Ci si aspetterebbe che fossero pronti piani e protocolli utili a ricominciare con dignità e rispetto, senza venire considerati una spesa improduttiva, incapace di contribuire al funzionamento della società, come avviene da sempre, in particolare nell’ultimo anno.
E invece no.
E invece no.
Gli universitari sono dimenticati non solo dalle istituzioni, ma anche dal dibattito pubblico che, tardivamente, tenta di recuperare mesi di quiescenza sulla scuola.
Un Paese coeso e lungimirante ripartirebbe dalle istituzioni che si occupano di #Istruzione, in grado di restituire alla comunità un benessere sociale ed economico, invece ci ritroviamo un Ministro dell’#Università assente.
Un Ministro allineato con l’idea per cui gli studenti dovrebbero continuare i loro studi come se nulla fosse, nonostante lo stravolgimento metodologico e accettando tacitamente una falsa equità nella qualità dell’insegnamento e delle esperienze.
Come se non ci fossero conseguenze sulla completezza degli apprendimenti e come se tutti avessero gli strumenti per usufruire della #didatticaadistanza.
Due settimane fa il Ministro #Manfredi assicurava garanzie e allargamenti nel #dirittoallostudio, svelando però l'impossibilità di una ripresa completa delle lezioni in presenza e vantandosi dell'accresciuto numero di lauree durante il #lockdown.
È una retorica che sminuisce l’#Università trasformandola in un vero e proprio “esamificio”, dove poco conta il percorso di chi la vive, che viene ridotto a una merce da impacchettare a lanciare in un mondo del lavoro degradato e alienante.
Servono lungimiranza e chiarezza: chi studia non può continuare a brancolare nel buio.
Servono priorità non dettate da frivoli interessi economici di parte: non vogliamo più vedere facoltà, #biblioteche, laboratori vuoti, quando tutto il resto ha ripreso un’attività regolare.
Servono priorità non dettate da frivoli interessi economici di parte: non vogliamo più vedere facoltà, #biblioteche, laboratori vuoti, quando tutto il resto ha ripreso un’attività regolare.
