Nella prolusione di oggi, il direttore della @scuolanormale ha messo in guardia su un dato su cui riflettere: l'estrazione sociale degli allievi ammessi negli ultimi anni si è fatta sempre più alta, con un trend in questo senso ormai significativo.
Per i suoi numeri minuscoli, la Scuola non può essere in sé uno strumento universale di promozione delle opportunità di studenti socialmente svantaggiati, anche se la gratuità degli studi e della sistemazione hanno consentito nel tempo ad alcuni individui di approfittarne...
...in modo altrimenti impensabile per cambiare la loro vita.
E' dunque bene che questa possibilità torni a farsi frequente, ma anch'io non credo che una riforma dell'ammissione che tenga conto delle origini sociali sia la strada giusta
Per sua natura, la Normale è un punto di arrivo per una pattuglia di ragazzi e ragazze (ancora poche, e anche questo è un problema che è stato sollevato) che sicuramente hanno un talento non comune, ma che soprattutto hanno avuto occasione di svilupparlo in ottime scuole...
...e attraverso esperienze culturali e formative di rilievo. Gli esiti del concorso ci dicono che queste esperienze scolastiche ed extrascolastiche sono ancora disponibili, ma che per "agganciarle" serve avere alle spalle disponibilità economiche...
...e genitori abbastanza preparati da essere consapevoli della loro importanza. Gli esiti dei concorsi anche solo di 10-20 anni fa, però, ci dicono che allora la situazione non era così, e che è possibile mettere a disposizione un percorso di alto profilo a tutti e a tutte
E' a quel livello che bisogna intervenire, colpendo le disuguaglianze socio-culturali che sono tornate ad acuirsi, per far ritornare il percorso scolastico una finestra di opportunità come in Italia è stato per troppo poco tempo
E in questo senso il discorso della "povertà educativa" certo non si esaurisce in semplici fattori di natura economica, ma è comunque profondamente intrecciato ad essi, e può trovare soluzione solo in un'azione che li prenda in considerazione e li colpisca

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14 Dec
THREAD 👇👇👇
per mettere insieme, per l'ennesima, volta, qualche spunto sul tema del comportamento professionale dei docenti in un'arena pubblica (quale può essere questa), sul crinale (delicato ma non impossibile da affrontare) delle libertà di espressione e ricerca
La professione accademica non è di quelle che si fanno con orario di ufficio. Un professore è sempre un professore, e sempre gode dei privilegi funzionali al suo ruolo. Privilegi legislativi, come la libertà accademica, ma soprattutto privilegi di considerazione culturale
Io, per fare un esempio, quando parlo di storia delle politiche scolastiche e universitarie e di storia intellettuale lo faccio col fatto che quello che dico non ha lo stesso peso di quello che scrive il primo che passa, e se qualcuno se lo dimentica non esito a ricordarglielo
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30 Nov
THREAD 👇👇👇
sull'#universita, dove spero di dire una volta per tutte quel che penso su questa storia
Manfredi è (oggi) un politico. Un politico fa politica. Se la facesse più spesso, anche tirando le coltellate quando serve, sarebbe un ministro migliore.
Oggi ha fatto politica
I dati di qualità degli atenei sono sempre contraddittori, poco maneggevoli per la scarsa trasparenza di chi li fa, e ipersemplificati nelle presentazioni che le agenzie che li compongono offrono a giornalisti normalmente incapaci di leggerli per conto proprio
Per forza di cose i messaggi che possono lanciare sono molteplici, e non servono i ranking per ricordare a chi vive l'università italiana i problemi che ci sono.
Politicamente, però, è legittimo isolare un messaggio che ci aiuta per i nostri obiettivi, e questo...
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30 Nov
"If an unfriendly foreign power had attempted to impose on America the mediocre educational performance that exists today, we might well have viewed it as an act of war." (A Nation at Risk, 1983)
edreform.com/wp-content/upl…
Il documento, redatto da una commissione nazionale sull'educazione nominata dall'amministrazione Reagan, registrava un calo delle performance frutto più del luogo comune che di dati reali mai presentati, e apriva la strada a riforme ancora oggi controverse...
...sfociate nel classico dirigismo usato dai liberali per forzare la realtà a comportarsi come dovrebbe secondo l'azione della mano invisibile del No Child Left Behind, prodotto di un'altra amministrazione repubblicana (Bush jr) ma con consenso bipartisan che ne garantirà durata
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27 Nov
THREAD 👇👇👇
Ernesto Rossi era un liberale. Se glielo aveste chiesto avrebbe risposto così. Era un liberale di scuola einaudiana, per di più, quella del conoscere per deliberare e altre balle che qui un po' di gente cita per giustificare i suoi porci comodi
Ernesto Rossi era un liberale perché credeva nel mercato. E che cos'è il mercato? Einaudi lo ha spiegato bene, io qui taglio con l'accetta: è un'arena regolata in cui, attraverso il gioco degli incentivi e dei disincentivi, la competizione porta il maggior numero possibile...
...di persone a fruire di beni e servizi della miglior qualità al miglior prezzo.
Questo vuol dire,chiosava Rossi, che se le cose non vanno in quel modo il mercato non funziona, perché a noi il mercato piace come mezzo migliore per un fine, non perché ce lo ha ordinato il medico.
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22 Nov
Provo a chiarire (anche a me stesso) le idee con un rapido
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La scissione di Livorno è un evento storico capitale nella storia della sinistra italiana, e su questo non ci piove.
Ma resta da capire come oggi chi fa riferimento POLITICO alla storia del '900 deve intepretare POLITICAMENTE quei fatti, al di là della loro complessità sul piano ricostruttivo (che ultimamente ha visto anche qualche nuovo contributo)
Da un lato, è evidente che dal punto di vista del PCI e di chi fa riferimento alla sua storia, al suo ruolo nella vita politica italiana, al suo percorso verso la partecipazione (ambigua ma non negabile) alla costruzione della democrazia italiana...
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17 Nov
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Nel 2000, agli inizi delle rlevazioni @OECDEduSkills riportate nell'annuale Education at a Glance, la percentuale di italiani tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo universitario era circa il 10%
Spesso questo dato viene riportato in comparazione al 28-29% attuale, per mettere in evidenza come riforme e dinamiche sociali e culturali abbiano contribuito, soprattutto nei 10-12 anni immediatamente successivi, ad avvicinarci a una media OCSE che cmq è ancora lontana (44-45%)
Stavolta io invece, da storico, cercherei di valorizzare proprio quel dato del passato, mettendolo nel giusto contesto per rispondere ad alcune questioni del presente.

Chi aveva 30 anni nel 2000 oggi ha 50 anni, ed è nel pieno dell'età produttiva, nella fascia anagrafica...
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