Quando Di Maio dice che «abbiamo già dato mandato di stampare i primi 5 o 6 milioni di tessere» per il reddito di cittadinanza, dice una bugia: bugia che i giornali non dovrebbero ripetere senza indagare o fare altre domande (a meno di voler fare i pappagalli e non i giornali).
Il reddito di citt. non è contenuto nella manovra ancora in discussione – c'è solo un primo stanziamento di risorse – e quindi il funzionamento è ancora completamente in aria: quello che sappiamo è quello che dicono gli esponenti M5S nelle interviste (e cambia in continuazione).
A chi ha dato mandato Di Maio? Al ministero dell'Economia? All'INPS? E sulla base di cosa, visto che non è stato approvato niente? Se poi il Parlamento decide che il reddito di cittadinanza si ritira alla posta, o si riceve con un bonifico? Se poi decide che non si fa del tutto?
Peraltro, se fosse solo una delle sue tante balle, sarebbe meglio anche per Di Maio. Se stesse davvero facendo stampare milioni di tessere sulla base di una legge che oggi non esiste – e quindi potrebbe anche non esistere mai – credo che ci possano essere conseguenze peggiori.
Riprendiamo questa storia. Ieri la sottosegretaria Laura Castelli ha detto a Otto e mezzo: «È vero che si stanno stampando le tessere» del reddito di cittadinanza. Gruber le ha chiesto se sapesse chi le sta stampando. Castelli ha risposto «sì».
Oggi sappiamo che, come era evidente dall'inizio, era tutta una bugia: non si sta stampando niente. Lo ha detto lo stesso Di Maio, smentendo così anche se stesso. In un paese sano, chi governa e viene sorpreso a mentire così spudoratamente si dimette. ilpost.it/2018/11/29/sta…
