🚢⛵️🚤🤔With less NGOs at sea (#Aquarius @MSF_Sea, @openarms_fund), we have seen people being saved from sturdier boats, trawlers arriving directly to 🇮🇹 shores.
The question: do NGOs' search and rescue activities affect how #Libya smugglers send #migrants at sea?
First: TIMING.

Data shows that rubber dinghies were already the most used means of transport in 2015, when NGOs were small minority of rescuers.
It also shows shift to smaller vessels (dinghies + small boats), from 78% to 90%+. But these were already large majority in 2015.
Second: CORRELATION.

Using what yearly data we have available, is there any evidence that NGOs affected the prevalence of unseaworthy rubber dinghies, as compared to sturdier vessels? Well, NOPE. 👇
At the same time, the average number of #migrants embarked on rubber dinghies has increased and remained high, with some commentators arguing that if it is not a shift towards worse vessels, it is overcrowding that matters.
But, as @daniel_howden pointed out yesterday, "Blaming the Rescuers" argues convincingly that the shift towards overcrowded rubber dinghies was linked to the anti-smuggling operation EUNAVFOR MED destroying hundreds of migrant vessels, rather than to NGO activity at sea. 👇
Third: NEWS DO NOT A TREND MAKE.

In mid-2016, despite NGOs ramping up their SAR activity, there was already talk that business model was changing towards *larger* boats. That was disproven later.
The catch: do not mistake real-time events for trends!

lastampa.it/2016/06/01/est…
Fourth: MOST GO BACK.

Data relying on rescues is more and more partial. The large majority of departures from #Libya nowadays result in people being intercepted and sent back.
They leave on rubber dinghies, and do not show up in North Med statistics.

BOTTOM LINE: the decline in NGOs' SAR activity since mid-2017, and even more after @matteosalvinimi declared Italy's ports to be "closed", may affect the business model of smugglers from #Libya. ✅
For now, however, there is NO indication that this is happening. ❌

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Feb 16
🦠 #COVID19: con le infezioni in calo costante, come sta andando la stagione fredda?

Malgrado l'assenza di zone rosse e nonostante l'incredibile trasmissibilità di #Omicron, dal 1° ottobre a oggi i decessi sono stati il 64% in meno rispetto all'anno scorso.

Non solo...
Nel gennaio scorso, ai ritorni in zona gialla corrispose una forte recrudescenza che portò alla seconda "gobba" della linea blu.
Sarebbe andata peggio, non fossimo tornati tutti in zona rossa.

Quest'anno, invece, i decessi calano malgrado il *rilassamento* di alcune misure.
Sul piano delle proiezioni, dopo giorni in eccesso i decessi hanno "ripreso" la curva.
Sembra dunque al momento scongiurata una coda di decessi più lunga rispetto alle ondate precedenti.

Il calo è comunque più lento rispetto a quello dei casi, com'è normale attendersi.
Read 4 tweets
Feb 9
🇮🇹🦠Ci siamo: è arrivato il momento in cui i decessi #COVID19 nel 2022 hanno superato quelli dello stesso periodo del 2021.

Ecco perché è cruciale fare un punto su #Omicron, assieme a un po' di antibufala preventiva.
Per evitare che i disinformatori vi ingannino.
🧵
Primo, come sta andando con #Omicron?
Benino, non benissimo.

Tra le ottime notizie: l'enorme distanza scavata tra nuovi casi, nuovi ingressi in terapia intensiva e nuovi decessi.

Si vede anche il solo "effetto vaccini", nella prima metà del grafico.
Omicron è proprio qualcosa di diverso: trasmissibilissima, ma meno letale.

Se fossimo nello stesso periodo dell'anno scorso, un numero di contagi come quello di due settimane fa avrebbe provocato circa 3.000 (TREMILA) decessi al giorno.

Per questo andavamo in #zonarossa.
Read 7 tweets
Feb 4
🎉 Lasciatemi essere orgoglioso: esce oggi il primo numero di ISPI #DataLab!
Grandi trend ed eventi internazionali, spiegati con i numeri.

Oggi vi parliamo della crisi del gas tra Russia ed UE. Scoprirete che l’Italia è molto vulnerabile. E che Mosca può addirittura guadagnarci.
A gennaio le forniture di gas da Mosca si sono ridotte del 40%, dopo mesi in cui erano al -25%.
Anche per questo, i costi del gas in Europa sono quintuplicati.

Peggio della crisi energetica del 1973.
Secondo il nostro indice di vulnerabilità, i paesi Ue più sensibili a queste riduzioni non sono sempre quelli che pensiamo che siano.

Certo, l’Est Europa rischia molto.
Ma anche l’Italia è ai primi posti della classifica, più in alto della Germania.
Read 6 tweets
Feb 1
🦠🇮🇹 #COVID19: con il picco ormai scavalcato mi sembra sia arrivata l'ora di un aggiornamento.

Se c'è una cosa certa, è che #Omicron ha cambiato TUTTO.

Lasciate che vi spieghi.
Un thread.🧵
Primo: quella che vediamo oggi è sostanzialmente una malattia diversa.
Meno letale per tutti, inclusi i non vaccinati (che però rischiano ancora molto).

Qui il rapporto tra nuovi casi, malattia grave e decessi.

Rispetto al periodo pre-vaccini:
Ingressi in TI -92%
Decessi -94%
Secondo: l'ondata #Omicron è stata MOLTO più breve rispetto alla seconda ondata l'anno scorso, che peraltro aveva poi condotto alla terza quando abbiamo rilassato le misure a gennaio.

Più breve, ma comunque più lunga rispetto alle aspettative, e con un plateau molto elevato.
Read 6 tweets
Jan 27
🦠🇮🇹 #COVID19, il numero dei morti è gonfiato?
Nei bollettini "contiamo tutti i positivi"?

FALSO.
E basta guardare i numeri.

Da inizio pandemia, così come dalla seconda ondata, l'eccesso di mortalità in Italia è sempre SUPERIORE ai morti #Covid_19 inclusi nei bollettini.
Non solo: l'eccesso di mortalità segue in maniera quasi perfetta l'andamento dei decessi riportati dai bollettini.
C'è solo un leggero avvallamento a gennaio-febbraio 2021, che però quasi si annulla se si tiene conto della scomparsa dell'influenza, l'anno scorso.
Si nota anche la nostra difficoltà a contare i decessi nel corso della prima ondata, e quanto invece siamo diventati più "bravi" nel tempo, mano a mano che la pandemia progrediva.

Escludendo i decessi estivi (ondate di calore), nel 2021 eccesso e bollettini sono quasi identici.
Read 4 tweets
Jan 25
🦠🇮🇹 I 468 morti #COVID19 di oggi ci proiettano indietro, verso un passato che speravamo esserci lasciati alle spalle.

Ma non dimenticatelo: da ottobre a oggi il numero di decessi è ancora molto più simile a quello di una stagione influenzale media che a quello dell'anno scorso.
Attenzione, ciò non significa che le cose vadano benissimo: a oggi i decessi #COVID19 sono comunque del 60% più elevati rispetto a quelli di una stagione influenzale media.

Ma sono un quarto rispetto all'anno scorso, pur non avendo chiuso (quasi) nulla.
Un importante risultato.
Sul fronte ospedaliero, invece, le cose non vanno altrettanto bene.
I ricoverati positivi sono al 56% dello (altissimo) picco della seconda ondata, mentre le TI sono al 44%.

Ma notate il disaccoppiamento tra le due curve: potrebbe aiutare a stimare i ricoveri "incidentali"?
Read 5 tweets

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