Si sono aperte da poco le urne per le #elezioni in #EmiliaRomagna e #Calabria, ma non serve avere doti divinatorie per sapere che si parlerà molto di #silenzioelettorale.
Sicuramente candidati e uomini politici useranno i #social per rivolgere indicazioni di voto.
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Sicuramente candidati e uomini politici useranno i #social per rivolgere indicazioni di voto.
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Come accade ad ogni consultazione elettorale, in molti si interrogheranno sull’applicabilità al web e ai social delle norme in materia di silenzio elettorale.
Poi, da domani, tutti se ne dimenticheranno per riaprire la polemica alla prossima tornata elettorale.
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Poi, da domani, tutti se ne dimenticheranno per riaprire la polemica alla prossima tornata elettorale.
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La questione è controversa, visto che la norma (degli anni ‘50) non parla espressamente dei social.
Eppure, vista l’importanza dei nuovi strumenti, non sarebbe arrivato il momento di scrivere norme per le campagne elettorali del presente (e del futuro)?
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Eppure, vista l’importanza dei nuovi strumenti, non sarebbe arrivato il momento di scrivere norme per le campagne elettorali del presente (e del futuro)?
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Delle due l’una: o il silenzio elettorale è una norma superata e paternalista e quindi si abroga.
Oppure è norma che garantisce la formazione di un libero convincimento dell’elettore e quindi si deve applicare anche ai social (con la previsione di sanzioni effettive).
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Oppure è norma che garantisce la formazione di un libero convincimento dell’elettore e quindi si deve applicare anche ai social (con la previsione di sanzioni effettive).
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Ci sono politici (di qualsiasi schieramento) interessati ad occuparsi di come disciplinare le campagne elettorali... e non solo a fare campagna elettorale?
Non è questione di poco conto, è in gioco il futuro della democrazia.
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Non è questione di poco conto, è in gioco il futuro della democrazia.
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