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PERCHÉ LA PAROLA D'ORDINE DELL'ANTIFASCISMO È OGGI UN TRAGICO ERRORE (ANCHE QUANDO VIENE ESALTATA DA SOGGETTI MENO VACUI DELLE C.D. "SARDINE")

Il punto di vista di un SOCIALISTA (ma, vi prego di tenerlo ben presente, non di un "uomo di sinistra").

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L'antropologo e critico dell'economia, Karl Polanyi, rifugiatosi prima a Londra e poi in USA, alla vigilia della fine della II Guerra Mondiale (1944) pubblicò La grande trasformazione, capolavoro con cui razionalizzava tutto l'accaduto da fine '800 ai massacri del primo '900. ⬇️
Polanyi, che era di origine ebraica e aveva abitato a Vienna fino al 1933, si guardò bene dal proporre un'interpretazione del nazismo e della violenza politica del primo '900 basata sulla retorica liberale, moralistica e magica del "Male Assoluto". ⬇️
Egli, al contrario, fece ciò che ci si attende da un vero "scienziato" SOCIALE (da non confondere col fisico o il chimico etc., che studiano la natura: ossia un oggetto "FERMO" poiché NON è anche un SOGGETTO): SPIEGÒ da cosa originava il vero e proprio IMPAZZIMENTO che aveva ⬇️
condotto a una prima spaventosa carneficina, alla caduta di alcune teste coronate, (come in Russia, da cui era iniziato l'INCUBO per i borghesi di tutto il mondo: l'epopea del bolscevismo, del socialismo "reale" nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche),⬇️
a decenni di lotte sociali, sindacali rintuzzate e sanguinose repressioni da parte della macchina poliziesca, il collasso degli Stati liberali più fragili e la loro sostituzione con regimi fascisti che cercavano - da una parte - l'accordo sociale su basi "corporative"con cui ⬇️
rimanevano sempre salde al vertice della gerarchia economico-produttiva (ma non politica) le borghesie industriali fiancheggiate dalle piccole borghesie artigianali e professionali e veniva garantita grossomodo la piena occupazione e l'ordine etico mentre - dall'altra -
l'uso di leggi e tribunali speciali, milizie irregolari (camicie nere, SA, SS) che fiancheggiavano le forze di polizia statuali ma utilizzavano, all'occorrenza, metodi ancora più spregiudicati, per imporre col terrore e il manganello l'ordine sociale ai "refrattari" socialisti.⬇️
Lo Stato liberale prefascista, in molti paesi, non cadde per mano del movimento socialista incoraggiato dalla rivoluzione d'Ottobre; esso cadde - prima che ciò potesse avvenire - per VOLONTÀ di quelli che un tempo si definivano "liberali", a cominciare dal monarca italiano. ⬇️
La ricostruzione di Polanyi è, in sintesi, quella che segue: il liberalismo economico dell’800 (sotto la guida dell'allora potenza egemone, l'Impero Britannico) è contrario alla natura umana e viene, a un certo punto, RIFIUTATO dalle società che non riescono più a tollerare ⬇️
livelli di alienazione industriale di massa e/o di disoccupazione (laddove si materializzano crisi non gestite, sul presupposto che "il mercato si autoregola" e non vada, dunque, turbato con l'intervento pubblico). Si tratta del c.d. "contromovimento" al liberalismo che aveva, ⬇️
sotto la guida dell'Inghilterra, creato la prima globalizzazione dei commerci, e la sua istituzione fondamentale (il "GOLD STANDARD"), con cui si toglieva il potere - di fatto - allo Stato (che non poteva creare moneta sganciata dal valore dell'oro con cui si saldavano gli ⬇️
squilibri internazionali nel commercio mondiale tra gli Stati).
Il "contromovimento" di Polanyi si manifesta contemporaneamente tanto nel caso del regime bolscevico quanto nei casi come il fascismo e il nazismo e consiste in ciò: rimettere la decisione POLITICA, per quanto ⬇️
emanata da un regime odioso (come il nazismo hitleriano), al di sopra degli automatismi dell'economia liberale i quali - schiacciando buona parte della società - ne avevano reso INSOSTENIBILE l'ordinata riproduzione senza giungere a conflittualità che poi si ⬇️
scaricarono sotto forma di scontro internazionale tra Imperi (Prima guerra mondiale) e che, lungi dal placarsi dopo la guerra, grazie alla ripresa del liberalismo e alla criminalizzazione della Germania, ripresero a logorare l'ordine internazionale e le società al loro interno.⬇️
Dunque, secondo la visione di Polanyi - che io sposo integralmente - è il liberalismo sfrenato che, mortificando la natura umana, poiché esso è tutt'altro che un ordine "naturale", crea le condizioni che portano all'incattivimento di vaste fasce delle popolazioni, ⬇️
alla delegittimazione delle classi dominanti (o comunque ad una loro instabilità di fondo, sotto i colpi della protesta sociale) e a conseguenti scelte di pol. estera che conducono a tensioni internazionali e guerre per le risorse in chiave competitiva invece che cooperativa. ⬇️
La verità, che ricordavano ancora bene i Padri Costituenti del '46-'48, era che, nell'ora in cui collassò lo Stato liberale, di liberali "antifascisti" in giro se ne vedevano veramente pochini. La stragrande maggioranza dei vecchi liberali (incluso il "campione" Einaudi) aveva⬇️
invocato con forza il colpo di mano reazionario per mettere fine a quella che loro vedevano come la dissoluzione (sul modello Russia) dell'ordinamento dove erano classe dominante, che sarebbe altrimenti collassato sotto il peso dell'ormai incontenibile spinta social-comunista. ⬇️
Da tali premesse interpretative vanno ricostruite quelle che, a mio avviso, erano le premesse di valore dei Costituenti italiani (egemonizzati da PSI e PCI, COLONNE PORTANTI DEL CLN in quanto partiti DI MASSA, con una buona maggioranza della DC aperta a istanze sociali): ⬇️
I)"Antifascismo" NEL SENSO CHE il fascismo era visto come prosecuzione feroce e aggressiva, mutazione genetica, dell'ordine sociale liberista (pur avendo dovuto, tale ordine, a quel punto, sostituire la decisione del duce all'automatismo mercantile come principio supremo);⬇️
II) "Democrazia" come condizione minima di dignità per la persona umana. "Democrazia" non come procedura ma come sostanza, non come forma ma come contenuto. Oltre il formalismo liberale IPOCRITA se non addirittura LESIVO di una EFFETTIVA "eguale libertà" per TUTTI;⬇️
III) Rifiuto incondizionato della sciocca distinzione tra liberalismo e liberismo che, in verità, solo gli azionisti - i membri del Partito d'Azione di Ferruccio Parri (aventi come padre nobile Benedetto Croce) - continuavano ad avanzare (disperatamente, verrebbe da dire...).⬇️
Persino il liberale - autentico e consapevole di sé - Einaudi disse chiaramente a Croce che si trattava di una distinzione sciocca, frutto di ignoranza dell'antropologia necessaria al mercato e dell'ordine econ funzionale all'antropologia dell'individuo-atomo utilitarista. ⬇️
Sulla questione del Partito d'Azione occorre soffermarsi, perché tocchiamo qui un punto cruciale del nostro tema.
Gli azionisti furono quattro noci nel sacco, ma era giusto che si tirasse dentro al CNL ogni forza possibile contro l'invasore tedesco e i suoi collaborazionisti. ⬇️
Tuttavia questi "borghesi dalla coscienza infelice" che facevano parte del Partito d'Azione (nella ricostruzione dell'agente OSS Peter Tompkings, infiltrato in Italia dal '43 al '45, si evince bene l'intelligenza politica del PSI nello sfruttare questi borghesi antifascisti ⬇️
soprattutto per le loro entrature nell'alta società, in Vaticano e nelle sfere della diplomazia in un momento delicato come era quello del collasso delle istituzioni italiane dopo la fuga del re a Brindisi).
Il PSI (anzi, ai tempi PSIUP) avevano bisogno del Pd'Az così come⬇️
il Pd'AZ, che era un partito di notabili, aveva bisogno delle masse del PSIUP (a Roma la rete di raccolta info su movimenti truppe da radiotrasmettere e di rifugi, case sicure etc. era PSIUP e PCI). Per il PSIUP un buona sinergia che consentiva di bypassare i badogliani.⬇️
Questo vuol dire che i liberali, tra le forze della resistenza, erano una componente MINORITARIA e quasi irrilevante, non a caso il Partito d'Azione si FRANTUMERÀ già durante la Costituente (tra una componente socialista e una componente liberale, IRRIDUCIBILI!).
La stessa DC⬇️
non era un partito socialista - per motivi di tradizionalismo e di comprensibile antiateismo - ma era ANCOR MENO un partito "liberale". La DC era un grande partito di massa, dall'anima popolare, in quanto tale lontana anni luce dallo spirito liberale.
Non a caso fu proprio ⬇️
Alcide De Gasperi ad affermare "vi è in Italia un quarto Partito, che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e di rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l’aumento dei prezzi ..." .
Vi ho tediato con questa rassegna storica per dimostrare che l'Antifascismo della Costituente - in un contesto in cui il socialismo, o meglio, i partiti POPOLARI in senso lato (incluso quel grande partito di massa che fu la D.C.) era indubbiamente egemoni - aveva tutt'altro⬇️
significato rispetto a quel che si intende per "antifascismo" oggi, in regime di EGEMONIA mediatica totalitaria (e finanche nelle coscienze, mi verrebbe da dire, soprattutto dei più giovani) del LIBERALISMO sfrenato presentato come non plus ultra in natura. ⬇️
Guardate, non è un caso che questo "antifascismo" liberale si accompagni, quasi sempre, ad uno speculare "anticomunismo" (mettendo sullo stesso piano due fenomeni che, per il Costituente, anche quello democristiano, MAI avrebbero potuto essere equiparati). ⬇️
Il Costituente italiano non contava "il numero di morti". Non aveva bisogno di contarlo, perché si capisce dai lavori della costituente che li attribuiva TUTTI alla degenerazione del liberalismo dell'800 / inizio '900 (anche l'URSS era vista come esito di tale degenerazione) ⬇️
Il nazifascimo, per i Costituenti comunque figlio DIRETTO del liberalismo, era NON equiparabile PER LE MOTIVAZIONI (il razzismo, presunta conclusione "scientifica" sulla base della quale aveva sterminato, e la guerra iniziata per aumentare lo "spazio vitale" della razza ariana)⬇️
I Costituenti non facevano la "contabilità dei morti", come un micragnoso ragioniere liberale. I Costituenti i morti li PESAVANO (capivano che un bambino o un vecchio trucidato perché appartenente a una "razza inferiore" pesa molto più di un combattente o un militante politico)⬇️
In ogni caso, tornando al tema centrale, l'antifascismo oggi - ad egemonia liberale - secondo me non è più una priorità e rischia, per come la vedo io, di essere un autogol perché quello che interessa ai liberali dell'"antifascismo" (così come dell'"anticomunismo") è ⬇️
sostanzialmente tutt'altra cosa - se non l'opposto - di quello che interessava ai Costituenti del '48.

I Costituenti del '48 dicevano "il fascismo era decisione politica disumana per preservare il dominio delle solite minoranze di oppressori che prima dominavano con il potere⬇️
economico, finché vi riuscirono. Noi vogliamo la decisione politica dello Stato democratico per mettere al centro la dignità di tutti e di ciascuno, non la "razza" o la classe dei possidenti dominanti".

Il liberalismo condanna il "totalitarismo" (senza fare distinzioni)⬇️
unicamente perché il fascismo, così come il bolcevismo e il nazismo si sono permessi di - hanno osato: peccato mortale - METTERE LA DECISIONE POLITICA SOPRA L'AUTOMATISMO ECONOMICO DEL DIO MERCATO. ⬇️
Dietro l'etichetta "Antifascismo" pompata dai media liberali oggi, facendo leva sull'ingenuità di "sardine" e altri clown del genere, c'è solo questo: l'ammonimento che mai più la politica - "la Repubblica" come dice la nostra Costituzione - dovrà osare "rimuovere ostacoli" o ⬇️
mettere paletti a potentati economici e chi usa il suo potere economico per vanificare la potenza etica dello Stato democratico, o per mortificare la dignità umana d'altri (anche se solo in nome del profitto). Questo, per loro, non deve più accadere! ⬇️
Ecco perché, in conclusione, un vero socialista oggi non può e non DEVE cadere come un tonno nella rete psicologico-manipolativa dell'"antifascismo" liberale.

La priorità è la questione dello Stato e della sovranità, non presunti "fascismi" (in realtà inesistenti) ⬇️
La questione della forza dello Stato e della sua sovranità viene prima di qualunque "antifascismo" di facciata (in quanto PALESEMENTE in assenza di vero fascismo)⬇️
Inoltre, dagli anni '60 in poi siamo entrati in una nuova fase del capitalismo. Anche la categorie "destra" e "sinistra" non hanno più senso, dal momento che la borghesia e il proletariato oggi non esistono più e la critica artistica è passata da essere una critica antiborghese⬇️
e anticapitalistica a essere una critica ultracapitalistica e per la mercificazione integrale dell'essere umano (che deve essere "fluido", infinitamente manipolabile dall'apparato pubblicitario e "libero" di comprare e vendere tutto: oggi un utero, domani chissà!). Perciò ⬇️
stiamo attenti che anche le categorie "destra"/"sinistra", che un tempo potevano anche significare qualcosa, oggi sono solo utilizzate come "protesi di manipolazione sportivo identitaria" (C. Preve) per rinchiuderci in recinti predefiniti da dove possiamo solo scannarci tra ⬇️
tifoserie "rosse" o "nere", "destre" o "sinistre", senza poter sperare minimamente - soprattutto ruotando ancora attorno a certe categorie malintese, oggi vuote, inautentiche - di poter dare una spallata al sistema che ci opprime tutti. Tutti.

FINE. E scusate lo sfogo. 🤣
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