Come si contrasta un folle che non teme di scagliare il pianeta in una guerra nucleare?
La mediazione con lui non serve, è chiaro anche agli scemi.
Ragionare non si può: è una #lucida#dissennata#follia#pianificata quella che osserviamo.
Lo si priva del sostegno, quindi, in ogni modo possibile.
Dal suo entourage ai finanziatori diretti fino alle realtà fiorite sul commercio internazionale, dal sostegno pubblico (#Putin si appresta a chiudere #Meta/ #Facebook in #Russia al quale chiedeva di
applicare il #factchecking -pensa te) alle cascata di effetti a catena che riguardano anche il famoso #swift (Francia e Germania sono adesso orientati verso il blocco, noi seguiremo a ruota come è giusto che sia).
Lo stanno spiegando molto bene gli economisti e continuo a sottolinearlo: lo #SWIFT non è un "pulsante da cliccare" e condiziona tutti.
Una volta attivato non si torna indietro.
Perché il nazipazzo #Putin lo ha detto: non si può escludere facilmente da un mercato
chi è parte di quel mercato.
Ma se è quel che serve: ben venga.
Stringeremo la cinghia, reagiremo in qualche modo.
Perché l'altra opzione, è lo scontro diretto.
Ma la ragione per fare di tutto pur di evitarlo la capisce chiunque sia sano di mente.
Perché è necessario seguire ogni accadimento di queste ore, ogni intervista, ogni approfondimento e parlarne, confrontarsi sui Socials?
Non per la paura delle guerra.
Non per cercare conforto reciproco.
Non perché un singolo utente possa cambiare l'andamento degli eventi.
Ma per motivi concreti che riguardavano, toccano e coinvolgeranno tutti, nessuno escluso.
Eccone 6: 1) Per capire quanto ogni nazione e la sua economia siano legate le une alle altre a tutti i livelli, rendendo stupidi l'indolenza verso la politica e i movimenti che inneggiano
ad isolamento e sovranismo;
2) Perché il dissenso verso la guerra e la violenza va manifestato in ogni forma, dalla piazza ai social (lo sanno bene i regimi che manipolano i media e censurano le piattaforme) per coinvolgere chi preferisce distogliere lo sguardo, per paura o
Le parole sono importanti.
Soprattutto in rapporto alla figura che le usa ed al suo raggio d'azione comunicativo.
Macigni mass-mediatici che diventano pilastri della narrazione tossica sulla quale fare perno per ottenere consenso (internamente) o "motivazioni" #Ucraina
e persino quell'arrogante "diritto di agire" reclamato dal peggiore #PUTIN.
Dal surreale "denazificare" (detto da chi si sta comportando come i nazisti respinti a #Stalingrado) alle pretestuose parole di #Lavrov sentite oggi, fino a quelle non espresse dalla #Cina.
E' un gioco della percezione sfruttato da chiunque.
Pericoloso soprattutto quando si #sovvertono i concetti.
"#denazificare" è uno di quelli chiave.
Sovvertire parole e concetti è una vergognosa abitudine trasversale.
La conosciamo bene anche in Italia.