#6novembre#Afghanistan questo video arriva dal confine con l'Iran e mostra decine e decine di afghani in fuga verso il Paese lungo sentieri montani. All'apparenza a spingerli verso l'Iran è la ricerca di lavoro mentre l'Afghanistan sprofonda nella crisi più nera. 1/5
L'Occidente sta ignorando l'Afghanistan, non viene detto ma è l'impressione è che sia in posizione di attesa: aspetta che tutto crolli, la sollevazione popolare contro i talebani, magari un'altra guerra civile. È rischiosissimo e poco utile
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La crisi economica verrà pagata dai civili afghani, scatenerà ondate migratori e rialimenterà l'industria della guerra (ISKP in primis) e quella dell'oppio. Tutto questo conviene all'Occidente? La risposta è evidente. Sull'assenza di strategia usa (da cui l'immobilità europea)3/5
Segnalo editoriale di @saadmohseni patron del gruppo tv Moby. È interessante. Va anche detto che vorremo dai protagonisti di questi anni non solo critiche agli Usa ma autocritica (magari critiche al governo di Ghani dalle sue tv negli anni cruciali) 4/5 politico.com/news/magazine/…
Un po' di speranza da @bbclysedoucet con i suoi luoghi del cuore di Kabul, alcuni dei quali sono per me fonte di grande nostalgia (e non da oggi). 5/5 bbc.co.uk/news/extra/OAQ…
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#11dicembre In viaggio attraverso aree montane, su sterrate e mulattiere per raggiungere il distretto forse più remoto della più remota provincia d' #Afghanistan
Un viaggio indietro nel tempo tra le vette dove Alessandro Magno credette di aver trovato la caverna di Prometeo 1/7
Un viaggio dove la strada non finisce mai e dove dopo ogni valico, ogni vallata, ogni villaggio, ogni cambio di paesaggio, ogni notte passata a terra sui tappeti con una stufa a carbone e diossina, dopo ogni piatto di riso e montone in cui tutti affondano le mani, 2/7
dopo la neve che copre il deserto, dopo ogni indicazione sbagliata, dopo benzinai che versano il carburante con le caraffe, dopo ogni posto di blocco e ogni tramonto arrivato troppo presto, dopo che la polvere ti è entrata dappertutto 3/7
#10dicembre#Afghanistan Sono tornato a Kabul dopo un complesso viaggio nelle aree montane, per raggiungere quello che è forse distretto più remoto della provincia più remota del Paese (domani vi racconto perchè). Sono stato accolto nella capitale da una serie di esplosioni 1/5
Non è chiaro il numero, c'è chi dice cinque, io ne avrei sentito una sesta. Di sicuro la prima e la peggiore è avvenuta (al solito) nell'area occidentale (hazara quindi sciita) dove è esploso un pulmino "taxi collettivo". La mano è chiaramente quella dell'ISKP che non riesce 2/5
A sfidare i talebani e allora colpisce inermi civili "infedeli" (gli sciiti appunto, corrente mussulmana). Ormai è uno stillicidio di MIED bombe magnetiche una al giorno o quasi. Al momento dal punto di vista generale sicurezza nel Paese non è mai stata così buona come oggi
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#Afghanistan#7dicembre "Il giorno in cui abbiamo perso tutto" è una frase che mi sto sentendo ripetere incontrando persone che si sono rinchiuse in casa o che da casa sono fuggite in attesa di lasciare il Paese. Quel "giorno" è il 15 agosto quando Kabul è caduta 1/8
Per chi ha creduto nella democrazia, nei diritti delle donne, nel libero giornalismo è stato un trauma senza pari. Non si tratta solo di rischio personale (ne parlo dopo) ma di impossibilità di continuare quello che si faceva fino al giorno prima, 2/8
Si tratti di un lavoro in una casa rifugio per le donne o di quello in una tv locale. La fine di una vita costruita in 20 anni. A livello di sicurezza cosa sta accadendo per questi possibili bersagli? Difficile dirlo visto che nelle province è scomparsa l'informazione.
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#5dicembre#Afghanistan cercando un punto di osservazione sulla periferia occidentale di Kabul, cresciuta incredibilmente negli ultimi due anni, sono salito su una collina che ho trovato anch'essa cambiata 1/7
Il 5 maggio scorso un'autobomba (3 esplosioni secondo altre fonti) ha fatto una strage davanti ad un liceo poco distante, al cambio turno pomeridiano. Oltre 90 vittime, tra i 16 e i 18 anni. Una parte di loro sono sepolti qui 2/7
"Qui riposano i fiori" recita un grande cartello. La cosa più assurdo dei conflitti lontani è che i morti diventano numeri e sono pure numeri precari perché i feriti gravi che muoiono nei giorni successivi non vengono mai conteggiati. 3/7
#3dicembre#Afghanistan voglio raccontarvi questa fotografia (a me scalda il cuore anche se manca qualcuno) perchè credo dica tanto su🇦🇫 oggi.
In questi giorni si tengono gli esami a scuola prima della pausa invernale quando la neve rende molte aree del Paese impraticabili. 1/8
Dopo la caduta di Kabul, l'apparato statale si è fermato, comprese le scuole che hanno riaperto il 17/9, le secondarie peró solo per i ragazzi non le ragazze. Per l'Emirato è un provvedimento temporaneo (anche nel '96 si disse lo stesso e non riaprirono mai).
Ora si parla di
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Riapertura dopo la pausa invernale, se così fosse le ragazze sarebbero state lontane da scuola sette mesi! Comunità internazionale spinge sull'istruzione (e fa bene) anche se poi bisognerà capire che tipo di scuola sarà (le pubbliche trasformate in madrasse, cioè religiose?) 3/8
#18novembre#Afghanistan la lettere inviata ieri da Muttaqi, ministro degli Esteri, al Congresso americano è clamorosa per vari motivi. 1) nel codice mediatico taleb suona come un atto di sottomissione, è un totale cambio di tono 2) è la riprova che i talebani hanno capito che
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La crisi umanitaria che si sta abbattendo sul Paese li indebolirà profondamente 3) hanno pure capito che Russia e Cina non sostituiranno - almeno per ora - gli Stati Uniti come finanziatore di un Paese ormai in default
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Deborah Lyon, capo dell'Onu in Afghanistan, è stata sentita ieri dal Consiglio di Sicurezza, al netto di cose già note (limitazione diritti delle donne, limitazione libertà di stampa e di opinione) dell'intervento mi colpiscono due cose 1) la crescita
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