La storia dell'orrore più spaventosa che vi capiterà di leggere in questo giorno dei Morti è quella del Reddito di cittadinanza. È la storia di come la lotta alla povertà in Italia si è trasformata in una guerra poveri
Antefatto: da 20 anni l'Italia ha un problema di povertà sempre più grave. All'inizio degli anni zero, nel nostro paese circa il 3% della popolazione era in povertà assoluta. Oggi è il 10%. Significa che un residente su 10 non può permettersi una spesa mensile superiore ai 700€
È un disastro sociale che il nostro frammentato sistema di welfare non è riuscito a limitare. Disegnato negli anni delle grandi imprese e della piena occupazione, lo stato sociale è pensato per aiutare famiglie numerose e lavoratori dipendenti
Ma negli anni ultimi anni, la crescita del precariato, la riduzione nel numero di componenti delle famiglie e l'arrivo di una popolazione straniera sempre più numerosa ha creato enormi sacche di persone che per questo sistema sono letteralmente invisibili
Finte partite iva, lavoratori in nero e di cooperative fantasma, collaboratori a progetto di varia natura: sono tutte figure che sfuggono a un sistema di welfare pensato essenzialmente per lavoratori di grandi imprese fordiste novecentesche
Non aiuta il fatto che per contrastare la povertà, i vari governi abbiano scelto un approccio incrementale: uno spezzatino di misure destinato di volta in volta a questa o quella categoria. Provare a contarle tutte è un'impresa da mal di testa
Risultato: nel 2017, l'Italia era l'unico paese europeo insieme alla Grecia a non avere ancora una misura universale di contrasto alla povertà, una mancanza che, nel disinteresse generale, le organizzazioni internazionali sottolineavano in maniera critica in ogni rapporto
Non sono state le pressioni internazionali a portare a un cambiamento, bensì quelle interne. A partire dal 2013, il Movimento 5 stelle ha inserito nel suo programma una proposta di sussidio contro la povertà chiamato, incorrettamente, Reddito di cittadinanza
Nel corso degli anni, il Rdc diventa sempre più centrale nella comunicazione dell'M5s. Con i sondaggi in crescita soprattutto al sud, gli altri partiti provano a reagire. Nel 2017, il governo Gentiloni dà il via al Rei, una versione sperimentale di sussidio anti povertà
Troppo poco e troppo tardi, verrebbe da dire. L'anno dopo, il M5s stravince le elezioni, conquistando la maggioranza relativa in tutti i collegi del sud Italia. La promessa del Rdc è ormai il punto centrale della sua campagna elettorale
"Then tragedy struck", come dicono gli inglesi. Quello che poteva essere un momento di svolta nella lotta alla povertà in Italia, si trasforma, per una serie di errori e di condizioni forse inevitabili, in uno dei più spettacolari rovesci della politica italiana contemporanea
Primo: il leader dell'M5s Luigi Di Maio non è un convinto sostenitore della misura. Difende il Rdc non per quello che è, ma come uno strumento di inserimento al mondo del lavoro. I media si concentrano sul suo annuncio di "abolizione della povertà"...
...ma dimenticano spesso che Di Maio dà altrettanto spazio al piano "navigator", un goffo tentativo di rivitalizzare le morenti agenzie del lavoro. Affermando che il Rdc non permetterà alle persone di "stare sul divano", Di Maio accetta implicitamente le critiche allo strumento
Secondo: nonostante l'M5s parli di Rdc da cinque anni, quando arriva al governo non ha una proposta pronta. Lo strumento viene "costruito" in fretta e furia nell'autunno 2017, imperniandolo intorno alle cifre promesse in campagna elettorale (i famosi 780 euro)
Terzo: per farlo digerire agli alleati della Lega, l'M5s accetta di inserire una serie di limitazioni, tra cui enormi barriere all'utilizzo da parte degli stranieri, il gruppo che avrebbe più bisogno di un suddio contro la povertà
Quarto: mettendo tutte le uova nel paniere del Rdc, l'M5s ottiene visibilità e voti, ma crea un simulacro facile da attaccare: i nemici del welfare ora hanno una misura con nome e cognome da prendere di mira.

Tutto è apparecchiata per generare uno storico fallimento.
Gli attacchi iniziano subito e sono violentissimi. L'Italia che vuole il rdc "è l'Italia che non ci piace", dice il leghista Giancarlo Giorgetti. I grandi media si lanciano sulla vicenda come uccelli da preda. La centralità del Rdc e la promessa di renderlo uno strumento...
...per creare lavoro hanno creato un incentivo fenomenale per sottoporre la misura a uno scrutinio puntiglioso come raramente se ne sono visti. A primavera, gli articoli sulle truffe del rdc sono diventati un nuovo genere giornalistico.
Nessun grande media si sottrae. Gli archivi restituiscono ancora oggi centinaia di articoli. Opinionisti e commentatori conservatori si uniscono agli attacchi e così le forze politiche di destra e molti centristi. Il campo dei difensori, invece, è sparuto
Una parte del centrosinistra è apertamente contrario alla misura. Un'altra accetta che lo strumento vada riformato e così fa l'M5s, che offre una difesa a dir poco patetica di quella che fino a due anni prima era la policy centrale. I sindacati restano completamente in silenzio
Le misure contro la povertà sono per definizione destinate a una minoranza della popolazione che fatica a vedere rappresenti i suoi interessi (per questo si parla spesso di esclusione sociale). La loro voce, nel dibattito sul Rdc, praticamente non esiste
Mentre i media riportano quotidinamente episodi di "furbetti del Rdc" e l'opinione unanime delle forze politiche sulla necessità di abolirlo, o almeno riformarlo, le storie di chi ne ha davvero bisogno e di chi ne è stato aiutato sono introvabili
Con l'arrivo della pandemia, tra 2019 e 2020, la povertà assoluta schizza al 10%. Nel frattempo, paradossalmente, i sondaggi rivelano che la maggioranza degli italiani è contraria al Rdc o comunque favorevole a restringerlo severamente
Arrivamo così ai nostri giorni. Sensibile agli umori dei partiti e alla direzione verso cui tira il vento del sentire comune, Mario Draghi ha approvato una manovra di bilancio che nel mezzo di una crisi epocale fa quello che tutti sembrano chiedergli: restringere l'accesso al Rdc
Viste le condizioni di partenza, l'esito di questa storia era probabilmente inevitabile.

Ma ugualmente, se ci guardiamo indietro, non possiamo che giudicare questa vicenda un gigantesco fallimento morale della nostra società di fronte ai suoi membri più deboli e bisognosi

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17 Oct
La manifestazione antifascista ieri a Roma è stata un successo, come non poteva non essere. I sindacati hanno ancora la capacità di portare oltre 50mila persone in piazza con poco preavviso. Intanto il centrosinistra si gode questa mobilitazione dei suoi a 24 ore dai ballottaggi
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5 May
Oggi è il 200esimo anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.

Avrei voluto scrivere qualcosa di più serio, ma visto che mi sono fatto cogliere impreparato, metterò un po' (un bel po') di cose alla rinfusa in un lunghissimo thread
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22 Apr
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6 Mar
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15 Feb
Perché ha ragione Ricciardi e perché ora sarebbe il momento migliore per chiudere (e perché non lo faremo subito)?

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Soprattutto perché con 10mila casi al giorno *le misure di contenimento diverse dal lockdown sono inutili*.

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10 Jan
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