L'epigrafe sul portale interno della Scuola di S. Maria della Carità (oggi le gallerie dell'Accademia), a Venezia racconta, con ampiezza insolita per una lapide, la pestilenza veneziana del 1348-49 (continua) 
Il racconto si apre con il terremoto del 25/01/1348, che danneggiò vari edifici della città. Le scosse di assestamento, spiega l'iscrizione, durarono quaranta giorni, dopo i quali iniziò la pestilenza. Le sue manifestazioni erano varie: emorragie, carbonchio, piaghe (continua)
...che si sviluppavano in particolare sotto le ascelle e sull'inguine, "e pareva che questi mali se piase [‘pigliassero’] l’un da l’oltro [‘altro’], çoè li sani dal’infermi, et era la çente in tanto spavento che ’l pare no voleva andar dal fio, né ’l fio dal pare" (continua)
Quello del figlio e del padre che si evitano a vicenda è un topos della letteratura pestilenziale. La pestilenza durò circa sei mesi e si disse (spiega la lapide) che morì la metà della popolazione di Venezia. Tra i morti, il Guardian grando della scuola (continua)
... dieci membri del consiglio e circa trecento confratelli.
L'epigrafe, che si trova a cm 295 dal suolo, è alto cm 164; l'area coperta dall'iscrizione misura cm 231 alla base e cm 99 in altezza. Coordinate: 45°25’55”N 12°19’42”E.
L'epigrafe, che si trova a cm 295 dal suolo, è alto cm 164; l'area coperta dall'iscrizione misura cm 231 alla base e cm 99 in altezza. Coordinate: 45°25’55”N 12°19’42”E.
