🦠🇮🇹 #COVIDー19 e vaccini, quando si riparte?

Segnatevi questa data: 25 giugno.
Se arrivano le dosi e la logistica tiene, tutto dovrebbe andare molto meglio nel giro di pochi mesi.

Ma se non arrivano dosi conterà molto la strategia.

Oggi su @Corriere.

Un thread.
Ovviamente, "ripartire" è una semplificazione.

Mascherine e distanziamento staranno con noi ancora per molto tempo.

Dovremo entrare in regime di sorveglianza permanente, continuare con i tamponi, non rilassarci sulla campagna vaccinale.
Ma quando potremo "ripartire", ovvero sentirci più sollevati e riprogrammare il nostro futuro?

Noi consideriamo il momento in cui, soprattutto grazie ai vaccini, la letalità di #COVID19 in Italia diventerà simile a quella dell'influenza, crollando da 1,1% a 0,1%.
ATTENZIONE /1.

Ovviamente, a meno di mutazioni benevole, a livello individuale la letalità di #COVID19 rimane la stessa. La malattia resta sempre undici volte più pericolosa dell'influenza, in quasi tutte le fasce d'età.

Ma per la società il numero di decessi diventa gestibile.
ATTENZIONE /2. Nel breve periodo la composizione per età dei decessi #COVID19 diventerà più drammatica.

Si ammalano e muoiono persone meno anziane, che finché non si vaccineranno rimarranno nel pool delle persone suscettibili.
Ma ciò che importa è che, con i vaccini, l'impatto di Covid per la società diventerà sempre più simile a quello dell'influenza.

In quel momento, a parità di circolazione virale, la pressione sugli ospedali calerà del 65%, gli ingressi in terapia intensiva del 75%.
Ma quindi, quando arriverà questo momento?

Scenario 1 (linea rossa): arrivano tutte le dosi e continuiamo a somministrarle come oggi. La letalità di Covid si abbatte del 90% entro il 25 giugno.

Un sogno, ma visti i problemi di approvvigionamento è lo scenario più improbabile.
Scenario 2 (linea nera): non arrivano le dosi ma NON cambiamo strategia.

Così perdiamo mesi: l'obiettivo di abbattimento della letalità di #COVID19 a quella dell'influenza scivola a fine agosto.

I decessi restano più elevati più a lungo.
Ma l'importante è lo scenario 3 (linea verde).

E' uno scenario in cui le dosi che abbiamo sono identiche a quelle dello scenario 2 (linea nera), ma concentriamo le somministrazioni sulla popolazione a rischio.

Risultato: guadagniamo DUE MESI.
Cosa significa che cambiando strategia "guadagniamo due mesi"?

Significa due mesi di minori decessi, due mesi di minori ospedalizzazioni, due mesi di minori ricoveri in terapia intensiva. Gli ospedali tornano a respirare.

Due mesi che non dovremmo permetterci di perdere.
Sui vaccini è fondamentale tenere la barra dritta.

Dobbiamo essere consapevoli che, con poche dosi a disposizione, l'unica strategia a cui tendere deve essere quella di ridurre la letalità del virus.

La raccontiamo meglio, qui.
corriere.it/dataroom-milen…

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17 Mar
Tragicommedia all’italiana.
Nel nuovo CTS uno dei membri sarà Alberto Gerli.

Quello per cui dopo 17 giorni di misure la pandemia farà il suo corso, non servono misure più forti e in 40 giorni le infezioni “si sgonfiano da sole”.

Mettetevi comodi, è una storia bellissima.
È il 2 aprile 2020 quando Gerli, imprenditore e startupper, scrive (su Twitter) all’allora Presidente del Consiglio @GiuseppeConteIT e a @zaiapresidente, Presidente della Regione Veneto.

Qui c’è il mio modello, scrive Gerli. “Vi tornano i numeri?”.
Temendo (a ragione) che il tweet a Conte e Zaia possa cadere nel vuoto, a pochi minuti di distanza Gerli scrive a @Fedez e a @ChiaraFerragni.

Target più plausibili.

Ho fatto un modello per prevedere la pandemia, scrive Gerli. “Mi aiutate a diffonderlo?”.
Read 25 tweets
15 Mar
🇮🇹🦠Ieri ho ricevuto la prima dose di #AstraZeneca.
Ho 37 anni, ma sono uno dei fortunati: ho un contratto con un'università.
L'ho fatto per responsabilità: non trovo giusto ostacolare la campagna vaccinale, e #OgniDoseConta.

Ma quella dose non avrei dovuto riceverla.
Un thread.
Ho riflettuto fino all'ultimo se fare o meno il vaccino.

Come sapete l'utilità marginale di questa vaccinazione per me e per l'Italia, oggi, è bassa.

Con poche dosi a disposizione dovrebbero essere vaccinate per prime le persone anziane e fragili. ispionline.it/it/pubblicazio…
Non che la vaccinazione delle persone over-80 stia andando malissimo.

Dal 19 febbraio al 15 marzo le persone ultraottantenni che avevano ricevuto almeno la prima dose di vaccino in Italia sono cresciute dal 6% al 37%.

Ma non è abbastanza, e #OgniDoseConta.
Read 10 tweets
12 Mar
🇮🇹🦠Importante il lavoro di tanti (qui @Ruffino_Lorenzo) sull'eccesso di mortalità in Italia.

Attenzione però che confrontare decessi 2020 con decessi 2015-2019 calcola un eccesso di mortalità *rispetto alle recenti stagioni influenzali*.

È cruciale, e ve lo spiego.

Un thread.
Prendete dicembre. Guardate la distanza tra riga gialla e azzurra, sopra, e l'altezza della riga rossa, sotto. Sembra quasi che l'eccesso sopra sia *meno* dei decessi #COVID19 ufficiali.

Ma non è così: semplicemente, negli anni passati l'inverno era il periodo dell'influenza.
Come mostra la sorveglianza settimanale di @istsupsan, quest'anno l'influenza l'abbiamo praticamente eradicata.

Questo ci dà la misura di quanto sia *forte* #COVID, malgrado le nostre misure di contenimento.

Ma ci dice anche che fare la differenza con 2015-2019 è sbagliato.
Read 4 tweets
12 Mar
🦠🇮🇹 Mentre continuiamo ad azzuffarci su #AstraZeneca e #Pfizer, la nostra strategia vaccinale ci ha fatto perdere due mesi di tempo.

La riduzione di letalità di #COVID19 che raggiungeremo a fine marzo (-21%) la avremmo potuta raggiungere a inizio febbraio.

Ve lo spiego.
Ve ne parlo da mesi: la strategia vaccinale italiana si è concentrata molto sui sanitari, poco sui grandi anziani.

Ancora al 20 febbraio, mentre grandi paesi europei come Francia e Germania avevano vaccinato con prima dose più del 20% degli over-80, noi eravamo fermi al 6%.
Risultato? Dopo oltre due mesi di campagna vaccinale contro #COVID e milioni di dosi somministrate, la letalità della malattia si era ridotta di meno del 10%.
Per un mese e mezzo, la riduzione è stata inferiore al 5%.

Praticamente nulla.
E intanto arrivava la terza ondata.
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11 Mar
🦠🗺️ L'#11marzo di un anno fa, il @WHO ufficializzava che quella di #COVID19 era diventata una pandemia.

Mentre in Italia la situazione precipitava, c'era persino chi già parlava di decelerazione del virus.

Cosa abbiamo imparato in questo anno insieme?

Un thread.
Il 10 marzo 2020, con il bollettino giornaliero che segnalava una decelerazione dei nuovi casi di positivi in Italia, c'era già chi cantava vittoria.

La realtà?

La situazione era talmente tragica che ormai si testavano solo i casi gravi.

Ieri come oggi, ancora in molti sembrano non aver capito che non bisogna guardare ai nuovi casi positivi, ma ai trend di decessi e terapie intensive.

Siamo molto migliorati nel tracciare i casi, ma quando la situazione peggiora restiamo sempre indietro.

Read 11 tweets
5 Mar
🦠🇮🇹 Non solo @Cartabellotta ha ragione a mettere in guardia sulla terza ondata di #COVID19 in Italia, ma la situazione è persino più grave di come la descrive.

Nino usa i dati dei ricoverati in terapia intensiva, ma il numero da seguire è quello dei nuovi ingressi.

Un thread.
Innanzitutto, è ovvio, le terapie intensive (TI) sono un numero che cambia in ritardo rispetto all'evoluzione dei contagi.

Ma precedono di diversi giorni i decessi.
E sono più robuste dei contagi, perché non risentono delle politiche di testing.

Giusto osservare quelle.
C'è un problema, però: i ricoveri gravi di un'ondata di #COVID hanno una "coda lunga".

Tante persone restano ricoverate in TI per settimane, creando uno stock di persone che esce dalle TI (perché migliorate o perché, purtroppo, decedute) piuttosto lentamente.
Read 10 tweets

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