Mio figlio 2o anno della primaria è in isolamento fiduciario da 10gg per un caso accertato nella sua classe.
Da stamattina alle 08:00 attaccati al 1/4
al telefono per richiedere il tampone senza successo.
Venendo rimbalzati da ats, medico, scuola ecc.
Quindi si fa un protocollo dove viene specificato che si può uscire dall'isolamento fiduciario effettuando il tampone e poi quest'ultimo è un miraggio.
Con operatori vari che 2/4
che cercano di dire la loro senza nessun criterio di omogeneità.
Si ma suo figlio è asintomatico, si ma non è un contatto stretto, ecc.
Ci ritroviamo con un bambino isolato dai fratelli, dai nonni che allo scoccare del 14mo giorno tornerà a scuola con tutta la sua classe
3/4
e sia lui che i suoi compagni potenziali asintomatici (come fermi la catena di contagio?).
Poco importa se a casa comunque ha una nonna ex oncologica o un padre che ha fatto 2 bilaterali in 2 anni o 2 fratelli più piccoli casa da febbraio...
Ma il tampone no! 4/4 #andratuttobene
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Questa è una delle tante storie legate al dramma del #covid...
Una storia/esperienza a lieto fine perché il protagonista (suo malgrado) ne viene fuori e riesce a documentare l'inferno che ha visto, sentito e vissuto.
È il racconto di chi ha provato sulla propria pelle la 1/3
pericolosità di questo virus subdolo saltando solo la fase "peggiore" dell'intubazione.
Non ci racconta come hanno vissuto tutto questo i familiari ma non penso sia difficile da immaginare.
Penso alle varie polemiche tra cui la mail e il richiamo di un noto gruppo ospedaliero.2/3
O ai tanti personaggi con un seguito che distribuiscono le loro fantasiose teorie su questo virus morto in estate tra una prostatite e un ballo in discoteca.
Speriamo che rimanga traccia nei ricordi di tutti noi di questa terribile tragedia.
Si muore non importa se per/con covid.
Vi voglio raccontare un po' della mia #vita in questa #pandemia senza fine.
Io sono quello sfigato/fortunato che è riuscito perfino a fare una polmonite (tampone questo sconosciuto) al 20/02 prima dell'esplosione definitiva dei contagi.
1/17
Era la seconda in 2 anni... la sfiga ci vede benissimo.
Da quel momento come tutti ci siamo dovuti adattare ad una vita e ad un nuovo modo di vivere. #DAD per i ragazzi e #Smartworking per noi.
Fortunatamente vuoi per il tipo di lavoro vuoi perché ci siamo sempre organizzati 2/17
nel poter lavorare ovunque ed essere sempre raggiungibili, con i recapiti dell'ufficio (utilizziamo dei numeri sip/voip), con il lavoro tutto su cloud.
Però una cosa non puoi gestire o meglio non puoi farlo bene o come vorresti (noi non ci siamo riusciti) ovvero coinciliare 3/17
Perché?
Smettiamo di essere cittadini e diventiamo tifosi di cialtroni, di scappati di casa, di populisti, di sovranisti... che con le loro soluzioni, e idee politiche ed economiche vogliono renderci come il Venezuela 🇻🇪 (non citatelo ad un presidente di comm. che parte il click)
Perché pendiamo dalle labbra di oratori che non hanno gestito nemmeno il banchetto delle vendite di beneficenza all’oratorio...
Quando abbiamo abdicato al nostro status di cittadini?
E perché?
Perché aspettiamo il Bertolaso di turno che venga come la manna dal cielo a risolvere i
#longthread
È da qualche tempo che osservo la deriva/spirale d'odio in cui ci stiamo man mano avvitando.
Ci si rifugia dietro la libertà di pensiero e di espressione per poter dire qualsiasi cosa, incuranti del male, delle ferite che quelle parole scritte o pronunciate provochino
Perché ci sentiamo in dovere di esternare con il mondo il nostro pensiero?
Perché a prescindere della posizione occupata all'interno della società non riusciamo a valutarne l'impatto?
Siamo nell'era della comunicazione e imho stiamo sbagliando qualcosa.
Non è più dialogo ma tanti
monologhi con un IO.
Abbiamo smarrito il noi
Siamo sempre in contrapposizione con qualcuno o con con qualcosa.
Siamo delle fazioni che cercano di emergere, di primeggiare a discapito delle altre.
La parola comunità e quasi diventata un termine anacronistico.
Vedo gente ostentare
Prendo spunto dalla manca iscrizione di mio figlio ad una scuola pubblica di #Arese(mi) perché hanno avuto troppi iscritti.
Ecco sono 10 anni che i dati ci dicono che c’è un calo demografico strutturale in #Italia che non riusciamo ad
arrestare.
Si cerca ciclicamente di fare qualcosa per invogliare a formare un nucleo familiare e conseguenze procreare.
Siamo arrivati alla ricette recenti del podere al sud per il terzo figlio.
Io ho avuto la fortuna/sfortuna di conoscere colei che sarebbe stata la mia compagna
di vita e la madre dei miei figli nella terra del federalismo fiscale ovvero la Lombardia e Milano.
Nonostante fossi alla guida dell’azienda di famiglia ho deciso di rimettermi in gioco e ripartire da zero a nebbia city.
Abbandonando sole, mare, amici, per creare una famiglia.