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Salvini sembra essere molto confuso sul tema dell'#aborto, a giudicare dalle sue dichiarazioni di ieri.

Ma, visto che insiste a volerne parlare, facciamo chiarezza: magari può essergli utile.
1) Nessuna donna abortisce in Pronto Soccorso: l’interruzione volontaria di gravidanza è regolata dalla Legge 194, che prevede un percorso lungo e tortuoso: certificato di gravidanza, colloquio obbligatorio con un medico, 7 giorni obbligatori di attesa. Infine l’operazione.
2) Qualcuno chiede di abortire in Pronto Soccorso? Sì, sono le donne (spesso quelle più in difficoltà) che non hanno idea dell’esistenza dei consultori, e che vengono rimandate a casa.
3) A cosa si riferiva Salvini, allora? Probabilmente alla cosiddetta “pillola del giorno dopo”, che può essere effettivamente data in pronto soccorso, oltre che nelle farmacie e nelle parafarmacie.
4) In commercio esistono due tipi di pillola del giorno dopo: Norlevo (Levonorgestrel) e Ellaone (Ulipristal acetato). Entrambe vanno assunte il prima possibile dal rapporto a rischio, la prima necessariamente entro 72 ore, la seconda entro 120 ore.
5) Qui c’è il punto chiave: la “pillola del giorno dopo” NON è un metodo abortivo, ma anticoncezionale. Agendo prima del concepimento, blocca l’ovulazione e la sposta di circa cinque giorni, rendendo infecondabile l’ovocita.
6) “Fa male”, come dice Salvini? No. Lo ha spiegato Emilio Arisi, ginecologo e presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione: “In quanto ai fenomeni collaterali non esiste farmaco che non ne abbia dall’aspirina agli antibiotici...
... Nel caso della CE sono modesti e di poco significato clinico, a maggior ragione se posti in relazione con l’obiettivo che si vuole ottenere con la contraccezione emergenza, cioè evitare una gravidanza non desiderata con tutti i suoi ben maggiori problemi medici e sociali”.
7) Perché in pronto soccorso? Perché, anche se i farmacisti non possono avvalersi dell’obiezione di coscienza, non sempre i farmaci sono reperibili e sono molti i casi in cui i farmacisti si sono rifiutati di venderli, adducendo motivazioni etiche...
... Alcuni di questi casi sono finiti in tribunale: in uno di questi, chiusosi nel 2018 con l’assoluzione del farmacista non perché il suo comportamento fosse stato legittimo ma per la “tenuità del fatto”, l’avvocato dell’imputata era - rullo di tamburi - Simone #Pillon.
8) Qui c’è un altro punto chiave: la tendenza dell’ultradestra, ben rappresentata da Salvini e Pillon, è di spacciare la contraccezione di emergenza per aborto.
“La somministrazione della pillola abortiva o di altri tipi di farmaci non è uno scherzo”, aveva detto Vito Comencini, consigliere comunale della Lega di Verona, capitale italiana (e mondiale, dopo il Congresso della Famiglia dell’anno scorso) degli anti-choice.
“Siamo felici che la Corte abbia voluto mandare esente da responsabilità penale la nostra assistita, che ha scelto coraggiosamente di difendere la vita umana fin dal concepimento”, aveva detto lo stesso Pillon. Obiettivo? Il solito. Colpevolizzare le donne, ridurre i loro diritti
9) La dichiarazione di Salvini, quindi, è strumentale, come tutte le sue dichiarazioni: prende un caso limite (una donna che ricorre alla contraccezione d’emergenza per sette volte), cambia i termini del discorso (non “ricorrere alla contraccezione d’emergenza” ma “abortire”)...
... aggiunge un tocco di razzismo (le donne nel suo discorso sono “straniere”) e strizza l’occhio all’ultradestra bigotta che continua a rappresentare, nonostante le “svolte moderate” di cui tanto si sente parlare.
Un ultimo appunto: chi vuole davvero ridurre il numero di aborti in Italia (anzi, meglio sarebbe dire “continuare a ridurre”, visto che il numero è in calo da anni, anche grazie al ricorso alla contraccezione d’emergenza) dovrebbe puntare su tre aspetti, come già dicevo ieri.
- Bisogna rilanciare sulle politiche per le famiglie, considerando le loro necessità e i loro bisogni durante tutto l’arco della loro vita (non solo al momento del concepimento).
- Bisogna che lo Stato faccia un investimento significativo sui consultori, spesso in difficoltà;
Bisogna fare una corretta educazione alla sessualità, che passi anche attraverso la contraccezione gratuita per alcune categorie a rischio.

Dovrebbe far riflettere che Salvini e i suoi, di tutto questo, non vogliano assolutamente occuparsi. E, anzi, si siano sempre opposti.
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