Molti affermano l'efficacia del cosiddetto plasma iperimmune, il plasma ottenuto da chi ha avuto il #COVID ed è guarito. Dicono che il plasma dovrebbe essere utilizzato molto più dei vaccini. Oggi abbiamo un dato certo grazie allo studio TSUNAMI. Vediamo cosa è stato scoperto.
Del plasma iperimmune si era parlato in passato sottolineando che l’uso di plasma da donatori sopravvissuti e che hanno sviluppato anticorpi avrebbe potuto mitigare la gravità della malattia COVID-19 e, possibilmente, anche prevenire la sua evoluzione verso gli stadi più gravi.
L’impiego di questa strategia era già stato effettuato in passato, ad esempio con Ebola. Tuttavia, nel caso di SARS-CoV2, ci si trovava nella fase iniziale della pandemia, quando ancora non si sapeva molto del virus e della malattia e le armi a disposizione erano inesistenti.
Ma cosa è questo "studio TSUNAMI"? Andiamo nel dettaglio. Sostanzialmente è un "un trial randomizzato 1:1" ovvero uno studio dove, a ogni paziente che riceveva il plasma iperimmune (gruppo trattato), ne corrispondeva uno trattato con la terapia standard (gruppo controllo).
In questo genere di studio, l’assegnazione a uno o all’altro gruppo avviene in maniera del tutto casuale. TSUNAMI ha coinvolto, tra luglio e dicembre 2020, 27 centri italiani per un totale di 487 pazienti affetti da SARS-CoV-2 e con polmonite confermata da analisi radiologica.
Al gruppo trattato (241 pazienti) sono stati somministrati giornalmente 200 ml di plasma (infusione di circa 2 ore), in aggiunta alle terapie previste da AIFA (remdesivir, glucocorticoidi ed eparina), mentre il gruppo di controllo (246 pazienti) riceveva solo le terapie standard.
Il plasma iperimmune usato era particolarmente ricco di anticorpi contro I donatori erano stati scelti tra quelli che avevano avuto sintomi per almeno 28 giorni prima della donazione e che erano risultati negati in 2 tamponi molecolari eseguiti a distanza di 24 h l’uno dall’altro
L’obiettivo principale è stato valutare se il plasma iperimmune migliorasse l’insufficienza respiratoria prevenendo la necessità di ventilazione meccanica o la morte, in un periodo di osservazione di 30 giorni.
Tra gli obiettivi secondari è stata valutata la mortalità a 30 giorni, il numero di giorni di ricovero e la scomparsa del virus dall’organismo. Ma cosa si è scoperto?
Dei 487 pazienti, solo 446 sono stati effettivamente inclusi nello studio, 231 nel gruppo trattato con il plasma iperimmune in aggiunta alla terapia standard e 239 nel gruppo di controllo.
Tra i pazienti trattati con il plasma, il 25.5% pari a 59 casi, sono andati incontro a morte (14 pazienti) o ad un peggioramento dell’insufficienza respiratoria (45 pazienti).
Nel gruppo di controllo si sono registrate rispettivamente 19 morti e 48 peggioramenti dell’insufficienza respiratoria (in totale il 28% dei pazienti di questo gruppo).
Questa piccolissima differenza (59 su 231, rispetto a 67 su 239) non permette di stabilire che ci sia un vantaggio nel ricevere il plasma iperimmune piuttosto che la terapia standard (ovvero non ha alcun valore statistico).
Non si sono osservate differenze anche negli obbiettivi secondari. Il dato più importante riguarda gli effetti collaterali che si sono manifestati nel 5% dei pazienti trattati con il plasma iperimmune rispetto al 1.6% dei pazienti controllo.
Una differenza molto significativa con un valore di p=0.040 che in altri termini indica che al 96% l’effetto collaterale è stato dovuto al plasma iperimmune; a causa di questi eventi avversi 5 pazienti hanno dovuto interrompere il trattamento con il plasma.
Lo studio ha dimostrato che l’infusione di plasma, in aggiunta alla terapia standard, a pazienti ospedalizzati NON previene la progressione della malattia verso una severa insufficienza respiratoria o la morte. E in questo studio si è utilizzato plasma ad alto titolo anticorpale.
I risultati dello studio TSUNAMI non sono gli unici a dimostrare che il plasma iperimmune non funziona. Lo fa anche lo studio denominato CONTAIN COVID-19, che ha coinvolto 21 ospedali americani e 941 pazienti.
Anche in questo caso i pazienti che hanno ricevuto il plasma di pazienti convalescenti dopo la CoViD-19, non hanno mostrato alcun miglioramento rispetto al gruppo di controllo. È inutile girarci attorno. Il plasma iperimmune NON funziona.

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31 Dec 21
Perché dire "i #vaccini anti-#COVID19 non sono vaccini ma sieri" è un cortocircuito stratosferico? Andiamo passo passo, nozione per nozione a spiegare il perché così potrete destreggiarvi facilmente tra le varie fake news. Grazie mille, spero vi piaccia e sia utile!!❤️
Per spiegarlo molto semplicemente, un vaccino è un preparato che in qualche modo "assomiglia" ad un agente patogeno: un virus inattivato, un batterio ucciso, un componente del loro rivestimento esterno (l’antigene) ecc.
Se noi ci iniettiamo un vaccino, il nostro sistema immunitario lo riconosce come estraneo e nello spazio di qualche settimana inizierà a produrre anticorpi e cellule specializzate che si preparano a un futuro incontro con l'agente patogeno vero e proprio!
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31 Dec 21
DiegoLazzari38, noto esperto di virologia, mi invia questa immagine. Il suo obbiettivo, penso, sia quello di affermare che i personaggi presenti sulla sinistra siano migliori, e più competenti, delle persone presenti a destra. Smentiamo subito, visto che è un argomento gettonato.
Ovviamente non parlerò di Parenzo e Lucarelli. Cos'è l'h-index? L'h-index è condizione necessaria ma NON sufficiente a farsi un’idea del lavoro di qualcuno. Al di fuori dell’ambito accademico, l’h-index NON può essere utilizzato.
In ogni caso, anche in ambito accademico va utilizzato NON in senso assoluto ma assieme a tutta una serie di parametri che servono per valutare la credibilità di uno scienziato. Ma veniamo al dunque.
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30 Dec 21
#DianaDelBufalo dice di non essersi vaccinata perché, "per via della genetica familiare" ha il cuore "ballerino". Se Diana ha così tanto premura per il suo cuore non capisco perché non si vaccini. Il virus colpisce, oltre ai polmoni, anche il cuore.
Uno studio condotto su 750 pazienti degli ospedali San Raffaele di Milano e Cremona e pubblicato nell'European Journal of Clinical Investigation ha rivelato come il 52% presentasse danni e sofferenza cardiaca. E un rischio quadruplo di morire nei 3 mesi successivi al ricovero.
Il virus entra in alcune cellule cardiache attraverso il recettore ACE2. E se è vero, come è vero, che il vaccino in rarissimi casi può causare miocarditi (infiammazioni che si curano velocemente e facilmente nella maggior parte dei casi), anche il COVID causa miocarditi.
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29 Dec 21
Piccola informazione per mettere a tacere le fake news riguardanti certi ingredienti "mortali" presenti nel vaccino. Vi siete imbattuti in una sigla complicata come ALC-0315? Bene, sentite un po' ciò che ho da raccontarvi.
#COVID19 #vaccino
Per il web gira uno "studio" dove si afferma che tale sostanza, tecnicamente nota come eccipiente (cioè non possiede attività terapeutica), è presente nel vaccino Pfizer e sarebbe consigliata solo per la ricerca e non per uso umano. Quindi stanno facendo sperimentazione con noi?
Il vaccino contiene tale sostanza ALC-0315 (c'è scritto nel foglietto illustrativo del farmaco) e l'AIFA ha spiegato che tali lipidi (grassi) sintetici sono necessari per veicolare l'mRNA all'interno delle cellule. Se si iniettasse l'mRNA senza tali lipidi cosa succederebbe?
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28 Dec 21
Faccio un appello pubblicamente. Smonti punto per punto ciò che ho affermato io. Smentisca il tutto e dimostri che io sono un bugiardo. Poi parlerò io e dirò come stanno le cose sbattendole in faccia una fonte dopo l'altra. Attendo con ansia.
E stia certa che quando parlo con sicurezza significa che le cose stanno come ho scritto. Altrimenti non mi mostrerei così sicuro. Mi dispiace per lei ma non sono il tipo che bazzica su ByoBlu e simili.
Ps. So già che lei non è in grado di smentirmi perché non si può smentire un qualcosa di vero ma ho fatto questo post per mettere in mostra l'abissale ignoranza che la contraddistingue. Ancora complimenti per l'esibizione. Non andavo al circo da un po' di tempo e mi ha sollevato.
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28 Dec 21
L'asbesto è pericoloso proprio perché "inerte". Una volta inalate, penetrano le vie respiratorie in base alla loro lunghezza e possono raggiungere gli alveoli polmonari. Queste fibre si depositano e attivano il sistema immunitario a livello locale. #COVID19 #vaccino
Si ha una reazione infiammatoria intensa per la presenza di tali corpi estranei. Sa cosa succede? Arrivano i macrofagi a fagocitare tali fibre e stimolano la produzione di tessuto connettivo, stimolando i fibroblasti.
Una volta fagocitate le fibre, tali cellule non riescono a lasciare tale sede portando a una intensa infiammazione a livello locale. Ovviamente le fibre possono raggiungere la pleura esercitando anche azione fibrogena. Le fibre rimangono a lungo intrappolate.
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