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Piccolo prontuario su quello che sembra essere il dilemma dl giorno dopo il discorso di #Draghi alla #Fiducia: 1) gli ITS sono gli istituti tecnici superiori, si frequentano DOPO la maturità, e offrono percorsi fino a 3 anni di alta formazione professionale...
...in settori individuati in base alle esigenze produttive locali (sono a base regionale), e prevedono la partecipazione di aziende partner. Sono da 10 anni allo stato embrionale e funzionano decentemente, per numeri cmq piccoli, solo in distretti in relativa crescita...
...(interessante che una delle aree dove vanno meglio, pur restando sempre poco conosciuti, sia l'Emilia: è grazie a o nonostante Bianchi? vedremo...) 2) l'ITIS è un Istituto Tecnico Industriale, UNO degli indirizzi degli ISTITUTI TECNICI, quelle scuole SECONDARIE SUPERIORI...
...(che quindi si frequentano PRIMA della maturità) che offrono una formazione in cui una formazione scientifico teorica e culturale di base piuttosto ampia si affianca all'individuazione di un percorso di specializzazione verso un certo settore produttivo e occupazionale
3) l'ITIS, in quanto istituto TECNICO, non offre né istruzione professionale, né formazione professionale, ché quelle sono compito degli istituti professionali e delle scuole di formazione professionale regionali. Per dirla brutalmente, è qui che si diventa operai specializzati
4) (nota personale) sulla formazione professionale in Italia, e in particolare della difficoltà nelle relazioni col tessuto imprenditoriale, si possono dire tante cose. Sicuramente dall'inizio degli anni 2000 si è AVVICINATA alla concezione del comparto che si ha altrove...
...in Europa (ad esempio in Germania, dove il dualismo scuola-apprendistato è stato peraltro alleggerito in una spinta ad assimilare tra loro i percorsi scolastici, anche se qui la gente dormiva), e rispetto a 30 anni fa offre un percorso educativo più pensato e completo.
Che quelli che cercano gente da far lavorare preferissero prima la dice lunga su quanto il nostro tessuto produttivo si meriti gli sforzi della nostra scuola, e su che cosa certa gente è pronta a sacrificare pur di lucrare. 5) Draghi parla della domanda di 3 milioni...
...di diplomati in 5 anni. diplomati di che? Il dscorso lascerebbe supporre degli ITS, che sono un completamento necessario per mandare i diplomati degli ITIS a lavorare seriamente; nel testo scritto del discorso lo scribacchino che lo ha preparato...
...ha usato ITIS anche quando parlava chiaramente degli ITS. In ogni caso quella cifra è sparata (e non mi sembra l'unica del discorso) A CASO. In questi anni i maturandi sono circa 450.000, numero che moltiplicato per 5 non fa 3 milioni neanche da lontano, e sono circa...
l'80% delle relative classi di età. Quindi chi ha letto ITIS pensando ITIS si dimentichi di essere sveglio e si faccia delle domande. Resta però il fatto che anche per gli ITS una cosa del genere è fuori dal mondo. ad oggi gli iscritti sono meno di 20.000, che fa...
6-7.000 diplomati l'anno. Per arrivare al numero di Draghi bisogna CENTUPLICARLI. Per carità sarebbe anche bello se funzionassero per riassorbire i diplomati non universitari degli anni precedenti, della cui formazione avremmo tanto bisogno, e magari...
...Draghi e i suoi collaboratori pensano pure a quello. Ma il numero resta fuori dal mondo. All'università sono iscritte meno di 2 milioni di persone, e non è minimamente pensabile che gli ITS diventino quasi il doppio delle università in 5 anni. Non esiste.
6) Quello su cui abbiamo discusso per un pomeriggio, anche con l'illusione di avere idee intelligenti da propormi, è questo: errori, sciatteria, confusione in primo luogo in chi ha scritto e, quindi, anche in chi ha parlato. E mi sono limitato...
...a un singolo aspetto che controllo bene. Prepariamoci, perché è solo l'inizio, temo
*un curricolo
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Ma quindi cosa sono queste charter school, negli USA?
Sono scuole fatte sorgere, da gruppi privati, attraverso un accordo (charter, appunto) con un ente pubblico responsabile dell'istruzione (Stato, contea, distretto). Di solito, in base ad esso, ricevono una quota stabilita...
..del "money per pupil per year" del distretto di provenienza di ogni studente, che va a sommarsi a una dotazione di provenienza privata di cui è previsto chiaramente un massimale, e stabiliscono degli obiettivi che l'ente di riferimento può verificare periodicamente...
...(di solito ogni 3 anni), ricevendo in cambio ampia libertà di metodo e programma e soprattutto di reclutamento del personale (sempre legato alla specificità metodologica e contenutistica: se apro una scuola montessoriana non posso farmi imporre personale...
Di quanto il papocchio sia discutibile ho detto. Questa va inchiodata al muro perché contiene più errori di fatto che concetti e non posso esimermene. 1) scienze dell'educazione (che nel frattempo ha allungato il nome) NON FORMA DOCENTI DI SCUOLA ->
2) Scienze della formazione primaria È GIÀ A NUMERO CHIUSO e forma un corpo magistrale tra i più preparati d'Europa anche senza il preziosissimo impegno di un economiata chiaramente così informato di quello di cui parla ->
3) l'andamento del discorso, naturalmente abbastanza vago da evitare la cantonata esplicita, sembra implicare che a ScEd si formino docenti di scuola secondaria (in tutti i punti si parla solo si quella!). Non sapere come si formano i docenti che vuoi migliorare ti qualifica ->
Più mi guardo intorno più mi accorgo che nel dibattito pubblico sul tema è in corso un attacco concentrico alla pedagogia e in generale alle discipline educative. Chi parla di istruzione inizia prendendone le distanze e individuando la loro essenza stessa come parte del problema
Non è normale che se si vuole parlare di un tema si parta escludendo chi quel tema lo studia, e può offrire le griglie interpretative ineludibili da cui partire per inqudrarlo nella sua complessità, ma anzi si accusi la conoscenza necessaria a ciò di essere controproducente
Sembra quasi che, essendo consapevoli di stare per proporre in tema di istruzione soluzioni che non risolveranno i problemi dell'istruzione (ma al limite di qualcun e qualcos'altro), si cerchi innanzi tutto di mettere nell'angolo chi, con cognizione di causa, può...
Dunque, ricapitolando, sulla #scuola: 1) I giornali ci hanno venduto (o è stata venduta loro, su questo non mi pronuncio anche se ho qualche sospetto) come proposta AVANZATA da #Draghi una proposta che Draghi ha RICEVUTO (con interesse, spero) nelle #consultazioni
2) Della proposta A DRAGHI, certo fluida ma identificabile come un piano strategico di un certo respiro e comprensiva anche di un tentativo (che si può discutere) di individuare le carenze specifiche, è arrivata al pubblico solo l'idea di "prolungare l'anno scolastico di un mese"
3) Qualsiasi reazione a questo pasticcio comunicativo è derubricata ad autodifesa dei docenti che "non vogliono lavorare" (come se non avesselo lavorato tutto il tempo), e il tema del tempo a scuola è affrontata con la stessa concezione del lavoro come problema teorico...
Una volta sgombrato il campo dall'idea che si sappia già cosa #Draghi intende fare nel breve termine sulla #scuola, butto lì qualche riflessione mia su cose di cui tener conto che ritengo imprescindibili
1) La pandemia ci ha messo davanti un universo di disuguaglianze e difficoltà di gestione enormi nel sistema scolastico senza che sia più possibile ignorarle, ma non le ha generate. Le aree e i settori sociali in cui la dispersione scolastica ha livelli indegni...
...per un paese sviluppato c'erano già prima, e se davvero, come sembra (e lo voglio credere, perché è proprio di una persona capace e intelligente quale è) #Draghi vuole mettere l'istruzione al centro bisogna ragionare su come intervenire su questi problemi strutturali
Il #GiornodellaMemoria è commemorato a livello internazionale a seguito della risoluzione ONU del 2005. Vale la pena ricordare che noi italiani ci siamo arrivati 5 anni prima. Questa è la buona notizia...
La cattiva è che nel nostro caso la scelta del 27 gennaio ha scalzato altre proposte di rilevanza più chiaramente nazionale, come il 16 ottobre (rastrellamento del ghetto di Roma)
Questo perché, abbastanza chiaramente, si sono voluti spostare i contenuti da ricordare fuori dai confini nazionali ("che cattivi i nazisti che hanno fatto Auschwitz, LORO, mica noi!")