È da qualche tempo che osservo la deriva/spirale d'odio in cui ci stiamo man mano avvitando.
Ci si rifugia dietro la libertà di pensiero e di espressione per poter dire qualsiasi cosa, incuranti del male, delle ferite che quelle parole scritte o pronunciate provochino
Poi al massimo si ritratta, si cancella e in extrema ratio si chiede scusa.
Ma il dolore che può essere provocato dalle ns. parole equivale a strappare un foglio di carta che mai nessuno potrà far tornare com'era in origine.
Cosa mai può giustificare la sofferenza, l'umiliazione, la frustazione e persino la paura, nel prossimo chiunque esso sia.
Siamo sicuri che esser stati catapultati in questa era della comunicazione senza un manuale d'uso non ci riconduca nel baratro?
Non si tratta di essere dei buon Samaritani...
Si tratta solo di cercare il dialogo anche a costo di dover fare un passo indietro.
Non è una sconfitta, non ci
Imho quando saremo nuovamente in grado di dialogare, di ascoltare e di comprendere il prossimo, saremo nuovamente in grado di evolverci.
Fino ad allora speriamo di non annientarci.
#TheEnd