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Quella dell'aggiornamento dell'insegnamento della storia nelle scuole secondarie è stata l'istanza protagonista di almeno due grandi campagne coronate da successo
La prima, negli anni '60, chiedeva di spostare i limiti di trattazione dalla 1ª alla 2ª guerra mondiale, e ha visto protagonisti anche alcuni importanti studiosi dell'allora neonata storia contemporanea
La seconda, negli anni '90, ha premuto per una trattazione completa del '900, a cui è stato dedicato l'intero ultimo anno di scuola secondaria superiore
In entrambi i casi la spinta polotica a questo adeguamento proveniva da sinistra, e si basava subun ragionamento che negli anni '90 il ministro protagonista dell'intervento, Berlinguer, aveva reso abbastanza esplicito:
Sottraendo gli studenti al senso comune storiografico ed esponendoli a un sapere criticamente fondato, li si sarebbe avvicinati a quella opzione politica che non si basava su finzioni ideologiche, ma traeva le conseguenze di un'indagine "scientifica" delle dinamiche sociali
Era così del resto che la tradizione della sinistra marxista aveva rappresentato se stessa dai tempi di Marx, e in fondo continuava coi suoi eredi a concepirsi nonostante i fallimenti proprio nella lettura della realtà sociale e il conseguente progressivo svuotamento di proposte
Come sia andata a finire questa opera di convincimento sulla base dell'esposizione alla verità è ahinoi sotto gli occhi di tutti
Oggi sembra maturare una spinta culturale simile all'aggiornamento dell'insegnamento storico fino all'attualità, accompagnato dalla richiesta di insegnare materie ritenute indispensabili per capire il mondo di oggi (generalmente ridotte all'economia)
Lo spunto stavolta trova forma nelle parole degli speaker dell'area di pensiero "liberale" o "liberista", ma curiosamente nell'approccio ricalca quanto già visto in altri momenti
Si pensa insomma che poiché la propria opzione di pensiero non è una ideologia, ma il risultato dell'analisi scientifica della realtà sociale, esponendo gli studenti allo studio critico della società essi matureranno convinzioni vicine alle proprie
Visto com'è andata le altre volte, io fossi in loro mi fiderei poco, e magari cercherei di capire meglio come funziona la pedagogia scolastica senza affidarmi su questo tema al primo Boldrin che passa

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19 Dec
"Raccontano che una volta venne da un’Accademia bandito un premio a chi avesse saputo trovar le ragioni, per le quali un pesce morto pesa più di un pesce vivo.... Riuscì straordinario il numero di coloro, che con lunghi ragionamenti, movendo da principii ineccepibili... Image
...e traendone logicamente le più lontane conseguenze, dimostrarono fino all’evidenza le cause di questo fenomeno.... Uno solo, un uomo, si capisce, un po’ grossolano e di poca fede, prima di cominciare a infilar sillogismi...
...s’avvisò di mettere sulla bilancia un pesce vivo, poi, avendolo ucciso, ve lo rimise morto, e trovò che vivo e morto pesava egualmente.
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18 Dec
Se l'obiettivo sono curricolo più flessibili una soluzione praticabile è piuttosto il doppio percorso maior/minor, sullo stile diffuso in Germania. Se il problema è la rigidità degli accrediti si semplifichi legislazione dove permette di richiedere qualifiche troppo stringenti ↘️
Messa così sembra la classica proposta che vuole aggirare le richieste di titolo di studio, semplificandone il conseguimento, senza intaccarne il valore non tanto legale quanto "di mercato", perché su quegli obblighi di legge si fonda tutto un commercio non solo telematico ↘️
Con questa interpretazione si chiariscono se non altro gli ambienti contigui alle aule parlamentari in cui è nata l'idea. Ed è bene che chi a questi ambienti è sicuramente estraneo, come @FusacchiA, faccia attenzione a non finire in un trappolone
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14 Dec
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per mettere insieme, per l'ennesima, volta, qualche spunto sul tema del comportamento professionale dei docenti in un'arena pubblica (quale può essere questa), sul crinale (delicato ma non impossibile da affrontare) delle libertà di espressione e ricerca
La professione accademica non è di quelle che si fanno con orario di ufficio. Un professore è sempre un professore, e sempre gode dei privilegi funzionali al suo ruolo. Privilegi legislativi, come la libertà accademica, ma soprattutto privilegi di considerazione culturale
Io, per fare un esempio, quando parlo di storia delle politiche scolastiche e universitarie e di storia intellettuale lo faccio col fatto che quello che dico non ha lo stesso peso di quello che scrive il primo che passa, e se qualcuno se lo dimentica non esito a ricordarglielo
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9 Dec
Nella prolusione di oggi, il direttore della @scuolanormale ha messo in guardia su un dato su cui riflettere: l'estrazione sociale degli allievi ammessi negli ultimi anni si è fatta sempre più alta, con un trend in questo senso ormai significativo.
Per i suoi numeri minuscoli, la Scuola non può essere in sé uno strumento universale di promozione delle opportunità di studenti socialmente svantaggiati, anche se la gratuità degli studi e della sistemazione hanno consentito nel tempo ad alcuni individui di approfittarne...
...in modo altrimenti impensabile per cambiare la loro vita.
E' dunque bene che questa possibilità torni a farsi frequente, ma anch'io non credo che una riforma dell'ammissione che tenga conto delle origini sociali sia la strada giusta
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30 Nov
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sull'#universita, dove spero di dire una volta per tutte quel che penso su questa storia
Manfredi è (oggi) un politico. Un politico fa politica. Se la facesse più spesso, anche tirando le coltellate quando serve, sarebbe un ministro migliore.
Oggi ha fatto politica
I dati di qualità degli atenei sono sempre contraddittori, poco maneggevoli per la scarsa trasparenza di chi li fa, e ipersemplificati nelle presentazioni che le agenzie che li compongono offrono a giornalisti normalmente incapaci di leggerli per conto proprio
Per forza di cose i messaggi che possono lanciare sono molteplici, e non servono i ranking per ricordare a chi vive l'università italiana i problemi che ci sono.
Politicamente, però, è legittimo isolare un messaggio che ci aiuta per i nostri obiettivi, e questo...
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