"L'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale di Tel Aviv ha recentemente pubblicato un rapporto allarmante che avverte delle terribili conseguenze per la Striscia di #Gaza a seguito della crisi climatica. Il rapporto, pubblicato anche da Ynet, ⬇2
espone dati allarmanti sulle miserevoli condizioni della popolazione civile palestinese di #Gaza e suggerisce una serie di possibili misure per fermarne il deterioramento.
Il vero punto critico è proprio questo. ⬇3
Il cambiamento climatico sta colpendo il Medio Oriente rapidamente e richiede una considerazione e delle azione urgenti. Tuttavia, l'INSS sembra considerare scontata la situazione umanitaria a #Gaza, causata da una “combinazione di fattori”, tra cui il conflitto con Israele. ⬇4
Questa è una visione sbagliata, che oscura consapevolmente il fatto che il motivo principale per cui i residenti di #Gaza sono significativamente più esposti agli effetti della crisi climatica è per il blocco israeliano a loro imposto. ⬇5
Spingere la popolazione civile di #Gaza sull'orlo dell'disastro umanitario è un obiettivo deliberato e quasi dichiarato della politica israeliana nei confronti di #Gaza. Pertanto, indipendentemente dalle misure creative adottate per alleviare la crisi idrica o ⬇6
energetica nella Striscia, il governo israeliano deve prima comprendere che isolare #Gaza dalla Cisgiordania e da Israele è immorale e inefficace e deve finire.
Nel mondo in cui viviamo non esistono più economie autarchiche basate sulle proprie risorse. ⬇7
Eppure il blocco di Gaza prevede che un territorio di 2,1 milioni di persone sopravviva grazie all'acqua dissalata pompata principalmente dal proprio territorio. La scarsa qualità dell'acqua a #Gaza è presentata nel discorso israeliano ⬇8
come il risultato di “un'eccessiva estrazione” dalla falda acquifera locale. Tutto questo nonostante non ci sia una sola regione in #Israele, o in tutto il mondo, che sia costretta a fornire acqua a milioni di persone attraverso questo metodo. ⬇9
L'INSS afferma che la fornitura di elettricità a Gaza è limitata per mancanza di denaro e carburante, ma quello che non dice è che #Israele usa spesso misure collettive punitive contro la popolazione locale e impedisce l'ingresso di carburante, ⬇10
anche quando sono disponibili fonti di finanziamento. Ma anche se il carburante fosse abbondante, le infrastrutture e gli impianti disponibili per distribuire l'energia sono per la maggior parte ancora non funzionanti a causa del recente bombardamento israeliano. ⬇11
Israele sta ritardando l'ingresso di migliaia di articoli necessari per il buon funzionamento dei sistemi idrici ed elettrici, e questo ne preclude il proseguimento del funzionamento.
In breve, #Israele sta condannando consapevolmente gli abitanti di #Gaza a ⬇12
inverni gelidi ed estati torride (immaginate una notte d'agosto in #Israele senza condizionatori d'aria o ventilatori), limitando il pompaggio dell'acqua e il drenaggio delle fognature e limitando tutti i servizi essenziali, compresi quelli medici, a poche ore al giorno. ⬇13
Potremmo discutere di molti altri esempi: dovremmo preoccuparci dell'aumento della concentrazione di Co2 nelle acque del Mediterraneo e del calo della disponibilità di pesce per il consumo a #Gaza a causa della crisi climatica? ⬇14
In ogni caso, #Israele espande e limita le zone di pesca di #Gaza come ritiene opportuno e impedisce di proposito ai pescatori di Gaza di guadagnarsi da vivere con la loro unica risorsa naturale direttamente accessibile. ⬇15
Se volessimo tracciare un collegamento tra situazione di Gaza e crisi climatica, sarebbe corretto mostrarla come una finestra sullo scenario da incubo di un mondo immerso nella guerra per le risorse, con la creazione di enclavi ambientali per indesiderabili popolazioni. ⬇16
La Striscia di #Gaza è in sostanza un acquario dimenticato, nel quale una forza esterna onnipotente determina la quantità di cibo e risorse che entreranno, quando entreranno e in quali circostanze. ⬇17
È giusto e doveroso prepararsi agli scenari da incubo che potrebbero verificarsi a causa della crisi climatica. Ma è ancora più giusto che questo dibattito non oscuri il fatto che le ragioni per cui alcune popolazioni sono più esposte di altre sono apertamente politiche. ⬇18
Le soluzioni per la crisi di #Gaza non si troveranno utilizzando metodi creativi per evitare questo problema continuando a mantenere Gaza isolata dal resto del mondo, ma solo ricollegandola al suo ambiente geografico ed economico. ⬇19
Innanzitutto, aprendo i posti di blocco al regolare flusso di merci e persone, e poi collegando la Striscia alle reti elettriche e idriche israeliane. Vale la pena ricordare che, a causa del totale controllo de facto israeliano sul territorio palestinese, ⬇20
il diritto e la moralità internazionale richiedono che l'occupante provveda ai bisogni della popolazione civile sotto il suo controllo.
Che a #Israele piaccia o no, 40 anni di occupazione de facto e altri 15 anni di blocco militare a #Gaza sono sua responsabilità. ⬇21
I danni causati in questo periodo, e che ancora continuano, non possono più essere imputati alla sola crisi climatica." 22/22🔚
✍Dotan Halevy è ricercatore post-dottorato presso la Polonsky Academy, The Van-Leer Jerusalem Institute.
"Mentre il governo crolla e i coloni aumentano i loro assalti organizzati ai palestinesi, con l'aiuto dei nostri amati soldati, scrivere di due strade nel distretto di #Ramallah sembra un lusso, persino un atto di suicidio giornalistico: ⬇2
chi se ne frega di queste sciocchezze?
Ma sono proprio le piccole cose e l'abitudine ad esse che mostrano il successo della società ebraico-israeliana nel violare metodicamente il diritto internazionale e impunemente. ⬇3
"Vent'anni dopo che #Israele ha deciso di costruire la sua controversa barriera di separazione, la rete di muri, recinzioni e strade militari chiuse, la barriera rimane al suo posto, anche se qualsiasi separazione del territorio appare più remota che mai. ⬇2
Israele sta incoraggiando attivamente i suoi cittadini ebrei a stabilirsi su entrambi i lati della barriera, costruendo ed espandendo insediamenti nelle profondità della Cisgiordania occupata, più di un decennio dopo il fallimento di qualsiasi serio colloquio di pace. ⬇3
"Giovedì sera, #AlJazeera ha pubblicato le foto di quello afferma essere il proiettile che ha ucciso la giornalista palestinese #ShireenAbuAkleh a #Jenin il mese scorso. ⬇2
Il proiettile è un tipo perforante utilizzato dalle forze di difesa israeliane ed è stato sparato da un fucile M-4, afferma la TV del Qatar. Ha aggiunto che il proiettile, la cui punta era dipinta di verde, si è distorto quando ha colpito il caschetto di Abu Akleh. ⬇3
Preoccupano le condizioni di salute di #AhmedManasra.
Nelle carceri di #Israel dal 2015, dove è stato sottoposto a #torture, da quando aveva solo 13anni. ⬇1/16
"Il Centro palestinese per i diritti umani @pchrgaza segue con profonda preoccupazione le condizioni di salute del detenuto #AhmedManasra (21), incarcerato nella prigione di #Eshel a #Beersheba e condannato a 12 anni di carcere, ⬇2
dopo che lunedì sera, 13 giugno 2022, è stato trasferito all'ospedale carcerario di #AlRamla a causa del deterioramento della sua salute e delle sue condizioni mentali.
Secondo le informazioni disponibili presso il PCHR, ⬇3
La punizione collettiva israeliana di #Gaza mediante la chiusura e il blocco che durano da 15 anni ha creato una crisi umanitaria e sanitaria che continua a peggiorare ogni anno. ⬇1/21
"In un nuovo report congiunto, pubblicato in occasione del 15° anniversario del regime di chiusura intensificato imposto da #Israele dal 2007, @AlMezanCenter e @MedicalAidPal sottolineano come le restrizioni soffocanti e i ripetuti attacchi militari di Israele ⬇2
abbiano degradato il sistema sanitario di #Gaza e impedito sistematicamente ai pazienti di accedere a cure essenziali e potenzialmente salvavita.
“Per 15 anni Israele ha negato ai palestinesi di Gaza i loro diritti più elementari alla salute e alla dignità. ⬇3
"Il ministro della Giustizia #GideonSaAr era molto appassionato nel suo discorso. “Questa è una legge fondamentale!” gridava dal profondo della sua anima, e naturalmente intendeva la “Legge di Giudea e Samaria” che la Knesset, in un raro momento di illuminazione, ha bocciato. ⬇2
Una “legge fondamentale” diceva, e solo Dio sa cosa intendesse. Esistono leggi fondamentali e leggi non fondamentali? Non è chiaro. Forse Sa'ar sperava che dicendo "fondamentale" e non solo "di base", l'assemblea si sarebbe immediatamente convinta. ⬇3