"L'aria di questa Scuola noi la respirammo fin dai primi giorni.... Tutti uguali, perché tutti liberi da cure materiali. Ai servizi, al vitto, c’era chi pensava per noi.… Piena libertà spirituale in animi sgombri da ogni prosaica cura della vita d’ogni giorno….
...Libertà spirituale, che è il terreno in cui mette radice quel puro e disinteressato e irresistibile e ombroso amore del sapere"
Il riferimento per come doveva funzionare la @scuolanormale era nelle parole di uno dei suoi allievi più discussi eppure (o perché) più grandi
Da qualche mese emergono voci di allarme sul fatto che qualcosa non funziona come dovrebbe. Il documento delle diplomate e dei diplomati della Classe di lettere che sta facendo molto discutere ed è stato ripreso oggi da @rivistailmulino... rivistailmulino.it/a/eccellenza-o…
...è stato preceduto dal discorso inaugurale dell'anno accademico del direttore Ambrosio, che denunciava la tendenza di normaliste e normalisti di provenire con sempre maggiore frequenza da famiglie di estrazione sociale medio-alta
Voci di critica e di autociritica, dunque, che individuano alcuni seri problemi strutturali della Scuola e li collocano in un contesto di emergenza che riguarda tutto il paese. E ci ricordano che una scuola come la Normale funzionano se il sistema universitario funziona
E questo è tanto più vero per un'istituzione così incentrata sull'alta formazione nelle discipline letterarie e scientifiche di ricerca "pura", perché è tenuta, nei fatti, a fornire all'accademica italiana un nerbo di future studiose e di futuri studiosi...
...che atenei e centri di ricerca devono essere in grado di assorbire adeguatamente, se effettivamente non si vuole più guardare alla mobilità internazionale del personale ricercatore come alla dispersione a cui la nostra perdita netta ci condanna
E in fondo, al di là dei problemi che individuano, anche questi interventi critici sono parte dell'enorme servizio che la comunità normalistica continua a dare al paese per proporre una via al suo miglioramento alternativa a quelle, finora fallimentari, imposte dal mainstream
E ci ricordano come per l'Italia avere una riserva di capacità critiche e intellettuali come la Normale sia una benedizione che forse dovrebbe tornare a essere meglio sfruttata.
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Quando per fare i grafici chiami il parrucchiere e per parlare di storia della filosofia un padroncino, poi finisci così. e chi legittima quel canale pure.
Non mi do pace. Al di là di singoli punti tutti rivedibili, un insegnante, un educatore, come fa a non essere colpito dal coraggio, dalla lucidità e dalla proprietà di analisi con cui un gruppo di studenti e studentesse affronta un tema così complesso e controverso?
E dalla capacità di assumere toni e linguaggi propri di una presa di posizione squisitamente civile e politica e non di un intervento a un seminario accademico?
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Travolto dal precipitare degli eventi dei 45 giorni successivi, fino all'armistizio e alla doppia occupazione che ha reso l'Italia un fronte di guerra, il tornante del 25 luglio è spesso sottovalutato, eppure presenta molti aspetti di complessità
In primo luogo, come è nato l'ordine del giorno Grandi con cui il Gran Consiglio obbliga il duce a rimettere immediatamente al re i suoi poteri militari? Possibile che sia stato stilato e abbia raccolto consenso senza che Mussolini se ne accorgesse?
Il biografo di Dino Grandi, Paolo Nello, presenta una tesi "estrema", ovvero quella per cui potesse essere stato Mussolini stesso a promuovere un'assunzione di responsabilità da parte del re nel tentativo, disperato, di un'uscita "concordata" dalla guerra ormai disastrosa
Cioè, gli appunti di merito al discorso ci possono essere eccome: dall'atteggiamento troppo "puro" a qualche incomprensione sul ruolo nazionale dell'alta formazione per il caso Napoli ad altro. Poi nell'insieme coglie nel segno sui temi strutturali
Vent'anni fa, a #Genova, io non c'ero. Avevo 21 anni, avrei dovuto. Ma dove è stata messa a ferro e fuoco la mia generazione io non c'ero.
Perché? E che che cosa potevo fare? Avevo preparato un esame e stavo andando a darlo. Nel giorno più buio, mi ero fatto quasi tutta la giornata su un treno. Un Torino-Salerno che a Genova doveva passate ma era stato dirottato su Bologna
Per tutta la mia vita avevo imparato che quello dovevo fare: studiare era il mio contributo a creare un altro mondo possibile. Quello spirito di servizio che Gentile chiedeva ai suoi ragazzi, io potevo metterlo in atto per obiettivi per fortuna ben diversi dei suoi
quando si propone questa contrapposizione (anche implicita) sia dove si va a finire. L'interesse "degli studenti" è sempre contrapposto a quello di qualcun altro che invece si vuole manganellare, con o senza manganello. Ci si potrebbe scrivere un saggio di lungo periodo.
Ma per scriverlo bisognerebbe essere studiosi specialisti nel settore. Se non lo si è si è vittime delle retoriche già trite, come in questo caso.
Resta comunque significativo che il blocco circolante attorno a LO sulla scuola sia riuscito a mobilitare al massimo questo qui. In pratica, ribadisco, NESSUNO che abbia contezza degli studi sul tema si presta a dire quel che vogliono loro.
Il lavoro che ho appena licenziato su Diane Ravitch e le politiche scolastiche USA aiuta a capire quanto sia rischioso demandare le decisioni a meccanismi di VALUTAZIONE, e non di semplice messa a punto statistica delle informazioni relative al sistema
Se conoscere è necessario per deliberare (ma bisognerebbe capire bene cosa e come conoscere, e sul punto gli strumenti dell'INVALSI hanno ricevuto varie critiche per la pervicacia di misurare quello che i test standard non misurano, ma ora il punto non è questo...
...occorre capire chi delibera. L'INVALSI non è infatti un ufficio statistico (e come detto se lo fosse dovrebbe svolgere meglio questo compito, perché sono disponibili standard decisamente migliori), ma un istituto di valutazione