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Guardate che quando si dice che è difficile passare da calciatore a dirigente si parla proprio di questa cosa qui. Abituarsi all’idea che si fa parte di uno staff: uno staff in cui si è l’ultimo arrivato, per esempio, con un lavoro che si fa da due giorni.
Nella stessa conferenza stampa in cui Totti ha detto di essere stato messo ai margini su tutto, lui stesso ha raccontato di aver preso Ranieri, di aver chiamato Conte d’accordo col CEO, di essere stato consultato sul mercato, di aver avuto l’offerta dell’incarico che voleva.
L’idea che – cito testualmente – la Roma avrebbe dovuto “dare tutto in mano” a Totti in nome della “romanità” è infantile nella sua ingenuità, ed enfatizzarla come “autentica” per lisciare il pelo ai tifosi fa suonare ipocriti, non romantici.
E condire un annuncio come questo con allusioni, battute a mezza bocca, effusioni con i giornalisti amici e frecciatine contro i calciatori della Roma è stato un brutto spettacolo, non all’altezza della storia di Totti. Che amarezza.
