Thread by @FilBarbera

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Qualità della ricerca universitaria: convenzioni a confronto

L’articolo di Ernesto Galli Della Loggia su Il Corriere di oggi corriere.it/editoriali/21_… 1/n

Riporta l’attenzione sul tema della valutazione della qualità della ricerca. Ognuno si può fare un’idea degli argomenti sviluppati da EGDL. A me interessa provare a proporre uno schema analitico per capire come e in che direzione sono 2/n

cambiate le convenzioni di qualità. L’idea, quindi, è che la qualità non esiste in sè: è frutto di un insieme di criteri convenzionali che generano sistemi di scambio, retribuzione, reputazione, distribuzione delle risorse. 3/n

La qualità delinea anzitutto una “economia morale”: spire.sciencespo.fr/hdl:/2441/53r6… 4/n . Come è cambiata l’economia morale della qualità scientifica?

Vi propongo questa interpretazione, che utilizza le convenzioni di qualità per mettere in evidenza quelli che mi paiono i principali cambiamenti. In sintesi, nel modello “humboldtiano” la ricerca era giudicata in base alla creatività (ispirazione), 5/n

all’appartenenza a una tradizione (domestico) e alla capacità di contribuire al progresso pubblico (civico). Nel modello attuale, la ricerca è valutata sulla base della “fama” (h-index), sulla capacità di mobilitare risorse economiche e sull’adempimento a metriche industriali 6/n

Quali conseguenze? Obiettivi e criteri di accountability esterni alla comunità scientifica; la convenzione dell’opinione/fama incentiva una distribuzione di Pareto nelle risorse tipo winner-take-all systems; contano efficacia, velocità, misurabilità, impatto 7/n

Una Università molto diversa da quella dei nostri Maestri 8/8