🚨L'ANNUNCIO DI BIDEN: "LIBEREREMO L'IRAN"
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Le dichiarazioni più importanti sulla crisi in #Iran dallo scoppio delle proteste per l'uccisione di #MahsaAmini.
Le pronuncia Joe #Biden, il presidente americano che lancia il segnale che milioni di iraniani attendevano da tempo.👇
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Le sue parole arrivano in un momento inatteso, nel corso di un evento elettorale a sostegno del rappresentante democratico Mike Levin, in vista delle #Midterms. Mentre dal pubblico qualcuno gli mostra sui cellulari lo slogan "FREE IRAN" il presidente ha un guizzo:
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"Non preoccupatevi, libereremo l'Iran".
È un attimo, cui segue subito dopo una precisazione che non placa l'entusiasmo della folla: "Si libereranno abbastanza presto".
Cosa abbia voluto dire Joe Biden non è immediatamente chiaro.
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Nuove sanzioni verso il governo di #Tehran potrebbero essere in vista, ma il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca rifiuta di commentare le parole del presidente. Cambia poco.
L'eco delle sue dichiarazioni raggiunge la Repubblica Islamica e penetra nelle strade
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dove da settimane infiammano le proteste, nonostante le minacce e le violenze del regime. Il presidente iraniano #Raisi si sente così in dovere di replicare. E lo fa provocando apertamente Washington. Parla dinanzi all'ex ambasciata americana a Tehran, nell'anniversario della
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sua occupazione da parte di studenti iraniani il 4 novembre del 1979, preludio della crisi degli ostaggi, 444 giorni che per l’America rappresentano un marchio d’infamia: quelli in cui 52 cittadini USA vengono tenuti sotto sequestro, rilasciati in maniera beffarda soltanto
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nel giorno in cui il presidente Carter lascia a Reagan la sua poltrona nello Studio Ovale.
Raisi sfregia Biden, ironizza sulla sua lucidità mentale, rigira il coltello nella piaga che più infastidisce il presidente americano: "Forse l'ha detto a causa di mancanza di
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concentrazione. Ha detto che 'puntiamo a liberare l'Iran'. Signor presidente, l'Iran è stato liberato 43 anni fa ed è determinato a non diventare di nuovo il suo prigioniero. Non diventeremo mai una vacca da mungere".
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Raisi, Khamenei, Salami: tutti loro hanno un grande problema. Il regime può raccontare che tutto va bene, che la Repubblica Islamica è quanto di più vicino al paradiso esista in Terra. Ma gli iraniani conoscono il loro inferno quotidiano. E hanno deciso che è ora di finirla.
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Sapete, chi parla di America come potenza in declino forse non ha tutti i torti. D'altronde è il destino di ogni Numero Uno: raggiunto il vertice si può solo scendere. Ma le parole di un presidente americano contano ancora molto. La mia previsione è che nelle prossime ore e
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nei prossimi giorni i manifestanti iraniani acquisterrano ulteriore coraggio. Scene incredibili come quelle registrate a Tabriz, con le forze di sicurezza messe in fuga dalla gente, saranno più frequenti.
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Nov 5
TENSIONE ALTISSIMA IN KOSOVO, NEL SILENZIO DEI MEDIA
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Tensione altissima in #Kosovo. I rappresentanti della popolazione serba del nord del Paese hanno rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi pubblici: amministrazioni municipali, tribunali, polizia, parlamento, governo. Image
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È la risposta alla decisione di Pristina di imporre l'uso delle targhe kosovare al posto di quelle serbe.

Il presidente 🇷🇸 #Vucic ha annullato i suoi viaggi all'estero e ha detto che i prossimi 3 giorni saranno "i più difficili degli ultimi 10 anni". Image
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Questa mattina lo stesso Vucic ha convocato una riunione di emergenza del governo e ha avuto contatti fra gli altri con gli ambasciatori di Cina e Russia (guarda caso potenze che non riconoscono il Kosovo come stato autonomo).
In queste ore fonti serbe danno conto del
Read 9 tweets
Nov 5
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"Tutto ciò che dobbiamo fare è sfondare la porta e l'intero edificio crollerà".
Così parlò Hitler lanciando l'Operazione Barbarossa contro l'Urss.
Così potrebbe aver parlato #Putin dando inizio alla sua "operazione speciale" in #Ucraina.
Potrebbe finire allo stesso modo. Image
2/n
Adolf Hitler era convinto di veder capitolare Stalin nell'arco di 10 settimane. Dalla sua aveva + di 3 milioni di soldati tedeschi e dell'Asse, il fattore sorpresa, l'inerzia di una guerra mondiale fino a quel punto dominata.
Non aveva fatto i conti con il "Generale Inverno". Image
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Mal equipaggiati, impreparati alla resistenza sovietica, senza linee di rifornimento adeguate per affrontare le enormi distanze e il clima accidentato, i tedeschi si ritrovarono impantanati in una guerra di logoramento, di cui l'assedio di Leningrado, 872 giorni di resistenza Image
Read 14 tweets
Nov 4
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E rieccoci. Rieccoci tutti qui. Ripiombati nell'estate del 2018. Anche se è novembre, pure se tra poco è Natale. Come nulla fosse accaduto in mezzo.
La pandemia è un ricordo sbiadito, tanto che anche i medici no vax sono stati reintegrati.
La guerra? Un'eco lontana. Image
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Com'era la storia che ne usciremo migliori? Certo, appunto, rieccoci.
Ci manca solo un cappello da Capitano, una Rackete da sfidare. Li troveremo. E nel caso non importa: basta ci siano le Ong, i "taxi del mare".
Anzi, le "navi pirata". Quelle, se serve, da affondare. Se
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poi davvero siamo così convinti di operare la "svolta moderata", bene, ci accontenteremo di un semplice "blocco navale".
Sarà così che "proteggeremo i confini" della Patria. E figurarsi se altrettanto convintamente difenderemo questo principio quando un invasore da
Read 11 tweets
Nov 1
🧵#Kosovo, nuove tensioni nei #Balcani. Cosa sta succedendo?

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Se non ti occupi dei Balcani, saranno i Balcani ad occuparsi di te.
Parafrasare una celeberrima citazione avente come oggetto la politica è l'unico modo che conosco per fornire gli ultimi aggiornamenti su quanto Image
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sta accadendo in queste ore tra #Kosovo e #Serbia.

Iniziamo dalla notizia del giorno: il presidente serbo, Aleksandar #Vucic ha ordinato di elevare il livello d'allerta dell'esercito di Belgrado.
Prime conseguenze? Invio di unità militari serbe al confine con il Kosovo.
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Qual è il motivo della tensione?
I più attenti ricorderanno che già in estate si era sfiorato lo scontro aperto per una tutto tranne che "banale" questione di targhe automobilistiche.

Riepilogo:
Da oggi è in vigore la nuova normativa - voluta da Pristina - sull'obbligo di Image
Read 13 tweets
Nov 1
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Chissà che fine hanno fatto, i ragazzi di #Euromaidan.

Chissà se sono vivi, se hanno lasciato l’#Ucraina per raggiungere l’Europa che sentivano scorrere nelle loro vene. Sentivano, ma non toccavano.

Chissà se sono al fronte, con barbe lunghe e cicatrici sul corpo. Chissà
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se la notte, prima di dormire, baciano le foto di donne e bambini.
Chissà se sognano un futuro di Indipendenza, come il nome della Piazza delle loro proteste. Chissà come guardano al passato, alla sfida ad un governo così filo-russo che quel "filo", pensandoci bene, poteva
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pure non essere scritto. Chissà se, dopotutto, il filo, si erano illusi di averlo reciso.
Perché sì, nonostante gli arresti, i cecchini sui tetti, la repressione, il bagno di sangue (ah, non vi fa pensare all'Iran?), gli ucraini, questo popolo coraggioso,
Read 17 tweets
Oct 30
GLI IRANIANI CONTINUANO A PROTESTARE, NONOSTANTE LE MINACCE DEL REGIME
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Nelle ore in cui il comandante dei pasdaran, Hossein Salami, minacciava i manifestanti, avvisandoli che ieri sarebbe stato l'ultimo giorno di proteste consentito, migliaia di giovani delle università
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iraniane si radunavano in strada cantando: "Noi non lasceremo l'#Iran, ce lo riprenderemo. Questo è l'ultimo avviso: l'obiettivo è l'intero sistema".
E nella notte raid delle forze di sicurezza al soldo del regime hanno preso di mira proprio gli studenti.
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In alcuni casi, come all'Università di #Tehran, hanno tentato di circondarli. Ma non avevano messo in conto il supporto degli altri manifestanti, precipitatisi in soccorso dei giovani universitari.
La sensazione è che l'appello-minaccia del regime non abbia ottenuto i
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