Oggi è il 200esimo anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.

Avrei voluto scrivere qualcosa di più serio, ma visto che mi sono fatto cogliere impreparato, metterò un po' (un bel po') di cose alla rinfusa in un lunghissimo thread
Prima di tutto un disclaimer: Napoleone è stato il mio primo eroe da ragazzino. Uno dei primi ricordi che ne ho sono le illustrazioni della Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi (solo della prima parte della sua carriera raccontata nel secondo volume, l'unico che possedevo) Image
Quando andavo in vacanza all'Isola d'Elba dai miei nonni, mio padre era costretto ogni volta a portarmi in visita alla suo palazzo nella fortezza di Portoferraio (per anni mi nascose che nell'interno dell'isola c'era anche una Villa Napoleonica)
Ho scritto temi e tesine su Napoleone a partire dalle medie e racconti su di lui ai corsi di scrittura creativa.

Tutto questo per dire che sono ovviamente molto sbilanciato nell'occuparmi di lui e probabilmente troppo indulgente (ma ci torneremo)
Detto questo, personalmente non credo che sia una figura da "celebrare" (è questo, alla fine, il dibattito di giornata). Napoleone era tante cose, molte delle quali sono disprezzabili oggi come lo erano 200 anni fa (torneremo anche su questo)
Ma una cosa è Napoleone, un'altra è cosa Napoleone ha rappresentato per persone diverse in epoche e luoghi diversi.

Tiranno, liberatore, guerrafondaio, precursore di Hitler, spargitore dei semi della Rivoluzione francese sono tutti termini che sono stati usati per descriverlo
Ecco: di sicuro Napoleone è stato "grande", non in senso positivo e celebratorio, ma in senso letterale: la sua è una figura di tali dimensioni che in questi due secoli posteri e contemporanei hanno potuto, più o meno a torto o a ragione, incollare addosso tutti questi ruoli
Larger than life, dicono gli americani. E lo era proprio perché in lui c'era allo stesso tempo il buono (non moltissimo) e il cattivo (parecchio) che ritroviamo in tutti gli esseri umani.
I suoi talenti, la sua fortuna e l'epoca in cui si è trovato gli hanno permesso di mettere in mostra questi tratti positivi e negativi come pochi altri hanno potuto, almeno nella storia europea.

Ma basta premesse e passiamo al sodo: parliamo di Napoleone generale.
Napoleone è stato il più grande genio militare nell'ultima epoca in cui i geni militari hanno fatto la differenza.

50 anni dopo la sua morte, le battaglie campali sono divenute un affare di burocrati, di calcoli e di logistica. Vince chi accumula più materiale nel posto giusto
All'epoca di Napoleone, invece, vincere una battaglia era anche, e a volte soprattutto, questione di sesto senso, di ineffabile intuito, di manovre la cui ragione non si può decostruire a tavolino, ma che poi risultano, inspiegabilmente, vincenti
Non è caso o fortuna. Napoleone ha combattuto circa 70 battaglie campali vere e proprie e ne ha perse soltanto otto, combattendo con gli stessi mezzi tecnologici dei suoi nemici, molto spesso in conflitti in cui la Francia era in clamorsa inferiorità numerica Image
Gli storici militari si sono dovuti arrendere. Il suo successo militare non si può spiegare con una formula, come non si può spiegare la Cappella Sistina. Napoleone era un artista della guerra, nella misura in cui anche la meraviglia dell'arte è, in fondo, inconoscibile
Ma la guerra, a differenza della vera arte, non produce bellezza, ma morti, feriti e mutilati. Per questo esito a definire una battaglia la "migliore battaglia di Napoleone", perché ogni singolo scontro è stato in realtà un'orribile macello di uomini
Molti direbbero che questo ambiguo alloro spetta ad Austerlitz, lo scontro combattuto nel primo anniversario della sua incoronazione a imperatore, in cui il vero colpo di genio fu convincere i suoi nemici ad accettare lo scontro, nonostante fossero in inferiorità
Se devo scegliere preferisco citare la battaglia che la precede: Ulm, quando Napoleone, manovrando le sue truppe in campo come Chopin faceva con le sue dita sul pianoforte, costrinse alla resa un'intera armata austriaca senza quasi sparare un colpo en.wikipedia.org/wiki/Battle_of… Image
Come tutti i condottieri, Napoleone aveva un talento a far morire gli uomini per lui. Ricordava nomi e volti dei suoi soldati a distanza di anni. Sapeva farsi amare ed ispirare lealtà, ma sapeva sacrificare chi lo amava senza pensarci un secondo
In Spagna, ordinò alla sua cavalleria polacca di attaccare una posizione imprendibile. Un aiutante gli disse che presto la fanteria avrebbe preso la posizione di fianco rendendo superfluo l'attacco. Napoleone rispose che non c'era niente di impossibile "per i miei amati polacchi"
Gli amati polacchi attaccarono e furono sgominati in sette minuti. Poco dopo la fanteria attaccò i fianchi della posizione e gli spagnoli si ritirarono. Quando Napoleone vide il corpo di un ufficiale polacco che conosceva, scese da cavallo e gli mise una medaglia sul petto
Sapeva anche essere generoso e ispirante. "C'è un bastone da maresciallo nello zaino di ogni soldato", diceva. Ed era vero: nell'esercito di Napoleone il merito valeva per tutti. Aveva un notevole coraggio personale, soprattutto da giovane
Ad Arcole rischiò la vita cercando di conquistare il famoso ponte. Durante la campagna d'Egitto aiutò un medico a trasportare soldati ammalati di peste durante una visita a un lazzareto ImageImage
Ma quando la campagna in oriente si impantanò e le condizioni politiche in Francia cambiarono, non esitò un istante a lasciare i suoi soldati intrappolati in Egitto e a tornare a casa in tutta fretta, per sfruttare l'opportunità che si presentava
E il Napoleone politico? C'è molto da dire, ma una sintesi su cui penso che la maggior parte degli storici sia d'accordo è che è un disastro, appena mitigato da qualche sprazzo di luce
Tanto per cominciare, è un trasformista che non ha nulla da invidiare ai grandi trasformisti dell'ultimo secolo. Nasce (politicamente) da indipendentista corso, dopo la rivoluzione diventa giacobino e quando il regime cade si schiera con il Direttorio che l'ha sostituito
Addirittura, contribuisce a salvare il Direttorio prendendo il comando dell'artiglieria durante una rivolta monarchica a Parigi e facendo prendere a cannonate gli insorti ("Tirez à mitraille!")
Qualche anno dopo è protagonista di un colpo di stato *contro* il Direttorio e in breve, diventa di fatto il dittatore del paese. Non pago, nel giro di qualche anno, si proclama imperatore (e se non avesse avuto tanta fortuna dopo, lo guarderemmo in modo diverso da un Bokassa?)
Oggi biasimiamo i politici che fanno assumere i parenti al ministero. Napoleone sistemò fratelli, figli e figliastri sui troni di mezza Europa. Era un familista senza paragoni capace di arrivare a danneggiare i suoi stessi interessi pur di favorire i parenti
"L'ulcera spagnola", come Napoleone definì l'infinito conflitto in Spagna che segnò il vero inizio del suo declino, venne causata dal suo desiderio di mettere sul trono del paese il fratello Giuseppe
Il modo in cui ci riuscì è una storia che vale la pena di leggere e che è più degna di un truffatore impegnato nel gioco delle tre carte che di un astuto e lungimirante politico
en.wikipedia.org/wiki/Abdicatio…
Napoleone rivolse al suo ministro degli esteri, l'inaffondabile Talleyrand, uno degli insulti migliori della storia ("una calza di seta piena di merda"), ma lui difficilmente poteva rivendicare maggiore coerenza
Parentesi: lo "stile impero", cioè lo stile più camp prima dell'avvento della parola camp, è in buona parte un'invenzione di Napoleone (sì, quelli sono dei braccioli a forma di cigno) Image
Per quanto riguarda i dati più brillanti, si può dire che in un momento chiave della storia europea, Napoleone ebbe una smisurata fiducia se non negli esseri umani, almeno nella razionalità umana (che spesso significava la sua razionalità e il suo genio)
Credeva fermamente nell'idea che l'ingegno applicato alle cose degli uomini producesse sempre risultati migliori del rispetto antiche tradizione. Dove passava con i suoi eserciti, spazzava via le ultime incrostazioni feudali che si trovava davanti
Tutti sanno che qunado lanciò la sua temeraria invasione dell'Egitto, si portò dietro un gruppo di studiosi e archeologi che, tra le altre cose, scoprirono la famosa Stele di Rosetta. Meno conosciuto è il fatto che c'erano anche ingegneri, giuristi ed altri esperti...
...con i quali Napoleone intendeva risollevare il paese da quella che gli europei consideravano un'abietta povertà. Tra i suoi primi atti ci fu l'abolizione della servitù della gleba per i contadini egiziani
Sembra incredibile che soltanto tre anni dopo, tornato in Francia, Napoleone ripristinava la schiavitù, facendo del suo paese l'unica nazione ad aver ripristinato la schiavitù dopo averla abolita. Una delle pagine più oscure della sua storia personale
A compensarla non bastano quelli che probabilmente sono i suoi migliori lasciti: i codici di leggi napoleoniche, le riforme economiche e sociali e le modeste infrastrutture che era possibile creare con le risorse dell'Europa preindustriale
Quando si discute delle figure del passato, spesso si invoca a sproposito il fatto che il nostro giudizio sarebbe in qualche modo inadatto a misurare chi appartiene ad altre epoche con altri valori. Ma questo argomento nel nostro caso regge poco
Napoleone era accusato dai suoi stessi contemporanei di essere un assassino, un tiranno, un mostro violento e guerrafondaio. Lo odiavano i conservatori e lo destevano i progressisti come i patrioti italiani (ricordiamo tutti la storia di Ugo Foscolo dai tempi del liceo)
Lui stesso fece capire molto di sé dettando le sue memorie nel suo malinconico esilio di Sant'Elena. Nonostante fosse stato il sovrano d'Europa, la sua avventura in Egitto, iniziata quando non aveva 30 anni rimaneva il suo ricordo più caro
Disse che in quei giorni si immaginava di inoltrarsi in Asia in sella a un elefante, con un turbante sul capo e tra le mani un nuovo Corano scritto a suo uso e consumo (il che dovrebbe far riflettere chi oggi lo celebra come eblema di una nuova laicité)
É una frase grandiosa, pronunciata al tramonto di una carriera grandiosa, ma che alla fine mostra un uomo profondamente cinico che non crede davvero i nulla tranne che in sé stesso

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