12 Aprile 1980.
Terry Fox, 22 anni, lancia la sua incredibile sfida: attraversare di corsa tutto il Canada dall'Atlantico al Pacifico correndo con una protesi artificiale.
Terry ha subito l'amputazione della destra per un osteosarcoma e superato una chemioterapia lunga 16 mesi.
Ancora sotto cura, Terry ha giocato a basket in carrozzina, vincendo 3 titoli canadesi.
Poi ha iniziato con la corsa arrivando alle maratone.
A 3 anni dall'amputazione progetta la sua impresa per la ricerca: attraversare il Canada correndo una maratona di 42 km al giorno.
Fox intende raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro: 1 dollaro per ogni canadese, in pratica 22 milioni di dollari.
La chiama Maratona della Speranza.
“Non è facile, e non è detto che ce la faccia, ma io devo concludere qualcosa. Abbiamo bisogno del vostro aiuto".
Il 12 Aprile 1980, con solo un amico a seguirlo su un furgone e una cartina in mano, Terry Fox parte dall’isola di Terranova, riempiendo due bottiglie con acqua dell’Atlantico. Una sarà il suo souvenir di Terry, l’altra la svuoterà nell’Oceano Pacifico.
Ma l’inizio è in salita.
Nell'Aprile canadese Terry trova freddo e neve. Raccoglie pochi fondi e suscita poco interesse, incontra difficoltà logistiche e linguistiche, visto che non parla francese, rischia persino di essere investito dalle macchine sul tragitto e teme di abbandonare. Qualcuno lo accusa:
“Pensano che io lo faccia per e0gocentrismo. Invece no. È una sfida personale, ma io sto cercando di raccogliere fondi per la causa. Mi serve il loro supporto economico. La mia fama personale non è l’idea della corsa, non lo è dall’inizio. L’idea è la Maratona della Speranza”.
Terry insiste, ogni giorno 42 chilometri con il sole, la pioggia e il vento.
Il fondatore della catena Four Seasons Isadore Sharp, che ha perso un figlio per cancro, viene colpito dal sogno di Fox e decide di aiutarlo: mette a disposizione i suoi hotel e dona 10.000 dollari.
Sharp invita altri 999 uomini d’affari a donare come lui e scatena quel domino che porterà l’impresa di Fox ad aumentare esponenzialmente visibilità e donazioni.
Le strade si affollano, la gente lo aspetta, lo incita, corre al suo fianco, la polizia lo scorta per proteggerlo.
Terry si ferma e devia dal tracciato per tenere discorsi che spingano i canadesi a donare.
Un piccolo paese di 8.000 anime che dona 14.000 dollari, un venditore di banane gli devolve un giorno di lavoro, un mendicante che suona per strada e dona quello che ha: la sua chitarra.
L’11 Luglio Terry Fox, partito correndo da solo su strade vuote entra a Toronto atteso da una folla di 100.000 persone.
Terry corre ogni giorno, senza una pausa, nemmeno al compleanno.
Corre per 143 incredibili giorni portando al limite il suo corpo.
Soffre di infiammazioni alla tibia, al ginocchio, alla caviglia, ha delle cisti alla gamba amputata, ha momenti di vertigine.
Non svolge check-up regolari e confida nella sua prodigiosa capacità di recupero, ma il 1 Settembre, a Thunder Bay, manifesta forti dolori al petto.
Si ferma, poi riprende a correre incitato dalla folla. Ma, una volta solo, si arrende e si fa portare in ospedale.
Il giorno dopo, piangendo, Terry annuncia: “Il tumore è ricomparso ai polmoni e dobbiamo andare a casa”.
La Maratona della Speranza è finita dopo 5.373 chilometri.
“La gente sulla strada mi diceva vai avanti Terry, non mollare, ce la puoi fare, siamo con te. C’era una telecamera che mi filmava. Ma io avevo la sensazione che stesse filmando il mio ultimo miglio. Se c’è un solo modo per tornare a correrla, io la finirò”.
Quando smette di correre a Thunder Bay, Terry Fox ha raccolto 1.700.000 dollari.
La sua nazione gli conferisce il titolo di “Companion of the Order of Canada”, massimo onore civile del paese. Terry è il più giovane della storia a riceverlo.
Terry non corre, ma la raccolta sì.
Grazie a eventi organizzati in TV e altre campagne a lui dedicate, nell’Aprile del 1981, il sogno di Terry Fox diventa realtà: un dollaro per ogni abitante del Canada è stato raccolto, superando i 23 milioni di dollari.
Nonostante molteplici chemioterapie, Terry peggiora.
Il 28 Giugno 1981 Terry Fox cade in coma e muore.
Il Canada intero piange il suo eroe, le bandiere della nazione sventolano a mezz’asta, onore tributato ai capi di stato.
Il premier Trudeau, padre dell’attuale primo ministro canadese, saluta Terry Fox con queste parole:
“Accade molto di raro, nella vita di una nazione, che lo spirito coraggioso di una singola persona unisca tutto il popolo nella celebrazione della sua vita e nel lutto della sua morte. Non pensiamo a Terry come a qualcuno sconfitto dalla sfortuna, ma come qualcuno che
ci ha ispirato con l’esempio del trionfo della spirito umano sulle avversità”.
Il Canada gli intitola vie, scuole, monumenti, tratte ferroviarie. Terry Fox dà il nome a una nave rompighiaccio, a una moneta, a una montagna.
Isadore Sharp crea e gli intitola la Terry Fox Run
gara non competitiva annuale divenuta il più grande evento singolo di raccolta fondi nel mondo. Alla partenza della prima Terry Fox si presentano 300.000 persone.
E, soprattutto, nasce la Terry Fox Foundation che coordina tutta la raccolta fondi per la ricerca e
il Terry Fox Laboratory, al cui servizio vi sono oggi 14 scienziati e relativi staff di ricerca biologica.
Si calcola che, dall’inizio della Maratona della Speranza a oggi, nel nome di Terry Fox siano stati raccolti oltre 650 milioni di dollari per la lotta contro il cancro.
Come dirà Isadore Sharp: "Terry non ha perso la sua battaglia. Forse ha concluso quello che doveva fare. Terry è stato come una meteora che passa nel cielo, la cui luce viaggia al di là della nostra vista. Una luce che ancora brilla, nella notte più buia”.
La storia di Terry Fox, in forma molto più precisa di quanto non conceda Twitter, è inclusa nel mio libro "Abbiamo toccato le stelle - Storie di campioni che hanno cambiato il mondo" edito da @RizzoliLibri rizzoli.rizzolilibri.it/libri/abbiamo-…
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Sono le 6.35 del 24 gennaio 1979, a Genova, quando Guido Rossa esce per andare al lavoro all’Italsider.
È solo, nonostante sia in grave pericolo.
Ha rifiutato una scorta di colleghi sindacalisti.
«Non voglio far rischiare la vita ad altri»
Lo Stato, dal canto suo, non gli ha fornito protezione, ma consigliato di comprarsi una pistola.
Tutti quanti, in modo diverso, hanno lasciato Guido da solo, di fronte alle minacce delle Brigate Rosse. Guido è diventato un obiettivo pochi mesi prima.
Il 25 Ottobre 1978 Guido, con altri operai, trova nello stabilimento Italsider alcuni volantini con la stella a cinque punte delle B.R. e nota il collega Franco Berardi allontanarsi in bicicletta.
Guido, che è sindacalista, consegna i volantini al Consiglio di fabbrica.
Oggi Google ha dedicato il suo Doodle a Terry Fox, che nel 1976, a 18 anni, scopre di essere affetto da osteosarcoma, tumore maligno che tende a espandersi dalle ginocchia a muscoli e tendini con frequenti metastasi polmonari.
Ha il 50% di probabilità di salvarsi con la chemio.
Terry, a soli 19 anni, subisce l’amputazione della gamba destra per fermare il male, gli viene impiantata una protesi e affronta una chemioterapia di 16 mesi.
Ancora sotto chemio, gioca a basket nella nazionale per atleti in carrozzina, diventando 3 volte campione canadese.
Si allena per mesi, poi corre una prima maratona, nonostante la gamba artificiale gli renda molto dolorosa la corsa.
Finisce ultimo, a dieci minuti dal penultimo, accolto con commozione dal pubblico e, a fine gara"Voglio tentare l’impossibile, per mostrare che può essere fatto”.
"Le SS mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutta l'Europa. Non la trovate una splendida vendetta?" disse Albert Sabin del suo vaccino contro la poliomielite.
In realtà ha salvato bimbi di tutto il mondo, visto che da pochi giorni l'Africa...
...è stata dichiarata definitivamente libera dalla malattia.
Dietro la medicina emergela storia di questo dottore, nato in Polonia come Albert Saperstein, semicieco dall’occhio destro, fuggito a 15 anni negli USA per sfuggire alla persecuzione antisemita sotto lo zarismo.
Una parte della famiglia resta in Polonia e Albert apprenderà della morte delle due nipotine, Amy e Deborah uccise dai nazisti.
Dopo aver studiato da odontoiatra, vira alla microbiologia e alla cura della poliomielite che scatena ancora gravi epidemie negli Stati Uniti.
C’è una terza persona, sulla macchina dove viaggiano Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, il 23 Maggio 1992.
Sul sedile posteriore c'è Giuseppe Costanza, dipendente civile della Giustizia adibito a condurre mezzi speciali.
Costanza non è lì per caso.
Lui è l'autista di Falcone da 8 anni.
Costanza è l’uomo che Falcone informa dei suoi spostamenti, affinché raduni la sua scorta. Da lui si fa tagliare anche i capelli davanti a un caffè, perché prima di quell’incarico è stato barbiere.
C’è Costanza con lui quando a Bagheria
vengono uccisi i familiari del pentito Marino Mannoia. Falcone vorrebbe andare a Bagheria, poi decide di no, è troppo pericoloso.
Ma quando, per una serie di fattori, c’è la possibilità che ci vada da solo il suo autista lui si oppone. “A Costanza non lo lascio solo”.
Oltre a due figlie femmine, Alcide Cervi ha sette maschi, tutti contadini come lui.
I ragazzi hanno nomi importanti, alcuni epici, quasi preludio di un destino tragico quanto quello paterno: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore.
La piccola azienda...
...agricola di famiglia fuori Reggio Emilia è all’avanguardia rispetto ai tempi, perché i Cervi leggono, s' informano, cercano di modernizzare il lavoro anche il trattore, macchina rivoluzionaria.
In casa creano una sorta di biblioteca popolare, parlano di libri ai compaesani.
Nel 1943 Aldo, il figlio di Alcide più schierato politicamente (prima nel Partito Popolare poi nel PCI) e già incarcerato, intesse contatti sempre più forti con la famiglia Sarzi e la rete antifascista di Dante Castellucci,
La casa dei Cervi diventa un ritrovo di antifascisti.
A grande richiesta, tutto di seguito, #ricchiepoveri story
Franco (perito della Esso) e Angelo (operaio Italsider) iniziano come duetto, i Jet.
Poi, in un locale incontrano Angela che porta un'amica con cui condivide la passione del canto: Marina.
Angelo e Angela si fidanzano. Lei lo convince a cantare, anche se lui sarebbe chitarrista.
Quando si lasciano, restano amici.
I quattro iniziano a suonare insieme come gli ABBA, il quartetto adotta un acronimo fatto con le loro iniziali: FAMA ovvero Franco Angelo Marina Angela.
Uno dei primi a credere nel gruppo è Fabrizio De André che gli fa fare un provino a Milano. Il provino non va bene ma De André non cambia idea: "Questi di musica non capiscono nulla, ma voi avrete successo comunque".
A sostenerli, finanziandoli anche, è Franco Califano.