In effetti le motivazioni politiche sono riassumibili nel "tentativo di normalizzare il passato dittatoriale e razzista del nostro paese dipingendo i carnefici fascisti come figure non peggiori delle vittime" editorialedomani.it/idee/cultura/i…
In questo tentativo, duole dirlo largamente di successo, chiave è stato il ruolo giocato da Napolitano, che parlò di «pulizia etnica», di «furia sanguinaria» e di «disegno annessionistico slavo» dimenticando di menzionare la lunga occupazione e le violenze fasciste.
Come scrive Carlo Greppi, con la Giornata del Ricordo si è deciso il whitewashing delle atrocità del fascismo e dell'Italia, autori di massacri inenarrabili in giro per il mondo, per concentrarsi sulle vittime.
Questo dice molto sulle nostre classi dirigenti. Una destra che ha ancora il mito del fascismo ed il cui unico sforzo "culturale" è quello di riabilitarlo. Ed una "sinistra", da Violante a Napolitano che le ha dato corda, in nome di una non meglio precisata unità nazionale.
Una unità evidentemente costruita su una storia falsa e partigiana, e non sulla memoria storica. Il vero giorno della memoria avrebbe dovuto ricordare tutti i massacri di quel periodo, e le responsabilità.
Per riaffermare che la Repubblica nacque con la Resistenza e con l'antifascismo, e non equiparando, con espedienti mediocri come quello sulle foibe, le ragioni degli oppressori a quelle dei liberatori.
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Romano è un conservatore ma ha una visione del mondo articolata, non urlata, non da tifoso. Cerca spiegazioni, non slogan, cerca - da ex diplomatico - soluzioni. La crisi ucraina è spiegata in maniera univoca: il bisogno degli USA di avere un nemico.
Dire semplicemente che l'Ucraina ha il diritto di decidere cosa fare e con chi allearsi è appunto uno slogan, che ignora la storia della regione, i rapporti tra gli Stati, il ruolo delle potenze (anche regionali ed in declino come la Russia)
Parliamo di #unionesovietica a 30 anni dalla fine di quell'esperimento. Che ha portato alla fine del socialismo reale, e alla crisi non solo del movimento comunista internazionale ma, più in generale, della sinistra - quantomeno nel mondo occidentale.
La Rivoluzione d'Ottobre ha rappresentato la più grande sfida al capitalismo. Al di là delle successive evoluzioni, e dei tragici sbagli, quell'evento e quell'esperimento hanno egemonizzato l'opposizione politica, aiutati senza dubbio dalla polarizzazione della Gurra Fredda.
Anche la socialdemocrazia, che pure rifiutava l'esperimento sovietico, era comunque figlia di quello stesso seme: la lotta era per la redistribuzione e non per la rivoluzione, ma era un conflitto pur sempre originato dalla contrapposizione tra classi diverse.
Chiariamo un paio di cose su queste figure. C'è, in effetti, una correlazione, come il giornalista qui sotto sembra implicare, senza avere il coraggio di dirlo o l'acutezza per spiegarlo. La correlazione, o meglio la variabile causale che spiega entrambe è la povertà. 1/
quindi no, la suggestione che chi lavora in nero chiede il #redditodicittadinanza e froda lo Stato e i contribuenti - un'idea portata avanti in maniera ossessiva dai media -non ha alcuna base empirica. Invece che la povertà causi lavoro nero è una ovvietà che qualsiasi 2/
sociologo o economista - o, mi azzardo, qualsiasi giornalista che scriva di economia, anche su @MilanoFinanza - dovrebbe avere ben presente. E, notoriamente, il #rdc e' legato alla povertà. Che sorpresa allora che in zone economicamente depresse, 3/n
Very interesting discussion between @BrankoMilan and @CasMudde, convincingly summarised by @jrhopkin below. Branko lamented the democratic slide in Italy and I think there are good reasons to be worried about what is happening with #Draghi's technocratic government. 1/
However the problem does not lay in the formal rules, procedures and institutions of Italian democracy - the fact that Draghi is unelected is substantially irrelevant:
Popular sovereignty is represented in the Parliament, democratically elected in 2018 - and Draghi has been voted PM by that same Parliament, that is how parliamentary democracy work. That he was not elected is, by international standards, bizarre but not problematic in itself 3/
Vedo che @ilfoglio_it oggi rilancia sulla campagna sinofoba contro gli istituti di cultura cinesi. Si fa domande, legittime, sul tipo di finanziamenti e la liberta' di ricerca. Trovo altresì curioso che la settimana scorsa esaltasse una università, quella abortita di Austin,
che si prefiggeva l'obiettivo di un controllo piu' stretto da parte dei donors sull'utilizzo dei fondi di ricerca per perseguire gli scopi (politici) dei donors stessi. (per altro il tema e' piuttosto lungo e complesso: la Cina, come si evince dall'articolo, fa paura agli USA...
..ma non ci si fa troppe domande, invece, su cattedre di storia e istituzioni giapponesi, lautamente finanziate dal Sol Levante, che scagionano l'armata imperiale giapponese dalle responsabilità nella cruenta vicenda delle comfort women- for reference thecrimson.com/article/2021/2…)
Sono curioso di chiedere a @VeltroniWalter sull'uso politico della competenza. Dove era quando durante la crisi greca tutti i più importanti macroeconomisti erano concordi sul fatto che l'austerity fosse sbagliata e basata solo su considerazioni politiche?
Vale la pena di ricordare che il "re" dei competenti, Mario #Draghi, era allora governatore della Bce e che mentre la gestione della crisi monetaria sia stata quasi ottimale, la Bce stessa era nella trojka che impose politiche folli e completamente sbagliate.
Forse il virus dell'incompetenza nasce dal fatto che le classi dirigenti italiane ma più in generale occidentali si sono riparate dietro una fittizia idea di competenza che era in realtà una politica che ha nei decenni avvantaggiato una parte e svantaggiato un'altra?