Da ieri cerco di capire la reale importanza di avere isolato il coronavirus anche in Italia (*anche*): da una parte c’è il giornalismo italiano che alza la coppa del mondo, dall’altra il resto dei media mondiali che non se ne sono nemmeno accorti.
Nel mezzo i lettori, confusi.
Nel mezzo i lettori, confusi.
Per provare a capire come stanno le cose ho dovuto schivare articoli che dicevano che era una "prima" mondiale (), politici che dicevano che era una "prima" europea (), ole, odi, strumentalizzazioni ()
Ed è questo il rapporto normale con il sistema mediatico: un assalto quotidiano, in cui vero, verosimile, falso si mescolano in un unico racconto esagitato, approssimativo, indifferente alla complessità e ai dettagli del reale.
Contano le emozioni, no? E allora VIVA L'ITALIA!1
Contano le emozioni, no? E allora VIVA L'ITALIA!1
Da dove verranno mai tutta questa celebrazione dell'ignoranza, questo fastidio per il sapere e chi usa logica, dati, argomenti e distinzioni, per chi ha l'ardire di fare domande impopolari -- questo odio per il difforme, questo odio per ogni cosa non ci faccia solo carezze?
E se ogni giorno ti viene insegnato a dubitare (legittimamente) del sapere "ufficiale", se ogni giorno ti dimostra che la realtà è una fatica troppo grande (non si può chiedere a ogni lettore di essere un fact-checker!), allora a un certo punto dici: "mi tengo la mia, di realtà".
È così che questo giornalismo diventa una minaccia per la democrazia: spandendo relativismo della peggior specie, facendo passare il messaggio che debba essere il lettore a decidere cosa è vero e cosa falso.
Come con il claim, inverificabile ma anche non smentibile, del coronavirus nato in laboratorio militare cinese (riportato dal direttore del TgCom24, non dai "social"): lo si afferma, ma insieme si dice "non ci sono le prove".
Questa è corrosione del reale, altro che i bot russi.
Questa è corrosione del reale, altro che i bot russi.
Avete voglia di parlare di voi stessi, raccontare storie fantastiche senza troppo curarvi della scienza, del vero e dei dettagli?
Fate gli scrittori, gli storyteller, i menestrelli -- quel che volete, ma non il giornalista.
Il giornalismo è responsabilità.
Fate gli scrittori, gli storyteller, i menestrelli -- quel che volete, ma non il giornalista.
Il giornalismo è responsabilità.
