Long thread. Il cielo sopra Torino. L’evoluzione della coalizione urbana e dell’agenda urbana (1970-2020) 0/N
A Torino, la riforma del 1993 per l’elezione diretta del Sindaco si presenta in uno scenario complesso. All’inizio degli anni ’90, in una fase storica in cui il vecchio sistema partitico non è ancora tramontato, la formazione delle coalizioni 1/N
politiche coinvolge ampiamente la società civile. Mentre Rifondazione e la Rete candidano l’ex sindaco Diego Novelli, PDS, Verdi e Alleanza per Torino (un movimento che riunisce diversi ambienti del riformismo laico e cattolico) propongono 2/N
la candidatura del professore del Politecnico Valentino Castellani. La candidatura è “certificata” da otto intellettuali legati alla sinistra ma indipendenti dai partiti (tra i quali Arnaldo Bagnasco, Nicola Tranfaglia e Gian Giacomo Migone). 3/N
Con la vittoria di Castellani si insedia al governo della città una coalizione di centro-sinistra che mette insieme ex-comunisti ed ex-democristiani, oltre che esponenti del mondo imprenditoriale e delle professioni e intellettuali. Si tratta di una ristretta 4/N
cerchia intellettuale e professionale, pragmatica e aperta al confronto, in cui i partiti hanno un peso modesto. Nel periodo delle due giunte Castellani nasce e si consolida una specifica configurazione della classe dirigente locale: 5/N
un “reticolo policentrico” formato da organizzazioni e attori legati da legami orizzontali, con ampia possibilità di comunicazione e di gestione del conflitto. Tra il 1993 e il 2002 Torino mostra una buona capacità di innovazione 6/N
L’azione messa in campo è stata efficace nel riconvertire l’immagine della città, nel mobilitare parte del sistema produttivo e nell’introdurre progettualità strategiche e strutturali di medio-lungo periodo. In parallelo, come è stato rilevato da molte ricerche 7/N
l’agenda urbana della città politecnica, policentrica e pirotecnica non ha sedimentato consenso politico nella cittadinanza e non ha risolto le diseguaglianze territoriali che caratterizzano il territorio. Temi che hanno premiato il Movimento 5e Stelle e la sindaca Appendino. 8/N
Cosa è accaduto? Durante le giunte Chiamparino l’élite locale che ha sostenuto Castellani si consolida ulteriormente, anche in ruoli formali, strutture dedicate e carriere pubblico-privato. Chiamparino stesso ben rappresenta questo modello: 9/N
Sindaco di Torino per due mandati, Presidente della Compagnia di San Paolo, Governatore della Regione. Molti analisti della politica locale denunciano un forte rischio di “tecnocrazia oligarchica” e scarsa capacità di cooptazione di nuovi membri della coalizione urbana, 10/N
Possiamo sostenere che la progettualità strategica di Torino inizialmente supportata dal “reticolo policentrico” si è, via via, atrofizzata. Il “sistema Torino” – croce e delizia dei commentatori politici – è un Giano Bifronte: 11/N
un reticolo inizialmente capace di progettualità strategica, che toglie la città da una situazione di stallo, ma che poi fatica a rinnovarsi nei suoi nodi centrali e leader. La coalizione urbana che ha governato la città dalla prima metà degli anni ’90. 12/N
è invecchiata senza rinnovarsi, senza cooptazioni “dissonanti” capaci di portare semi di innovazione e consenso in un gruppo ristretto, che ha visto depotenziata la spinta propulsiva dei primi dieci anni di attività (1993-2003). 13/N
Élite, come ha mostrato la storia recente, incalzata da nuovi gruppi, da un’alleanza tra il disagio delle periferie, gli homines novi dell’imprenditorialità politica del Movimento cinque stelle, le “seconde file” di una borghesia urbana esclusa dal “Sistema Torino” 14/N
e un ceto medio impaurito da prospettive di mobilità sociale discendente. Scarso ricambio delle classi dirigenti, immobilismo e presidio delle posizioni, accentramento del potere di agenda, generano delusione e rabbia tra gli esclusi che si salda 15/N
con il risentimento delle periferie, ai margini dello sviluppo urbano e con i timori della piccola borghesia urbana. La sconfitta di Piero Fassino contro la giovane sindaca Chiara Appendino suggella così la fine di un ciclo politico iniziato nel 1993. 16/N
La consiliatura Appendino si caratterizza per una forte centralizzazione interna dei processi decisionali, che ha generato tensioni interne al Movimento. Dall’altra, un adattamento ai vincoli che ha generato processi decisionali negoziali con il “Sistema Torino”, 17/N
diventato un partner con cui allearsi, trattare, scambiare. Si tratta di un meccanismo noto, che caratterizza i rapporti tra istituzioni e gruppi orientati al cambiamento e gruppi di interesse pregressi. Annunci di cambiamento radicale e palingenetico 18/N
hanno una funzione comunicativa, non performativa: sono astrazioni indeterminate con una funzione ideologica. Poiché nella società locale vi sono interessi sociali forti e portatori di risorse e consenso, occorre scegliere con chi schierarsi: 19/N
o portare avanti un programma radicale, oppure adottare un programma più cauto che non provochi l’ostilità dei maggiorenti locali. Il peso delle istituzioni e delle dinamiche di potere ha curvato le intenzioni di cambiamento radicale sul contesto istituzionale pregresso. 20/N
Qui le mappe del voto a Torino e la mappa dell’indice di disagio... e il centro-sinistra non ha ancora un candidato. 21/END

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5 Apr
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