#24novembre 2009 Lea Garofalo, testimone di giustizia, viene uccisa a Monza dalla ‘ndrangheta.
Lea Garofalo visse in un ambiente mafioso fino al 1996, anno in cui decise di lasciare il compagno in seguito al suo arresto per traffico di stupefacenti...
Scappò quindi con la figlia, ma la famiglia dei Cosco, di cui faceva parte il suo ex compagno, era costantemente sulle sue tracce; quando arrivarono a bruciarle la macchina Lea, sentendosi in grave pericolo, decise di rivolgersi alle autorità...
Nel 2002 diventò testimone di giustizia e venne ammessa in un programma di protezione speciale. Le sue dichiarazioni inizialmente non portarono a nessun procedimento giudiziario, le venne perciò revocata la protezione per un periodo e successivamente, nel 2009...
sfiduciata dallo Stato, decise di rinunciarvi definitivamente in modo volontario.
Carlo Cosco, il suo ex compagno, tentò di riagganciare i rapporti con la figlia Denise e la invitò, insieme a Lea, a Milano. Quell’invito era in realtà una trappola per Lea, che fu uccisa...
nel capoluogo lombardo. Il suo corpo fu bruciato e occultato in un campo a Monza. I resti furono ritrovati anni dopo e nel 2013 si svolsero i funerali a Milano in una piazza gremita di persone...
La figlia Denise, allora ventiduenne, volle pronunciare un discorso di ringraziamento, dicendo: “Ciao a tutti e grazie di cuore di essere venuti qui. Per me è un giorno triste ma la forza me l’hai dara tu, mamma. Se è successo tutto questo è stato solo per il mio bene”...
Per il brutale omicidio di Lea Garofalo quattro persone, tra cui l’ex compagno, furono condannate all’ergastolo.

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