1/12 - In Italia nella PA, tra il 2001 e il 2016, c’è stata una perdita di 169.112 posti di lavoro stabili, dovuta al forte calo della componente maschile (-170.803). In termini percentuali la riduzione è stata del 10% sul totale e del 20% per la componente maschile. 
2/12 - Nello stesso periodo il lavoro part-time è aumento di 41.907 unità. Se il calo dell’occupazione stabile è da attribuire al calo degli occupati uomini, l'aumento di quella part-time è da attribuire soprattutto alla componente femminile proveniente dal tempo pieno.
3/12 - La variazione relativa dell’occupazione mostra una costante crescita del part-time che si attesta al 47% e a una costante riduzione del numero di occupati a tempo pieno (-13%).
4/12 - La dinamica dell’occupazione stabile mostra una riduzione dell’organico in ciascun macrocomparto, con le funzioni locali che vedono l’occupazione stabile ridursi di 88.993 lavoratori (-14%), quelle Centrali di 40.404 (-9%) e la Sanità di 39.715 (-5,7%).
5/12 - La scomposizione per genere conferma come sia la componente maschile, a subire una riduzione più cospicua che si concentra nelle funzioni locali (-81.505), ma investe anche Sanità (-61.408) e funzioni centrali (-27.890).
6/12 - L’andamento delle unità annue occupate con contratti di lavoro socialmente utile è quello più incisivo: nelle Funzioni Locali (scala destra della figura), in cui l’occupazione diminuisce di circa 45 mila unità.
7/12 - Guardano l’occupazione stabile suddivisa in classi di età si nota come il 60% abbia un’età media superiore ai 50 anni (922.940). Si tratta di lavoratori che nel prossimo decennio avranno diritto al pensionamento. Senza lo sblocco del turnover saranno tutti posti persi.
8/12 - Nei Paesi scandinavi l’occupazione pubblica rappresenta oltre il 30% del totale, mentre la media OCSE è del 18% circa. L’Italia è invece sotto la media, con una percentuale del 13,6%.
9/12 - Guardando alla distribuzione per età, l’Italia col suo 2% primeggia per la più scarsa percentuale di under 34, contro una media OCSE del 18%. Superiore alla media (24%) è invece la quota di occupati over 55: 45%. Dato che porta con sé una pluralità di osservazioni.
10/12 - Nonostante l’Italia partisse da un numero di dipendenti pubblici nettamente inferiore ai maggiori Paesi UE, nell’ordine di milioni, negli ultimi 15 anni si è tagliato ulteriormente. Estromettendo dal mondo del lavoro i giovani e aumentando l’età media nella PA.
11/12 - Così nei prossimi anni si rischia di perdere quasi un milione di posti di lavoro senza che possano essere sostituiti. Serve un piano pluriennale di investimenti e assunzioni nel pubblico. Altro che discussioni sullo zerovirgola con l'Unione Europea.
12/12 Fonti: dal rapporto sul pubblico impiego “Piano straordinario per l’occupazione nelle Pubbliche Amministrazioni” elaborato da @martafana su dati della Ragioneria dello Stato fpcgil.it/wp-content/upl…]
