Mosca prende nota #Muro30
51. La passività occidentale di fronte alla repressione viene immediatamente interpretata dai sovietici come un invito ad alzare la posta. La rivolta di Budapest nel 1956 si conclude allo stesso modo: URSS impone la sua dottrina d'acciaio e le democrazie chinano il capo. #Muro30
52. Negli anni successivi, sulla sorte di Berlino, si apre un periodo di schermaglie diplomatiche poco analizzato (1957-1961) ma piuttosto importante alla luce dei futuri avvenimenti. Kruschev lancia una proposta avvelenata: un nuovo statuto per la città. #Muro30
53. In cosa consiste la sua offerta? Nel fare di Berlino, nel suo insieme, una città riunificata, "indipendente", con un governo proprio, tutelata e garantita dalle quattro potenze e dalle due Germanie. Insomma, un'isola demilitarizzata nel cuore della DDR. #Muro30
54. La nota diretta alle cancellerie occidentali include il divieto di qualsiasi "attività sovversiva" diretta contro il governo delle Germania Est. Facile capire cosa si nasconda dietro questa definizione, a pochi anni dalle manifestazioni di Berlino Est. #Muro30
55. Dietro questa apparente "soluzione diplomatica" l'intenzione dei sovietici è chiara: l'uscita delle truppe occidentali da Berlino Ovest e il via libera al controllo totale della città da parte del Patto di Varsavia non appena si verifichino atti di "insubordinazione". #Muro30
56. A togliere ogni dubbio ci pensa Walter Ulbricht che, al Congresso della SED nell'ottobre del 1958, dichiara senza mezzi termini: "Siccome Berlino si trova nella sua totalità all'interno del territorio della DDR, la sovranità sulla città dev'essere della DDR". #Muro30
57. Una volta abbandonate le ambizioni di diminio sull'intero territorio tedesco, per i sovietici risulta vitale poter controllare almeno la capitale nella sua integrità. L'offensiva di Kruschev nasce da questa esigenza e dalla constatazione della vulnerabilità (...) #Muro30
58. (...) del suo confine occidentale. Ogni anno sono almeno duecentomila i cittadini della Germania Est (e di altri paesi satelliti) che, attraverso i punti di passaggio della capitale, conquistano l'accesso a Ovest per non ritornare. Una emorragia che le autorità (...) #Muro30
59. (...) non riescono a fermare. Tra questi rifugiati più di 3000 medici, 17.000 ingegneri e altrettanti insegnanti. Non più solo la classe operaia ma anche i quadri non politici della nazione scelgono la libertà e mandano un segnale inequivocabile al resto d'Europa. #Muro30
60. Intanto il 7 dicembre 1958 si celebrano le elezioni locali a Berlino Ovest. I socialdemocratici di Willy Brandt (diventato sindaco della città un anno prima) conquistano maggioranza assoluta, seguiti da CDU con il 37%. I votanti esprimono così la loro avversione (...) #Muro30
61. (...) a qsiasi prospettiva di sovietizzazione di Berlino Ovest. La SED, il partito che la propugna, si presenta al voto (qui è permesso farlo) e ottiene un misero 2% dei consensi. Il 31/12 ministri degli esteri di RFT e alleati rispondono no alla "proposta Kruschev". #Muro30
62. Nel maggio del '59 le diplomazie contrapposte si incontrano a Ginevra per continuare i negoziati ma la conferenza si chiude sostanzialmente con un nulla di fatto. È vero che gli occidentali ancora una volta si piegano ad alcune concessioni significative (...) #Muro30
63. (...) - tra le cuali la riduzione dei contingenti militari a Berlino Ovest e la limitazione degli armamenti al tipo convenzionale - ma la loro presenza a difesa della città resta innegoziabile. Gradualmente si impone una certa distensione che si traduce (...) #Muro30
64. (...) sul terreno in una situazione di calma tesa: l'incidente è sempre possibile e le conseguenze difficilmente misurabili. L'abbattimento di un aereo-spia americano da parte dei sovietici e la cattura del pilota rivelano la precarietà della tregua diplomatica. #Muro30
65. Il più consapevole di tutti sembra essere il cancelliere tedesco Conrad Adenauer che, a Washington, fa chiaramente sapere a Eisenhower che qualsiasi negoziato sullo statuto di berlino proposto da Mosca è una trappola nella quale le democrazie non devono cadere. #Muro30
66. Intanto sul fronte orientale cresce l'assertività del governo della DDR, nel tentativo di dimostrare una certa autonomia dalle decisioni di Kruschev. Ulbricht reclama il potere di accreditare le missioni militari al posto dei sovietici (...) #Muro30
67. (...) ma è costretto a fare marcia indietro. In risposta intensifica i controlli su punti di passaggio e aumenta limitazioni in entrata e uscita. L'inverno del '60-'61 si rivela specialmente preoccupante per la sorte di Berlino Ovest. Kruschev si riferisce a RFT (...) #Muro30
68. (...) come a "una minaccia per la pace dell'umanità". A giugno si incontra a Vienna con Kennedy, da poco insediatosi alla Casa Bianca, ma risultato del vertice è di nuovo deludente. Alla fine del mese si svolgono imponenti manovre militari tedesco-sovietiche (...) #Muro30
69. (...) sul territorio della Germania Est. Kennedy si dirige alla nazione per riaffermare l'impegno alla difesa della sicurezza e della libertà di circolazione di Berlino Ovest. Ma queste parole non tranquillizzano nessuno nell'antica capitale, sempre più in balia (...) #Muro30
70. (...) di decisioni prese nelle stanze della SED. Intanto la DDR deve fare i conti con crescenti problemi di scorte alimentari, con un'economia disfunzionale, un livello di vita in costante preggioramento e una costante perdita di popolazione in fuga verso ovest. #Muro30
71. Fa caldo a Berlino nell'estate del 1961. Di notte la polizia si dispone attorno ai canali e ai binari per evitare altre defezioni. A chi comincia a sospettare il peggio Ulbricht assicura che la costruzione di una barriera fisica non è all'orizzonte. #Muro30
72. È vero che da qualche mese circolano avvertimenti espliciti nei confronti di quei lavoratori che fanno la spola tra Est e Ovest. Più di uno si "dimentica" di tornare a casa la sera e, all'interno del flusso costante di "traditori della patria socialista", (...) #Muro30
73. (...) la fuga verso la libertà della classe operaia è specialmente difficile da accettare per il governo comunista. Il 4 agosto autorità introducono il censimento di tutti i frontalieri: da quel momento quelli che decidono di restare ad Ovest espongono non tanto (...) #Muro30
74. (...) se stessi quanto le loro famiglie a misure di ritorsione. Le pene per chi fugge si contano in decenni, anche se generalmente lavoratori che vengono individuati e catturati scontano "solo" 4 o 5 anni, vista la cronica scarsezza di manodopera che affligge la DDR. #Muro30
75. La notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 è un sabato. A Berlino Ovest si va al teatro e al ristorante, come in una sera d’estate qualsiasi. C’è chi decide di andare a trovare la famiglia ad Est, controlli in entrata e uscita, ma si può ancora fare. #Muro30
76. Nessuno immagina davvero quel che sta per succedere, anche se nelle caserme della DDR comincia uno strano viavai di camion carichi di filo spinato, di placche e sacchi di cemento. I passanti osservano incuriositi ma ormai abituati alle stranezze della situazione. #Muro30
77. In fondo, dopo l’esperienza del ponte aereo i berlinesi si sono abituati a tutto, anche se essere sempre al centro delle dispute tra potenze non è una condizione invidiabile. Ma cosa potrà succedere di più grave del blocco di Berlino di 13 anni prima? #Muro30
78. Alle 00:30 di domenica 13 agosto la vita è ancora relativamente “gestibile” nella Berlino divisa. Cinque minuti dopo, alle 00:35, si scatena un dramma politico e umano che occuperà le cronache della Guerra Fredda nei successivi 28 anni. #Muro30
79. Quella è l’ora in cui diverse divisioni dell’esercito popolare tedesco orientale iniziano a schierarsi lungo tutta la linea di confine tra le due Berlino: un soldato ogni due metri, in modo da intercettare qualsiasi fuggitivo dell’ultimo minuto. #Muro30
80. Trenta metri più indietro si dispongono i blindati sovietici. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: siamo di fronte a un avvenimento di portata internazionale e qualsiasi reazione occidentale sarebbe considerata un attacco contro l’Armata Rossa. #Muro30
81. Tutto si svolge formalmente all’interno del territorio della DDR: i militari lasciano uno spazio di qualche metro tra loro e la linea di divisione per evitare ogni accusa di aver invaso Berlino Ovest. Anche il muro sarà costruito rispettando quella distanza. #Muro30
82. Alle tre del mattino, mentre Berlino dorme, il filo spinato separa già concretamente lunghi tratti tra il settore orientale e quello occidentale. L’esercito estende la sua azione sull’intera linea di demarcazione. L’ordine è quello di sparare a vista sui “traditori”. #Muro30
83. Intanto in prossimità della Potsdamerplatz soldati e poliziotti si incaricano di svellere la pavimentazione e sollevare i binari dei tram. L'obiettivo è che al risveglio la circolazione in città risulti impraticabile secondo le regole anteriori. #Muro30
84. È fondamentale che, nell'impossibilità di un controllo capillare immediato su tutti i punti di passaggio, sia materialmente impossibile spostarsi da una zona all'altra senza passare attraverso i controlli e gli sbarramenti armati. #Muro30
85. La metropolitana e i treni sono fermi dall'una del mattino, l'ambasciata sovietica è protetta da truppe d'assalto e i quartieri residenziali della nomenklatura comunista circondati dalle forze dell'ordine. La notte in cui Berlino viene recintata, la senzazione (...) #Muro30
86. (...) prevalente è comunque quella di una certa improvvisazione, in un succedersi di uniformi che si danno il cambio disordinatamente nei punti caldi, nel tentativo di chiudere al più presto ogni possibile via di fuga. #Muro30
87. Il dramma, per la gente comune, comincerà la mattina dopo, quando la "nuova situazione" prenderà gradualmente forma davanti agli occhi dei berlinesi. Quella notte, ad avere coscienza della portata degli avvenimenti sono le persone coinvolte in prima persona (...) #Muro30
88. (...) nella disputa politica vera e propria: militanti, dissidenti, organizzazioni occidentali di accoglienza dei rifugiati, servizi di informazione, diplomatici e militari. Non che sappiano molto dei dettagli dell'operazione "muraglia cinese", in verità, (...) #Muro30
89. (...) ma certamente intuiscono che da quel momento il destino di Berlino (ma anche dell'Europa e del resto del mondo) ha imboccato una nuova direzione, ancora più complessa, pericolosa e inumana della precedente. Quando albeggia la ferita è già profonda. #Muro30
90. Davanti alla Porta di Brandeburgo sei compagnie di blindati si schierano a difesa della menzogna che copre il delitto: ufficialmente, secondo la propaganda tedesco-orientale, barriera si costruisce per proteggere Berlino Est "dall'invasione di truppe occidentali (...) #Muro30
91. Intanto sul lato ovest i manifestanti si concentrano a migliaia, mantenuti a distanza di sicurezza dalle forze dell'ordine per evitare incidenti maggiori. Gli slogan rivolti contro i soldati della DDR in realtà sono diretti a Mosca e ai suoi protegés locali. #Muro30
92. Questo assembramento è la prima dimostrazione visiva di uno dei più tragici paradossi del socialismo reale: a essere circondata dal filo spinato (e poi dal Muro) è Berlino Ovest ma ad essere imprigionati dalla loro classe dirigente sono i cittadini della Germania Est. #Muro30
93. In questa domenica di stupore e paura si consumano gli ultimi tentativi di fuga, prima che la consistenza della barriera li renda impraticabili. Riescono a passare il confine, approfittando punti non controllati, alcune migliaia di persone, lasciandosi dietro (...) #Muro30
94. (...) beni materiali, ricordi e spesso famigliari che scelgono di rimanere nonostante tutto. È di questi giorni una foto che farà il giro del mondo: quella del soldato semplice Konrad Schumann, immortalato nel suo salto verso occidente (...) #Muro30
95. (...) dal fotografo Klaus Lehnartz. Una delle immagini iconiche della Guerra Fredda. I punti di passaggio ufficiali tra le due Berlino si riducono da ottantasette a tredici, strettamente controllati, tra i quali il mitico Checkpoint Charlie, riservato agli alleati. #Wall30
96. Il fine settimana della vergogna vede i massimi mandatari delle potenze occidentali tutti in vacanza. Sono quindi gli stati maggiori alleati in loco a occuparsi di una questione più grande di loro. Qualsiasi risposta militare viene subito esclusa (...) #Muro30
97. (...) vista anche la sproporzione di forze rispetto al contingente sovietico. Tutto si risolve quindi in un comunicato fatto pervenire al comando militare russo che lascia il tempo che trova. Ancora una volta si impone lo status quo deciso ad Est e la delusione (...) #Muro30
98. (...) tra i berlinesi. Mentre ad ovest le proteste sono disperse dalla polizia solo Willi Brandt sembra reclamar una risposta energica da parte alleata. Il messaggio che arriva agli abitanti di Berlino Est è da subito sconfortante: la loro sorte (...) #Muro30
99. (...) non costituirà un casus belli per l'occidente. Nessuno in Europa e in America farà la guerra per Berlino. Il giornale della SED riproduce ironicamente l'editoriale della Bild Zeitung che condanna la passività delle democrazie. Questa assenza di reazione (...)
100. (...) sembra sospetta perfino ad Est, dove qualcuno si aspetta una risposta come avvenne per il Blocco di Berlino. Ma non arriverà e il conformismo diventerà una costante delle relazioni Est-Ovest in Europa, almeno fino agli anni '80. L'unica cosa (...) #Wall30
101. (...) che sembra interessare agli alleati è che i loro diritti di circolazione non vengano toccati. La porta di Brandeburgo è chiusa ma il checkpoint Charlie rimane aperto. E tanto basta per l'acquiescenza. Ma nei fatti cosa implica per le relazioni politiche (...) #Muro30
102. (...) il Muro incipiente? Formalmente, ironia della storia, lo statuto quadripartito è ancora in vigore ma in sostanza è morto e sepolto. Per cominciare Berlino Est è accettata di fatto come la capitale della DDR, mentre Berlino Ovest non lo sarà mai della RFT. #Muro30
103. Ma non basta. Il silenzio occidentale consente al governo tedesco-occidentale (leggasi sovietico) di circondare permanentemente la zona Ovest con i suoi soldati, di modificare a suo favore le vie di transito della città e soprattutto (...) #Muro30
104. (...) di uccidere chiunque cerchi di sottrarsi allla dittatura fuggendo dall'altra parte, in spregio di qualsiasi trattato internazionale. Nessuno a Mosca credeva che sarrebbe stato così semplice, in fondo. #Muro30
“Tedesco-orientale”, ovviamente
105. Il 15 agosto comincia costruzione del Muro vero e proprio, prevista fin dall'inizio dell'operazione. Non sarà impresa facile né di corta durata (di fatto si prolungherà negli anni), ma i punti strategici sono assicurati fin da subito: piazze o vie ampie soprattutto. #Muro30
106. Fanno loro comparsa 2 elementi che caratterizzerano il panorama della divisione da allora in poi: enormi proiettori per scongiurare evasioni notturne e permettere l'edificazione del Muro anche con buio e la collocazione di postazioni di soldati con mitragliatrici. #Muro30
107. Ma quel che più preoccupa le autorità di Berlino Est è il controllo dei passaggi sotterranei di cui la città è abbondantemente dotata. Si decide così di recintarli e di sigillare tutti i tombini in prossimità dei canali. Sembrano dettagli secondari (...) #Muro30
108. (...) ma danno la misura della paranoia che accompagna l'edificazione della barriera. Ma ci sono anche casi più peculiari, per esempio le case sulla Bernauer Strasse, con entrata ad Est e una finestra affacciata sull'occidente. La polizia blinda le uscite (...)
109. (...) ma chi può... salta. È una delle scene immortalate dalle macchine fotografiche che resteranno nella memoria della divisione europea per sempre. Il tragico e il grottesco si mescolano in quelle prime caotiche giornate in cui la storia si fa beffe della ragione. #Muro30
110. Sono cinque le amministrazioni adibite alla costruzione del Muro. La Stasi, ovviamente, incaricata della sorveglianza, l'esercito, la polizia popolare (VoPo), quella di frontiera e le milizie operaie, teoricamente volontari per l'ordine pubblico. #Muro30
111. Siccome si tratta di un'opera imponente (bisogna costruire lungo centinaia di chilometri di perimetro) il governo mobilita anche i pionieri, organizzazione giovanile che il futuro presidente della DDR Honecker aveva diretto nel passato. #Muro30
112. Una grande dimostrazione di fervore collettivo "per assicurare la pace e la sicurezza" della DDR, secondo le consegne del regime che, attraverso la Neues Deutschland, si incarica di far sapere ben presto che "tutto sta procedendo a gonfie vele". #Muro30
113. Certo rimangono alguni problemi logistici, come per esempio quello di ricollocare le decine di migliaia di lavoratori che fino a qualche giorno prima si guadagnavano il pane ad ovest, ma la patria socialista troverà presto loro un'occupazione, indipendentemente (...) #Muro30
114. (...) dai loro titoli professionali. Lavoratori "recuperati al socialismo" dopo aver goduto per anni dei salari occidentali. In generale Stasi si incarica di mantenere il controllo delle fabbriche per evitare sorprese mentre nelle strade qualsiasi assembramento (...) #Muro30
115. (...) è disperso con massima celerità. Cosa pensa la popolazione di Berlino Est di tutto quanto succede davanti ai suoi occhi? Inutile dire che nessuno glielo chiederà mai perché la vita, dietro al Muro "di difesa antifascista", deve andare avanti secondo programma. #Muro30
116. La costruzione del Muro si effettua in quattro fasi (chiamate le quattro generazioni). La prima. Sostituzione del filo spinato con una barriera solida. Inizialmente si tratta di pannelli di cemento mischiato con ghiaia, che è quello che passa il convento al momento. #Muro30
117. Contemporaneamente comincia la distruzione degli edifici che toccano la linea di divisione o permettono di osservare al di là del Muro. Le famiglie vengono avvisate all'ultimo momento e ricollocate il più lontano possibile della zona. #Muro30
118. Seconda fase. L'agglomerato di cemento e ghiaia è rimpiazzato da pannelli di cemento armato. Nel corso degli anni fanno la loro comparsa i cani poliziotti e diversi dispositivi di controllo: mine antiuomo, filo spinato elettrificato, pali metallici (...) #Muro30
119. (...) all'altro lato della barriera, distesa di sabbia in gardo di registrare eventuali impronte. A metà degli anni '60 - la terza fase - sono già più di 200 i bunker construiti sul confine e le postazioni di tiro blindate. All'inizio degli anni '70 opera è completa #Muro30
120. (...) lunghi tratti di Muro vengono rinforzati sotto forma di striscia continua di cemento sigillata nella parte superiore da un'ulteriore barriera metallica. Una enorme prigione, dalla quale si può provare ad evadere solo a proprio rischio e pericolo. #Muro30
121. Infatti fin dall'agosto 1961 il Muro produce i suoi primi morti. Il 19, sei giorni dopo la chiusura, Rudolf Urban salta da una finestra di un edificio sul confine e si sfracella al suolo. Il 24 Günther Liftin corre verso il filo spinato con l'intenzione (...) #Muro30
122. (...) di scavalcarlo ma viene ucciso da uno sparo poco prima di raggiungerlo. Sono loro le prime vittime. Continueranno ad essercene fino al 1989. Il 13 febbraio dell'anno della liberazione Chris Geffroy, vent'anni non ancora compiuti, (...) #Muro30
123. (...) viene abbattuto da guardie di confine. L'anno prima Winfried Frundenberg muore di freddo nella carlinga del pallone aerostatico che ha costruito per raggiungere Berlino Ovest dall'aria. Una lunga lista il cui numero è incerto, perché i registri ufficiali (...) #Muro30
124. (...) sono tenuti dalla Stasi. Le cifre più prudenti parlano di 138 persone, quelle più verosimili si 270, a cui vanno aggiunte tutte le vittime che da altri punti del confine tra le due Germanie provano la fuga con i mezzi a disposizione. #Muro30
125. Due soli gruppi sociali fanno eccezione: ai pensionati, a partire dalla fine degli anni '70, vengono concesse agevolazioni di transito per andare a trovare le famiglie ad ovest. DDR non li considera più forza lavoro attiva e la ev. perdita è considerata assumibile. #Muro30
126. E poi gli "indesiderabili", persone che benché il regime non consideri oppositori diretti (quelli sono perseguitati o in carcere) vivono in posizione di passività la loro disconformità: quote annuali di "emigrazione" retribuite sono stabilite d'accordo con la RFT. #Muro30
127. La storia delle fughe da Berlino Est meriterebbe un capitolo a parte: dalle più rudimentali a bordo di veicoli che tentano di sfondare il Muro, alle piu sofisticate, con veicoli adattati per nascondere i candidati all'evasione nel telaio o nel bagagliaio. (...) #Muro30
128. (...) Le più sconsiderate: i tentativi individuali, diurni o notturni, quasi sempre tragici. Le più poetiche, quelle dal cielo. Ma le più spettacolari sicuramente le avventure sotterranee. Il tunnel è stata la risorsa preferita dei fuggitivi, spesso coronata (...) #Muro30
129. (...) da successo. Come quando un gruppo di studenti, nella primavera del 1964, concepiscono un piano che li porterà, sei mesi dopo, a realizzare la più clamorosa fuga della storia del Muro: 57 persone raggiungono l'ovest attraverso (...) #Muro30
130. (...) un passaggio sotterraneo di settanta centimetri d'altezza. Gli scavi partono da lontano, per non destare sospetti. Il tunnel misurerà alla fine 145 metri, da percorrere con maschere anti-gas (i VoPo non vanno tanto per il sottile in questi casi), (...) #Muro30
131. (...) attrezzature elettriche di fortuna e perfino una sorta di mini-teleferica per la risalita. La storia della divisione di Berlino, al di là delle dinamiche politiche che la sottendono, è soprattutto quella delle speranze individuali mai del tutto spente, (...) #Muro30
132. (...) nonostante la repressione e il conformismo imposto dalla dittatura. Una dittatura che non esita a uccidere per evitare l'onta del rifiuto dei suoi cittadini. Tra i casi più drammatici di fughe non riuscite quella di Peter Fechter, colpito al ventre (...) #Muro30
133. (...) dai cecchini, e morto dissanguato dopo un'agonia di 50 minuti, senza che nessuno lo vada a soccorrere. Meglio fermarsi qui. Negli anni Berlino, come tutta la Germania Est, impara a resistere, a convivere con qualla barriera fisica e mentale che il potere (...) #Muro30
134. (...) le ha imposto. Il regime cerca diversivi: la promozione della cultura ufficiale e dello sport per esempio. Ma è l'ambito intimo e famigliare, come in ogni dittatura comunista, l'unico vero spazio in cui i legami si rafforzano al di fuori del sistema ortopedico. #Muro30
135. Tra le forme di resistenza, a parte la dissidenza esplicita, si fanno sempre più frequenti con gli anni gli atteggiamenti di indifferenza e di non collaborazione con l'autorità. Fare il minimo indispensabile approfittando al massimo di quello che lo stato offre (...) #Muro30
136. All'inizio degli anni '80 ci sono giovani che non hanno conosciuto altro che il Muro. La loro esistenza non contempla un'altra realtà e paradossalmente è proprio quella presenza che li spinge a pensare con crescente intensità a quel che c'è di là. (...) #Muro30
137. Nel 1987 un concerto rock organizzato sul lato occidentale attira in prossimità del Muro migliaia di giovani. La polizia e la Stati si incaricano di mantenerli a distanza ma a metà performance la folla comincia a scandire "Questo Muro deve sparire". #Muro30
138. Sono troppo numerosi per essere arrestati tutti, troppo alto il volume degli altoparlanti per sentire gli avvertimenti delle autorità. Le forze di polizia riescono a disperdere l'assembramento. Ma non a fermare la storia. È l'inizio della fine. #Muro30
139. In quell'anno 1987, sempre davanti alla Porta di Brandeburgo, succede un'altra cosa importante. Un discorso. Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli stati Uniti, lo pronuncia nel pomeriggio del 12 giugno con il Muro sullo sfondo. #Muro30
140. Le guardie della DDR osservano dalle torrette con il cannocchiale mentre una folla di cittadini tedesco-orientali viene ricacciata indietro dalla polizia nel tentativo di avvicinarsi al confine per ascoltare, come in quel famoso concerto, attraverso gli altoparlanti. #Muro30
141. Reagan parla con calma, cita i suoi predecessori recatisi a Berlino durante la Guerra Fredda, Kennedy su tutti, autore di un altro famoso discorso più di vent'anni prima, ma anche Carter. Parla della "cicatrice " che divide la città, dei venti di cambiamento (...) #Muro30
142. (...) che provengono da Est, in riferimento a Gorbachev. Poi l'affondo, che rimarrà nella storia per quello che accadrà poco più di due anni dopo: "Mr. Gorbachev, tear down this Wall!". #Muro30
143. La folla di Berlino Ovest applaude e sventola bandiere americane ma paradossalmente quell'invocazione non suscita in quel momento l'attenzione che il tempo le avrebbe restituito. Il discorso viene relegato nelle pagine interne dei quotidiani USA ed europei (...) #Muro
144. (...) assuefatti come tutti allo status quo e a certa retorica senza risultati. Quelle parole non sono una sfida, come molti interpreteranno accusando il cowboy di "provocare il nemico". Sono un appello all'uomo che Reagan identificava come artefice (...) #Muro30
145. (...), in parte suo malgrado, di un cambiamento reale nelle relazioni Est-Ovest. Un capolavoro di equilibrio, che accontenta gli irriducibili dell'anticomunismo in patria mentre riconosce a Gorbachev la strada percorsa e gli indica il cammino per completare l'opera. #Muro30
145. Allo stesso tempo un messaggio ai tedeschi dell'Est e a tutta l'Europa Orientale che il cambiamento è possibile e che la democrazia americana è con loro. Un discorso che non viene capito dai contemporanei e che per poco rischia di non essere nemmeno promunciato. #Muro30
146. È proprio quella frase a non piacere al Dipartimento di Stato e al Consiglio di Sicurezza Nazionale, che la considerano "goffa" e "inutilmente provocatoria", in un'epoca in cui la distensione e la relazione personale tra i due leaders (...) #Muro30
147. (...) stava dando i suoi frutti in termini di disarmo nucleare. Ma Reagan capisce che proprio quel nuovo clima permette di lasciare un ventennale immobilismo alle spalle e di osare. Al suo speechwriter costretto a riscrivere sette volte la bozza (...) #Muro30
148. (...) e al vice capo di stato maggiore che lo accompagna fino alla porta di Brandeburgo, il cowboy spiega che il presidente è lui e che la frase rimarrà così come è stata scritta originalmente. Il Muro non cadrà per quel discorso, ma quel discorso rimarrà (...) #Muro30
149. (...) per sempre associato alla causa della libertà nell'Europa orientale e parte integrante dell'identità democratica dell'occidente. Riascoltare quelle parole è, nell'attuale crisi di consapevolezza delle democrazie liberali, un balsamo riconfortante. #Muro30
150. I cittadini dell'Europa orientale votarono con i piedi. È un'espressione che ha fatto fortuna, che spiega esattamente cosa successe nelle settimane tra il maggio e il novembre di quel fatidico 1989. Torniamo al presente della nostra storia e proviamo a spiegare pché. #Muro30
151. La fine di Eric Honecker, del Muro di Berlino, della DDR e dell'intera cortina di ferro comincia a 700 km. di distanza, in un paese che sta già vivendo da qualche mese la stagione delle riforme e che sarà chiave nel cambiamento epocale dei mesi a venire: l'Ungheria. #Muro30
152. Mentre a Berlino Est si festeggia in pompa magna il 1º maggio dei lavoratori nel quarantennale della DDR, a Budapest il primo ministro Németh prende una decisione senza precedenti: smantellare la barriera elettrificata al confine tra Ungheria e Austria. #Muro30
153. È una volontà maturata da tempo e già annunciata mesi prima allo stesso Gorbachev, al quale ha comunicato di non avere più i fondi per mantenerla. I soldi mancano davvero ma la ragione di fondo è tutta politica: intenzione di Németh è smantellare la cortina di ferro. #Muro30
154. Il governo ungherese non è solo in questa sfida portata dall'interno del sistema: da tempo sono in corso colloqui con il governo della RFT e la strategia è stata attentamente pianificata. Il messaggio arriva diretto a Honecker e alla SED: Ungheria è meta estiva (...) #Muro30
155. (...) di migliaia di tedeschi orientali che possono muoversi solo all'interno del blocco comunista. Se turisti che passano le vacanze in territorio ungherese trovano la frontiera con l'Austria (e quindi con l'occidente) aperta, è probabile che non tornino più a casa. #Muro30
156. La svolta di Budapest si traduce immediatamente in una minaccia esistenziale per il regime di Honecker e l'intero blocco comunista. Il senso della mossa di Németh è così chiaro che diventa l'unico argomento della riunione del Patto di Varsavia, convocata (...) #Muro30
157. (...) a Bucarest all'inizio di luglio. L'ordine del giorno è "fermare la controrivoluzione", come nel 1956 e nel 1968. Ceausescu conduce l'affondo a nome del nucleo duro rappresentato da DDR, Cecosclovacchia e Bulgaria. Ma Gorbachev e Németh sono (...) #Muro30
158. (...) su un'altra lunghezza d'onda. Linea Honecker esce sconfitta dal vertice, il Patto non interverrà. L'autorità del leader della SED esce fortemente pregiudicata da quell'incontro e le conseguenze si faranno presto sentire in patria. Le televisioni della RFT (...) #Muro30
159. (...), che si ricevono anche ad Est, continuano a mandare in onda immagini della recinzione tra Austria e Ungheria, ormai divelta in numerosi punti di passaggio. In realtà i controlli esistono ancora, e passare a Ovest non è così automatico come potrebbe sembrare. #Muro30
160. Ma a livello simbolico e psicologico quella breccia diventa immediatamente un segnale di speranza per una popolazione la cui massima aspirazione era proprio quella di viaggiare oltreconfine, di uscire dalla prigione che il comunismo le aveva costruito attorno. #Muro
161. L'occasione la fornisce un gigantesco picnic organizzato sul confine austro-ungarico il 19 agosto. Lo chiamano "picnic paneuropeo" e, al di là della retorica sulla fratellanza tra i popoli, il suo obiettivo è quello di far passare la maggior quantità possibile (...) #Muro30
162. (...) di tedeschi dell'Est. La Stati, che segue i turisti in vacanza, li avverte che qualsiasi defezione sarà castigata severamente e li "invita" a tornare a casa. Ma quel pomeriggio sono decine e decine le Trabant parcheggiate lungo la strada, abbandonate (...) #Muro30
163. (...) per sempre dai loro proprietari. Seicento persone varcano la frontiera quel giorno per non tornare più. Anche se la paura e l'incredulità continuano ad avere la meglio, anche se la stessa notte le milizie della DDR si incaricano di allontanare dal confine (...) #Muro30
164. (...) i turisti in coda, anche se si ascoltano spari nel buio, il picnic paneuropeo si rivela un punto di non ritorno. La cortina di ferro è ufficialmente aperta, e si tratta "solo" di trovare il modo di guadagnare la via d'uscita attraverso quei varchi. #Muro30
165. A fine agosto sono già 150.000 i profughi in Ungheria, molti dei quali riuniti in campi di accoglienza. Lo stallo va risolto. Il 10 settembre la frontiera ungherese è ufficialmente dichiarata aperta. L'Ungheria permette ai tedeschi dell'Est di emigrare liberamente. #Muro30
166. Il primo giorno varcano la frontiera più di 8.000 persone, tre giorni dopo sono già 40.000. La grande fuga è cominciata e giornalisti e televisioni da tutto il mondo accorrono alla frontiera per trasmettere la fine di un'epoca, in diretta. A Berlino Est (...) #Muro30
167. (...) nei palazzi del potere si mescolano rabbia e incredulità per "l'attacco al socialismo" condotto dai traditori ungheresi in combutta con il governo di Bonn. In gioco c'è la sopravvivenza della Germania orientale e della sua nomenklatura, sempre più spiazzata da eventi.
168. La reazione si fa attendere ma arriva finalmente a fine settembre, quando Honecjer esce dall'ospedale in cui era ricoverato per un intervento chirurgico. Il leader della DDR chiede e ottiene dall'alleato cecoslovacco Miloš Jakeš la chiusura della frontiera (...) #Muro30
169. (...) con l'Ungheria, affiché i tedeschi orientali non possano guadagnare l'occidente attraverso Budapest. Migliaia di emigranti in transito si ritrovano bloccati all'interno del territorio cecosclovacco. Alcuni fanno marcia indietro, altri si rifugiano (...) #Muro30
170. (...) nell'ambasciata della RFT a Praga. La polizia chiude vie d'accesso al palazzo Lobkovitz ma i tedeschi riescono, attraverso passaggi laterali, a introdursi nei giardini della sede diplomatica. Presto il fiume diventa una marea, uomini, donne e bambini accampati. #Muro30
171. Scene simili di verificano all'ambasciata della RFT a Varsavia, che diventa il secondo versante della grande fuga. Jakes comunica a Honecker che la sua precedente decisione non può più essere mantenuta e che Berlino deve trovare una soluzione. #Muro30
172. I colloqui internazionali si succedono e alla fine il Politburo della DDR decide di "liberarsi" dei profughi attraverso treni speciali diretti da Praga alla Germania occidentale. Con una condizione: che i convogli attraversino il territorio della Germania Est. #Muro30
173. La decisione sa di trappola (che succederà una volta entrati in territorio orientale?) ma nei fatti si rivela un boomerang (l'ennesimo) peri il governo comunista di Honecker. L'esodo di 10.000 rifigiati su 14 treni rappresenta per loro la libertà ma per la DDR (...) #Muro30
174. (...) è la viva immagine della sconfitta. Lungo il tragitto migliaia di tedeschi-orientali si affollano alle stazioni cercando di salire sui treni ma vengono allontanati brutalmente dalla polizia, soprattutto a Dresda, Karl Marx Stadt (oggi Chemnitz) e Reichenbach. #Muro30
175. Così, mentre il ministro degli esteri della RFT Genscher annuncia tra grida di giubilo dal balcone dell'ambasciata che i profughi possono partire, nella DDR si preparano le manifestazioni di protesta che abbatteranno il regime in poco più di un mese. #Muro30
176. Ispirati da fuga autorizzata dei propri connazionali, negli stessi giorni 20.000 tedeschi dell'Est attraversano il Danubio tra la Cecoslovacchia e l'Ungheria mentre viene organizzato un ponte aereo tra Varsavia e Francoforte per evacuare gli altri rifugiati in Polonia.
177. Alla luce degli avvenimenti nelle diplomazie occidentali comincia a ponderarsi la prospettiva di una futura riunificazione tedesca. Mitterand la giudica "impensabile", Margaret Thatcher "indesiderabile", mentre Bush dice di "non temerla". #Muro30
178. Kohl continua a tessere la sua trama, l'unico a comprendere fino in fondo la portata e il significato storico di quanto sta accadendo. Se la DDR imploderà, l'unificazione non sarà una semplice opzione, ma una scelta obbligata. Il tempo gli darà ragione. #Muro30
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