Ieri sera ho preferito vivere, ma ora ho deciso di recuperare #CiaoMaschio, e vi beccate pure tutto il livetweet. Cominciamo dal lancio su RaiPlay, e siamo subito ai confini della parodia: "tornare a dare centralità agli uomini", sembra un tweet di @manwhohasitall.
De Girolamo un po' di legno, ma essendo un esordio ci può pure stare. Il problema è che l'intero impianto del programma sembra una roba che andava bene forse nel 1985, non nel 2021 e in un momento in cui la "centralità" dei maschi è palesemente un problema.
Cominciamo con De Magistris. Non morivate dalla voglia di sentire De Magistris che parla dei fatti suoi? No? Ah, ok.
La dinamica è: bella donna intervista il politico un po' flirtando, facendo pudichi riferimenti al sesso ("sei passionale?") e parlando delle donne come funzioni, gente che deve servire, sopportare, tacere.
Entra Stefano De Martino. Questo programma sta ai campani come il governo Draghi sta ai lombardi.
Anche qua: non vedevate l'ora di sentire Stefano De Martino che risponde a domande di strabiliante superficialità? Eh, ma che aridi.
Cioè, io vorrei pure commentare domande e risposte, ma: "Noi uomini siamo basici, il bianco è il bianco e il nero è il nero", ci manca solo l'omo deve da puzza'. Non è chiaro perché esseri con la complessità di un paramecio abbiano in mano le chiavi di tutto, ma andiamo avanti.
Il presupposto di tutto il programma è che gli uomini, poverini, non possano parlare di sé perché le donne li spaventano. Allora arriva Nunzia e li rassicura, gli restituisce lo spazio che gli è stato levato, la dominanza, la centralità, appunto.
"Preferisco una donna tradizionale."
"Ma ti deve fare anche il ragù?"
"Eeeeeeh, quella è una prerogativa (sic)."
*Belenconlacucchiarellainmano.gif*
"Mia nonna preparava i vestiti a mio nonno, sul letto. Un uomo fortissimo, eppure lei, casalinga, gli preparava i vestiti."
De Martino parte con una tirata sull'idea della devozione delle donne agli uomini, che ora è considerata sessista, mentre è bello prendersi cura dell'altro!
Obbligatoria denuncia del politically correct, seguita da: "C'è un equilibrio casalingo tradizionale che va conservato" (De Girolamo, che è stata parlamentare ed è una donna che lavora, non fa un plissé.)
De Magistris encomia le donne che al nono mese lavorano e vanno a fare le requisitorie.
Ai maschi basta esistere, a quanto pare, non serve fare tutta quella fatica.
(Quindici minuti e voglio già fondare la branca locale delle Pussy Riot.)
Entra Francesco Paolantoni, perché alle donne piace ridere. Campano n. 4. Commenterei anche questo, se non fossi annichilita dalla fila di luoghi comuni: "Alle donne ci vuole rassegnazione, lo sapete che siamo inferiori."
Venti minuti, e continuo a non vedere il punto di 'sta roba, se non è riportare a galla tutti i peggiori stereotipi su maschi e femmine. @RaiUno, ma veramente è così che volete spendere i nostri soldi?
De Martino e Paolantoni lavorano nello spettacolo, e passi. Ma De Magistris è sindaco di Napoli. È davvero imbarazzante che partecipi con tanta scioltezza a discorsi così desolanti.
"Questo è un salotto che tutela ed è complice, non sfida".
"Le donne quando parlano fra di loro sono molto più volgari di noi." Mi aspetto da un momento all'altro la filippica sulle donne che non pagano in discoteca.
"È una roba luttuosa, la festa delle donne" dice Paolantoni. La lascio così. Fate voi.
IL MAZZO DI FIORI CHE QUANDO LO REGALI LEI TI CHIEDE COSA VUOI FARTI PERDONARE.
Di cosa parleranno nelle altre puntate? Perché la bingo card del signoramia è piena.
Mi distraggo per rispondere a un messaggio a tema "donne del PD" e quando mi concentro di nuovo c'è Paolantoni che dice "Ho conosciuto molte donne ironiche" e sostiene, in soldoni, che le donne fanno meno ridere perché vogliono essere desiderate.
Il giochino della scelta fra Mario Draghi, Jeff Bezos e George Clooney ("Se fossi una donna, con chi usciresti a cena?") sembra pescato da un forum di incel. Uomo di potere, uomo ricco o uomo figo?
(Continua, eh, stiamo tipo a metà dell'ora peggio impiegata del 2021.) La prima cosa vagamente interessante della serata è De Martino che racconta di essere cresciuto nel bar di famiglia.
E ora: fra Ilaria Capua, Melania Trump e la regina Elisabetta, chi vorreste essere? Nessuno vuol essere Ilaria Capua, perché come suggerisce De Girolamo, è "intellettualmente troppo impegnativa".
Il problema grosso è questo: che come programma non sa di niente. Grossolano nei contenuti, poco dinamico, anacronistico. Sembra la versione MRA di "Harem" con Catherine Spaak: un safe space per gente che non ne ha alcun bisogno.
"Alla fine di un rapporto, è vero che vuoi uomini non volete le coccole?" Vette altissime.
E infine l'unico personaggio che valesse la pena di vedere: Drusilla Foer, buttata via in coda e più godibile lei in cinque minuti che tutto il resto del programma, francamente insalvabile.
"Che belle gambe" dice Drusilla a Nunzia.
(Carrellata del regista sulle gambe.)
"Grazie. Vabbe', lei è così. È una donna... speciale."
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Poche cose fanno felice il patriarcato come la Donna Madre Giudicante, che si assume il compito di accollare alle altre la colpa di non saper raddrizzare tutti i torti del mondo grazie al loro luminoso e inflessibile esempio.
La Donna Madre Giudicante sa come si fa a risolvere il sessismo: facendosi rispettare! La violenza: lasciando i violenti! Le molestie: non facendosi molestare! Lei ha tutte le soluzioni, e ovviamente è sempre Mater Perfecta.
Queste donne fanno tutto il lavoro sporco: si incaricano di far sentire manchevoli le altre donne, individuando in loro la causa dei problemi del mondo. Se le cose non cambiano è sempre colpa tua, donnetta incapace di farti rispettare. Guarda me, invece! Fai come me!
Basta una ricerca per verificare, per esempio, che la tredicesima istituita dal CCNL del 1937 era ristretta ai lavoratori dell'industria, mentre le 40 ore arrivano fra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70. /2 zic.it/zic/articles/a…
Quanto all'INPS, esisteva come INFPS dal 1919. Mussolini modifica la sigla e poi la ripristina, ma di fatto il sistema pensionistico era già in piedi da prima di lui. /3 fisaccgilaq.it/lavoro-e-socie…
Su @repubblica esce uno speciale sugli "uomini" che hanno "cambiato il nostro destino", scritto tutto da uomini. Si fa notare il problema: viene aggiunto il nome della caporedattrice.
Di seguito spiego perché le pezze non servono a niente, se non si capisce il problema.
Il #tuttimaschi è un problema di cui discutiamo da anni. Non è una questione di pura rappresentazione, che pure c'entra: è una questione di sguardo. Gli uomini sono portatori di una cultura di genere. Non sono "persone" di default, sono individui di genere maschile.
Se tagli fuori metà della popolazione italiana dalla rappresentazione del mondo, attiva (di scrittura) e passiva (di presenza nella descrizione), stai rappresentando un mondo monco, che vede le cose da una prospettiva sola, per forza parziale.
Vedo girare molto un tweet agghiacciante di Silvana De Mari, una che è nota per le sue posizioni omofobe e sessiste, molto molto estreme. Questa cosa degli anticoncezionali l'ho vista dire pure da gente che si ritiene "normale", figurarsi dai fondamentalisti.
La fertilità femminile è da sempre considerata un "bene comune" (cit. #fertilityday), e periodicamente c'è qualcuno che arriva a dirci di buttare gli anticoncezionali e fare figli per la Patria. Si dà per scontato che quella sia l'unica cosa davvero utile che possiamo fare.
Il calo demografico, secondo il pensiero comune, si risolve obbligandoci a fare più figli, con la lusinga o pagandoci per stare a casa a figliare (rendendolo quindi economicamente vantaggioso per la famiglia, non per noi).
Sapete che c'è? C'è che si muore perché di noi come esseri umani c'è zero considerazione. E quando scrivono della nostra morte, non scrivono di noi ma dei nostri assassini. Noi siamo cause, funzioni, espedienti narrativi. Solo i maschi contano.
Quando sono soli fra loro, i maschi parlano di noi con un disprezzo che raramente si permettono in nostra presenza. Lo sappiamo perché ogni tanto qualcuno di loro ce lo dice, scopre il gioco, ci racconta di come mettono in scena il machismo per creare complicità, fare squadra.
Sono dei fuggiaschi, questi uomini, sono come gli scampati dalle sette, ma sono scampati a metà, perché non possono sottrarsi alla convivenza esclusiva con altri uomini. Quello che possono fare è partire de capoccia. Ma non è facile.
Il metodo è sempre lo stesso: data una donna che dice una cosa a te sgradita, la esponi agli attacchi sessisti dei tuoi seguaci. Perché saranno sempre sessisti, è così che si tengono in riga le donne: con la minaccia della violenza fisica e sessuale.
L'attacco a cui è stata esposta @meb è esemplificativo di questo metodo. Boschi ha la pelle dura ed è un'avvocata: spero che chi l'ha insultata debba cacciare un sacco di soldi, così gli passa la voglia. Ma non è lei che mi preoccupa (pur nella totale solidarietà).
Il problema è che questo metodo si usa con le donne visibili per fare in modo che tutte le altre tengano giù la testa. Lo fa Salvini, che ama riempirsi la bocca (oltre che di sugna) di "rispetto per le donne". Lo facevano i Cinque Stelle, prima (@lauraboldrini lo sa).