Thread by @beabri

Oggi Matteo Salvini, leader del partito alla guida della Regione Lombardia, la più duramente colpita dall’epidemia di Covid19, spinge per riaprire proprio da lì.

Ecco. Stia in silenzio, almeno ora.

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Stia in silenzio chi il 27 febbraio, quando l’emergenza sanitaria poteva ancora essere evitata, invitava a “riaprire”, “riaprire”, “riaprire tutto".

Chi sulla necessità di aprire e chiudere ha cambiato linea tante, troppe volte, spinto solo dall’emozione del momento e dalle pressioni di qualche gruppo di interesse che non capiva, o fingeva di non capire, la gravità della situazione.

Chi per tutta la durata della crisi non ha smesso per un secondo di elogiare il “modello” Lombardia.

La Lombardia.

La regione dove sono stati spesi 21 milioni di euro per aprire l'ospedale in Fiera, che al momento ospita 10 pazienti.

La regione in cui non si trovano né dispositivi di protezione individuale né tamponi o test sierologici per iniziare a capire l’esatta entità dell’estensione del contagio.
La regione del Pio Albergo Trivulzio, l’RSA in cui sono morte centinaia di anziani. Centinaia di persone.

La regione di Bergamo, che ha visto portare via le bare dei suoi cittadini dai camion dell’esercito perché non aveva più posto per accogliere i morti.
La regione di Milano, dove nelle ultime settimane sono morte 1000 persone, e dove la curva dei contagi non diminuisce ancora.

La frenesia dell’accumulazione di ricchezza ha prevalso sulla salute pubblica lombarda (e italiana) a metà febbraio: sono passati due mesi, e questa brutta storia non ha insegnato niente a chi governa la regione, tantomeno al Segretario del partito che ne esprime la maggioranza.

Riaprire altrimenti il paese muore, dice Salvini, mentre non vede che è la Lombardia il Paese che muore.

E pensare di ripartire aprendo quella che dovrebbe essere la zona rossissima di Italia è folle, oppure è criminale.