Johannes, ci sei? Sotto trovi il link della nostra conversazione di ieri dove mi hai accusato di essere un «cattivo figlio, cattivo fratello, cattivo marito e pessimo re».
Come mai allora per l’immaginario collettivo sono da sempre un personaggio mitico?
bit.ly/3cFLfiJ
«A dire il vero ho detto che malgrado letteratura e cinema ti abbiano descritto come un buon sovrano, alcuni hanno parlato di te in altri termini. Punto.
Comunque continua.
Sei rimasto a quando venisti a sapere che tuo fratello Giovanni era sul punto di usurparti il trono».
Vero. Giovanni, quel caro fratello a cui mio padre aveva riservato il suo più grande affetto.
E’ così. Non aveva occhi che per lui. Che dovevo fare?
Ho lottato per difendere quello che mi spettava.
Puoi farmene una colpa?
E poi erano tradizioni di famiglia tutti quei litigi.
«Lo so. Fratello contro fratello. Una delle tradizioni di voi Plantageneti.
Tu sapevi esattamente che prima o poi la corona inglese sarebbe toccata a lui.
Comunque andiamo avanti.
Lasciasti la Terra Santa, ma non riuscisti a rientrare subito in Inghilterra».
Già. Era il 1192.
Un maledetto naufragio spinse la mia nave sulle coste della Dalmazia. Maledetto quel giorno.
Quando decisi di proseguire via terra, attraversando il ducato d’Austria.
Mai immaginando quello che mi sarebbe successo.
«Mai immaginando? Tipo "mai immaginando" la reazione dei calabresi quando hai rubato loro quel falcone?
E quindi mai immaginando la reazione del duca Leopoldo V, quello a cui avevi calpestato le insegne dopo un violento litigio durante la Crociata?»
Avevamo litigato, certo.
Lo avevo pure offeso.
Gli avevo anche calpestato le insegne davanti a tutti.
Per quello lui mi aveva giurato odio eterno, ma scatenare una caccia all’uomo una volta venuto a sapere che ero nei suoi territori fu un’esagerazione, via.
«Non so se fu un’esagerazione, ma avrei voluto essere presente in quella locanda di Dürnstein.
Per sfuggire alla cattura ti eri travestito da sguattero. Facevi pure finta di girare lo spiedo quando ti hanno beccato.
Come potevi pensare di non essere riconosciuto?»
Mi ero travestito bene, accidenti.
Mi ha fregato l’altezza.
Ero alto quasi due metri e gli sguatteri alti due metri erano talmente rari che ci misero due secondi per scoprire la mia identità.
E a mettermi dietro le sbarre prima di consegnarmi a lui.
«Lo so. Il duca Leopoldo V ti consegnò a lui, all’Imperatore Enrico VI, il figlio del Barbarossa.
D'altronde era di sua competenza.
E poi anche lui aveva dei conti da regolare con te, ricordi? Non gli era andato giù il fatto che avevi riconosciuto Tancredi come re di Sicilia».
Lo so. Infatti mi imprigionò, mi mise in catene, chiedendo centomila sterline d’argento per la mia liberazione malgrado la mia partecipazione alle crociate.
Ingrato.
Ben gli stava la scomunica del Papa Celestino III.
Ero certo, però, che la mia prigionia sarebbe durata poco.
«Beh, diciassette mesi in realtà.
Per raccogliere i soldi del riscatto i tuoi ministri misero tasse su tutte le classi sociali.
Le chiese fecero fondere i vasi d’oro e d’argento.
E i monasteri, proprietari di greggi, versarono i soldi ricavati in un anno dalla tosatura».
Come avevo scritto nella ballata che avevo composto in cella, sapevo che i miei sudditi erano avari.
Infatti la somma non era sufficiente. Fortunatamente l’Imperatore mi liberò lo stesso. Tornai in Inghilterra entrando a Londra il 16 marzo 1194 accolto dai miei sudditi festanti.
«Festanti, certo, non avendoti praticamente mai visto dalle loro parti.
Non ti eri preso la briga nemmeno d’imparare l’inglese.
Ti ricordo però che le feste messe in piedi per il tuo arrivo durarono poco visto che tu per riconoscenza annunciasti subito nuove tasse».
Che dovevo fare?
Servivano soldi per fermare il Re di Francia.
Filippo Augusto era entrato in Normandia.
L’Aquitania si stava sollevando.
Tutte le mie terre volevano passare in mano francese.
E poi le tasse possono essere anche belle, dai.
«Una bella gara tra te e il Re di Francia su chi fosse più crudele nel trattare i prigionieri.
Persino i tuoi fedelissimi ti biasimarono in quel 1196.
Ti avevano chiesto cosa fare con quei ribelli bretoni.
«Né adulto, né bambino» fu la tua risposta.
Li uccisero tutti».
Lo odiavo, come lui odiava me. Era nella logica delle cose. Hai qualcosa da dire anche del mio litigio con il visconte di Limoges?
Quel ciondolo d’oro di origine romana lo aveva trovato sulle mie terre e quindi mi spettava.
Lui rifiutò di consegnarmelo.
«E tu, per una stupida lite, lo assediasti nel castello di Châlus.
Valeva la pena proseguire l’assedio fino alla caduta della piazzaforte con quella punta di freccia nella spalla?
Cosa volevi dimostrare? Il tuo “Cuor di Leone” o che altro?»
Maledetto balestriere.
Con la punta della freccia nella spalla la ferita si era infettata. Ecco, su questo hai ragione.
Non ne valeva la pena. Per setticemia sono morto il 6 aprile 1199 a soli 42 anni.
Io, il grande “Riccardo Cuor di Leone”.
«Grande? Cuor di Leone?
Bertran de Born nei suoi componimenti in occitano ti chiamava “Riccardo Oc-e-Non”, “Riccardo Sì-e-No”. Comunque non sei tornato in Inghilterra nemmeno da morto visto che sei stato seppellito a Fontevrault.
Il cuore altrove, a Rouen, come da usanza».
Inutile continuare a discutere con te.
Va bene, lo ammetto, sono stato un Re assente, diciamo non residente.
Forse persino un cattivo figlio, un cattivo fratello e un cattivo marito.

Ma parli proprio tu che sei stato un bandito?
Dai Johannes, su.
«Touché!».

• • •

Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh
 

Keep Current with Johannes Bückler

Johannes Bückler Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

PDF

Twitter may remove this content at anytime! Save it as PDF for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video
  1. Follow @ThreadReaderApp to mention us!

  2. From a Twitter thread mention us with a keyword "unroll"
@threadreaderapp unroll

Practice here first or read more on our help page!

More from @JohannesBuckler

3 Feb
Dicerie. Messe in giro per screditarmi. In fondo voi conoscete bene la mia storia. Film, libri, persino cartoni animati hanno raccontato le mie gesta.
Tutti concordi nel ritenermi un buon sovrano.
Lui era malvagio e usurpatore.
Mio fratello Giovanni, intendo.
«Scusa Riccardo, sono Johannes. Non vorrei contraddirti, ma qualcuno ha riassunto con altre parole la tua vita e il tuo regno.
Ti ha descritto diversamente.
Precisamente come un «cattivo figlio, cattivo fratello, cattivo marito e pessimo re».
Ma che dici. Non hai visto i film su Robin Hood, l’eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri?
Viene raccontato molto bene l’amore che il popolo aveva per me. Tutti aspettavano il mio ritorno, lottando contro mio fratello Giovanni. Lui sì che era cattivo.
Read 25 tweets
23 Jan
Non potevo mancare proprio oggi, 23 giugno 1992, davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo.
Siamo in tanti, almeno diecimila, a ricordare la morte, avvenuta esattamente un mese fa, di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca e di Vito, Rocco e Antonio, gli agenti della scorta.
1.950 metri ci separano dalla casa di Falcone.
Il corteo si è avviato.
E’ un pomeriggio assolato e dentro tutti noi c’è tanta rabbia, tanta tristezza.
Negli ultimi due anni sono stati oltre 200 gli uomini uccisi dalla mafia. Uomini di Stato e non solo.
Ho visto nel corteo la moglie di Libero Grassi.
Quante vittime. Troppe. Ognuno con la sua storia.
Mentre ci incamminiamo ripenso a una di quelle vittime invisibili, che ormai nessuno ricorda più.
Vorrei poter far conoscere a tutti la sua storia.
Ormai dimenticata.
Read 25 tweets
21 Jan
«Sono sei miglia al largo di Avezzano, altezza duemila piedi. Posso scendere?»

«Non c’è traffico. Scendete pure»

Sono quasi le 19. E’ una bella domenica e ho approfittato per fare un volo d'addestramento a bordo di questo stupendo Augusta Bell 205.
E’ un elicottero nuovo e moderno rispetto al vecchio Agusta Bell 47 G 3B-1 con cui ho operato per tanto tempo.
Quante missioni abbiamo compiuto insieme.
E quante vite ho salvato nelle oltre 3.500 ore di volo. Image
Le ricordo tutte, sapete? Quante vite di preciso? Parecchie. Basta contare gli omini stilizzati sulla carlinga del mio vecchio elicottero.
Dicono che sono un pioniere dell’elisoccorso in Italia. Vero. Le prime tecniche di salvataggio di persone in mare sono mie. Image
Read 20 tweets
12 Jan
Nel thread di ieri sera, che potete leggere nel link sotto, vi ho raccontato perché sono arrivato alle Termopili.
E come ha aggirato i greci grazie a un certo Efialte che mi ha rivelato un sentiero nascosto tra le montagne. Andiamo avanti.
bit.ly/39m9e3j
Anni fa i Focesi hanno costruito un muro alle Termopili per difendersi dai Tessali. Quando i miei uomini sono andati in avanscoperta hanno visto alcuni greci “intenti in parte a compiere esercizi fisici in parte a pettinarsi le chiome”.
Il resto allora è dietro quel muro.
Ho saputo che dopo varie consultazioni Leonida ha preso la decisione di rimandare indietro il grosso dell’esercito greco rimanendo con i suoi 300 spartani e i 700 opliti tespiesi a difendere le Termopili.
Un sacrificio per permettere loro la ritirata?
Se è così è un folle.
Read 24 tweets
11 Jan
Esagerato. Parlo dello storico Erodoto, considerato da Cicerone come il «padre della storia».
Secondo lui oggi il mio esercito è composto da oltre cinque milioni di uomini tra guerrieri e personale di supporto.
In più ho 1.207 triremi e circa 3.000 navi da trasporto.
Ma dai.
Siamo tanti, non discuto, ma mai quel numero.
Messi su una strada sola, fossero cinque milioni di uomini, oggi l’avanguardia sarebbe qui alle “porte calde”, mentre la retroguardia ancora ai confini della Persia.
Assurdo.
Come potrei sfamare e dissetare milioni di uomini?
Sinceramente non mi sono messo a contarli uno per uno, ma penso di aver a disposizione circa 200.000 uomini e circa 1.000 navi tra triremi e trasporto.
Un bell’esercito comunque.
Sufficiente per fare quello che non è riuscito a mio padre.
Read 25 tweets
8 Jan
Che ci faccio seduto su una panchina negli spogliatoi dello stadio “The Dell”, lo stadio dei Saints?
Semplice.
Perché questo è il mio stadio. E il Southampton la mia squadra. La squadra dove gioco da sedici anni ormai.
E oggi sono triste, molto triste.
E' passato più di un secolo. Questo stadio infatti è stato costruito esattamente 103 anni fa, nel 1898.
Qualche anno prima, il 21 novembre 1885, i parrocchiani di St. Mary avevano fondato una squadra di calcio, i The Saints, i Santi. Pur senza avere uno stadio di proprietà.
Per questo ne avevano costruito uno nel nord-ovest di Southampton e lo avevano chiamato “The Dell”.
Uno stadio che a oggi ha visto una sola grande vittoria.
La FA Cup nel 1976.
1-0 a Wembley contro i favoriti del Manchester United. Pur giocando, i Saints, in seconda divisione
Read 25 tweets

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3/month or $30/year) and get exclusive features!

Become Premium

Too expensive? Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal Become our Patreon

Thank you for your support!

Follow Us on Twitter!