Poche cose fanno felice il patriarcato come la Donna Madre Giudicante, che si assume il compito di accollare alle altre la colpa di non saper raddrizzare tutti i torti del mondo grazie al loro luminoso e inflessibile esempio.
La Donna Madre Giudicante sa come si fa a risolvere il sessismo: facendosi rispettare! La violenza: lasciando i violenti! Le molestie: non facendosi molestare! Lei ha tutte le soluzioni, e ovviamente è sempre Mater Perfecta.
Queste donne fanno tutto il lavoro sporco: si incaricano di far sentire manchevoli le altre donne, individuando in loro la causa dei problemi del mondo. Se le cose non cambiano è sempre colpa tua, donnetta incapace di farti rispettare. Guarda me, invece! Fai come me!
Chiunque ci abbia pensato su due minuti sa che le discriminazioni sono sistemiche, non individuali; l'oppressione è culturale, non frutto di aberrazioni casuali. Le donne portano il peso di un sistema pensato da altri, per altri. La ribellione individuale cambia poco.
Questo però non scoraggia la Donna Madre Giudicante, che difficilmente si è trovata in una situazione di vero svantaggio, e scambia la sua situazione personale per la situazione di ogni donna, ovunque.
Risultato: donne che tacciono per senso di colpa, e patriarcato soddisfatto di averla sfangata anche oggi senza doversi sporcare le mani.
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Ieri sera ho preferito vivere, ma ora ho deciso di recuperare #CiaoMaschio, e vi beccate pure tutto il livetweet. Cominciamo dal lancio su RaiPlay, e siamo subito ai confini della parodia: "tornare a dare centralità agli uomini", sembra un tweet di @manwhohasitall.
De Girolamo un po' di legno, ma essendo un esordio ci può pure stare. Il problema è che l'intero impianto del programma sembra una roba che andava bene forse nel 1985, non nel 2021 e in un momento in cui la "centralità" dei maschi è palesemente un problema.
Cominciamo con De Magistris. Non morivate dalla voglia di sentire De Magistris che parla dei fatti suoi? No? Ah, ok.
Basta una ricerca per verificare, per esempio, che la tredicesima istituita dal CCNL del 1937 era ristretta ai lavoratori dell'industria, mentre le 40 ore arrivano fra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70. /2 zic.it/zic/articles/a…
Quanto all'INPS, esisteva come INFPS dal 1919. Mussolini modifica la sigla e poi la ripristina, ma di fatto il sistema pensionistico era già in piedi da prima di lui. /3 fisaccgilaq.it/lavoro-e-socie…
Su @repubblica esce uno speciale sugli "uomini" che hanno "cambiato il nostro destino", scritto tutto da uomini. Si fa notare il problema: viene aggiunto il nome della caporedattrice.
Di seguito spiego perché le pezze non servono a niente, se non si capisce il problema.
Il #tuttimaschi è un problema di cui discutiamo da anni. Non è una questione di pura rappresentazione, che pure c'entra: è una questione di sguardo. Gli uomini sono portatori di una cultura di genere. Non sono "persone" di default, sono individui di genere maschile.
Se tagli fuori metà della popolazione italiana dalla rappresentazione del mondo, attiva (di scrittura) e passiva (di presenza nella descrizione), stai rappresentando un mondo monco, che vede le cose da una prospettiva sola, per forza parziale.
Vedo girare molto un tweet agghiacciante di Silvana De Mari, una che è nota per le sue posizioni omofobe e sessiste, molto molto estreme. Questa cosa degli anticoncezionali l'ho vista dire pure da gente che si ritiene "normale", figurarsi dai fondamentalisti.
La fertilità femminile è da sempre considerata un "bene comune" (cit. #fertilityday), e periodicamente c'è qualcuno che arriva a dirci di buttare gli anticoncezionali e fare figli per la Patria. Si dà per scontato che quella sia l'unica cosa davvero utile che possiamo fare.
Il calo demografico, secondo il pensiero comune, si risolve obbligandoci a fare più figli, con la lusinga o pagandoci per stare a casa a figliare (rendendolo quindi economicamente vantaggioso per la famiglia, non per noi).
Sapete che c'è? C'è che si muore perché di noi come esseri umani c'è zero considerazione. E quando scrivono della nostra morte, non scrivono di noi ma dei nostri assassini. Noi siamo cause, funzioni, espedienti narrativi. Solo i maschi contano.
Quando sono soli fra loro, i maschi parlano di noi con un disprezzo che raramente si permettono in nostra presenza. Lo sappiamo perché ogni tanto qualcuno di loro ce lo dice, scopre il gioco, ci racconta di come mettono in scena il machismo per creare complicità, fare squadra.
Sono dei fuggiaschi, questi uomini, sono come gli scampati dalle sette, ma sono scampati a metà, perché non possono sottrarsi alla convivenza esclusiva con altri uomini. Quello che possono fare è partire de capoccia. Ma non è facile.
Il metodo è sempre lo stesso: data una donna che dice una cosa a te sgradita, la esponi agli attacchi sessisti dei tuoi seguaci. Perché saranno sempre sessisti, è così che si tengono in riga le donne: con la minaccia della violenza fisica e sessuale.
L'attacco a cui è stata esposta @meb è esemplificativo di questo metodo. Boschi ha la pelle dura ed è un'avvocata: spero che chi l'ha insultata debba cacciare un sacco di soldi, così gli passa la voglia. Ma non è lei che mi preoccupa (pur nella totale solidarietà).
Il problema è che questo metodo si usa con le donne visibili per fare in modo che tutte le altre tengano giù la testa. Lo fa Salvini, che ama riempirsi la bocca (oltre che di sugna) di "rispetto per le donne". Lo facevano i Cinque Stelle, prima (@lauraboldrini lo sa).