Gli argomenti usati nella reazione quasi unanime dei politici sulla #SuperLeague evidenziano due cose: a) i politici non hanno scrupoli a strumentalizzare lo sport a fini di consenso, invece di rispettarne l’autonomia: b) i politici non capiscono molto di economia dello sport.
La #SuperLeague può legittimamente non piacere ai tifosi.

Ma chi deve garantire le regole della competizione di mercato non può fare affermazioni senza fondamento.

Qui la decisione della UE, su un caso analogo nel 2017, dove si denunciano le restrizioni alla concorrenza. Image
Ciò che fa sorridere è la surreale ragione invocata da alcuni politici: “il calcio è del popolo”. Ma la #superleague è tale proprio perché estremamente più “popolare” di Benevento-Spezia. Sarà ricca solo se sarà popolare Se così non fosse, JPM non ci avrebbe investito miliardi.
L’altro errore di analisi economica è sostenere che la #SuperLeague “rubi” i soldi al resto del calcio. I ricchi più ricchi, i poveri più poveri. È una fallacia. Il progetto accresce la torta economica che media e sponsor allocano al calcio, con ricadute positive sullo sport.
Quanto all’argomento della presunta “funzione sociale dello sport”, è semmai vero il contrario: una maggiore “popolarità” globale del calcio - molto più probabile con la #SuperLeague - incentiverà una maggiore partecipazione sportiva tra i giovani di tutto il mondo.
Altra fallacia logica è sul concetto di “merito” nel calcio. Esso può essere applicato solo agli sportivi, non alle squadre, tra le quali non sempre vince chi merita. Nel modello #SuperLeague - molto diverso dalla #NBA - la selezione dei talenti non cambierebbe rispetto a oggi.
Le critiche al modello #SuperaLeague andrebbero piuttosto fatte in mancanza di un rigoroso schema di fair play finanziario, di un processo di gestione dei vivai e selezione dei talenti e di un robusto sistema di audit indipendente sulla gestione tecnica e sportiva.
I punti critici del progetto #SuperLeague sono semmai la discutibile scelta di tempo, la scarsità di dettagli tecnici e organizzativi, la mancata adesione di grandi squadre tedesche, francesi, olandesi, portoghesi. Ma i club siano liberi di sbagliare, senza l’aiuto della politica
Il giudizio sui commenti dei politici italiani che si sono espressi in queste ore sulla #SuperLeague è invece esplicito: ignoranza crassa, populismo triviale, fake news, paternalismo. Esperimento naturale perfetto che fa capire perché il Paese è specchio del suo calcio. Fallito.
PS - Il progetto #SuperLeague è razionale in termini economici ma tuttora ingiudicabile dal punto di vista sportivo, per carenza di dettagli organizzativi. Ma se UEFA fosse stata meglio gestita negli ultimi anni, non saremmo probabilmente arrivati a questa inopinata rottura.
La superficialità che si continua a leggere nei commenti politici sulla #SuperLeague è sconcertante. Si può essere legittimamente contrari a un progetto sportivamente ancora poco strutturato e zoppo, ma la retorica del “Salviamo i campionati nazionali” è falsa e pelosa. Image
Il progetto #SuperLeague è chiaramente alternativo alla Champions, per calendario e (abbozzato) modello organizzativo. NON è concorrente ai campionati nazionali, dai quali anzi trae candidati per licenze al torneo (anche pluriennali), come succede da anni in Eurolega basket.
É imbarazzante leggere affermazioni economicamente e giuridicamente insensate (“il calcio appartiene ai tifosi”) non sugli editoriali della rosea Gazzetta (sempre sia lodata) ma nelle dichiarazioni ufficiali di politici e capi di governo. Il populismo dilaga, la reputazione scema
La politica italiana ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di essere all’altezza delle sfide globali. Il calcio è l’unica Netflix naturale e globale del continente. Può non piacere questo specifico progetto (neanche a me, btw), ma il provincialismo strumentale è becero.
Vedere come la politica giudica il mercato dello sport, mischiando paternalismo e crassa ignoranza economica, è un test perfetto per valutarne le infime capacità di analisi e discernimento. Affidare il Paese a gente non migliore dei suoi commenti da bar è suicidio annunciato.
Qui un thread sui valori economici in gioco nell’attuale Champions UEFA. Esercizio: comparare questi numeri con i 3,5 mld anticipati da JPM alla #SuperLeague e poi commentare i criteri di scelta razionale per un manager di club sportivo. Così si imposta l’analisi.
Dalle prime notizie, sembra che la #SuperLeague abbia un modello economico e organizzativo decisamente più efficiente della Champions. Certo, il giudice ultimo sarà il mercato. Il mercato, appunto, non un establishment politico populista e anticompetitivo.

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15 Apr
Il @Corriere spara in prima pagina un evergreen delle cazzate: “la crisi della globalizzazione” dagli anni ‘90 fino al colpo di grazia della pandemia.

Fake news: il rapporto Trade/GDP è tornato ai massimi storici, ed è passato da meno del 40% a oltre il 60%.
L’articolo è un florilegio di falsità e luoghi comuni. EGDL parla di un inesistente “assioma del libero scambio”. UE e USA hanno criteri molto stringenti su qualità, tracciabilità e sicurezza dei beni. Proprio quella “burocrazia” che viene loro imputata dai sovranisti ignoranti.
EGDL attribuisce al “libero scambio” il difetto di essere un sistema “a somma zero”, ovvero di determinare la crescita di alcuni paesi a scapito della decrescita di altri. Al contrario, è il protezionismo dei sovranisti a essere un gioco a somma negativa, che distrugge ricchezza.
Read 4 tweets
15 Mar
Con grande sconcerto, i principali politici europei hanno scoperto che i vaccini non garantiscono l’immortalità.

In compenso, l’impreparazione di chi non ha saputo o voluto educare preventivamente i cittadini ai principi scientifici della farmacovigilanza continua a uccidere.
Da mesi le voci più razionali invocavano una campagna di educazione alla vaccinazione di massa. Per politici, cittadini e operatori dell’informazione.

Le ultime vicende sono la drammatica prova dei danni provocati da ignoranza, pregiudizi e da ruoli istituzionali inadeguati.
Ho sperimentato personalmente la drammatica inadeguatezza - e spesso la deliberata omissione - del precedente Governo sui basilari principi di trasparenza ed educazione dei cittadini su come affrontare una pandemia e una campagna vaccinale. Non abbiamo fatto molti passi avanti.
Read 5 tweets
12 Mar
Avete analizzato il discorso ufficiale di Draghi di oggi sulle decisioni del Governo per affrontare la pandemia?

Provo a farlo qui in pubblico, e anticipo che il mio giudizio è di insufficienza nel merito e di incompletezza nel metodo. Vediamo perchè.

linkiesta.it/2021/03/discor…
Cominciamo con l'analisi del metodo. Il discorso è strutturato con una retorica che parte dall'esposizione di alcuni dati empirici, ne propone una valutazione politica e successivamente ne deriva un intervento dell'esecutivo.
L'esposizione di dati in valore assoluto, senza normalizzazione né comparazione, e su una base temporale ristretta, non è metodologicamente corretta e non consente alcuna deduzione logica, che invece viene proposta come indispensabile ("questi dati ci impongono").
Read 12 tweets
3 Feb
Non chiamatelo “tecnico”, per favore. L’incarico a Draghi è quintessenza della responsabilità istituzionale. L’agenda è chiara: gestire l’emergenza sanitaria ed economico-sociale; fare le riforme per riallinearci alla UE; impostare razionalmente il PNRR.
wallstreetitalia.com/video/linterve…
Non si tratta di un’agenda straordinaria e specifica per l’Italia: questi stessi tre punti sono nei programmi di tutti gli altri governi europei. Proprio qui emerge la profonda differenza di contesto e di momento storico rispetto alle altre esperienze di “governo del Presidente”.
Con Amato e Dini, per le tensioni sulla lira, e con Monti, per la crisi dello spread, l’Italia era sorvegliato speciale d’Europa, oggetto di “shock asimmetrico”, ovvero una difficoltà specifica ed endogena del Paese, che non coinvolgeva nella stessa misura gli altri Stati membri.
Read 7 tweets
2 Feb
La costruzione retorica dell’intervento di Mattarella è un’abile operazione didascalica.
Prima celebra la centralità democratica delle elezioni. Poi ne demolisce pezzo per pezzo la fattibilità pratica.
Più che un’indicazione istituzionale, la comunicazione di Mattarella è una lezione di retorica linguistica che sottende una lucida leadership politica. Altra scuola, altra classe.
Read 6 tweets
19 Jan
Letizia #Moratti ha gettato - maldestramente - il sasso in uno stagno di ipocriti.

Da mesi scienziati e comitati etici discutono sui criteri di distribuzione dei vaccini. Se c’è un fatto certo, è che essi, a livello globale, sono stati finora allocati in base al... #PIL. /1
A livello subnazionale, invece, i criteri di distribuzione sono stati finora diversi. L’Italia, diversamente dalla Germania che ha vaccinato in maggioranza anziani, ha privilegiato criteri di esternalità e di organizzazione, dando priorità al personale sanitario. Chi ha ragione?
In termini di massimizzazione del social welfare, l’Italia ha fatto una scelta più razionale. Vaccinare prima i sanitari infatti, preserva il funzionamento di un’organizzazione utile alla società, con effetti esponenziali sulla preservazione di vite umane ed economia nazionale.
Read 7 tweets

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