🦠🗺️ L'#11marzo di un anno fa, il @WHO ufficializzava che quella di #COVID19 era diventata una pandemia.

Mentre in Italia la situazione precipitava, c'era persino chi già parlava di decelerazione del virus.

Cosa abbiamo imparato in questo anno insieme?

Un thread.
Il 10 marzo 2020, con il bollettino giornaliero che segnalava una decelerazione dei nuovi casi di positivi in Italia, c'era già chi cantava vittoria.

La realtà?

La situazione era talmente tragica che ormai si testavano solo i casi gravi.

Ieri come oggi, ancora in molti sembrano non aver capito che non bisogna guardare ai nuovi casi positivi, ma ai trend di decessi e terapie intensive.

Siamo molto migliorati nel tracciare i casi, ma quando la situazione peggiora restiamo sempre indietro.

Già allora vi spiegavo come calcolare (spannometricamente) i casi plausibili, e dunque la probabile evoluzione della pandemia.

Avevamo molti meno strumenti, ma la direzione era già quella giusta, suffragata da modelli epidemiologici internazionali.

Nel frattempo, il sistema sanitario lombardo arrivava a un limite che sarebbe stato ampiamente superato.

Malgrado il fortissimo potenziamento delle terapie intensive (si lavorava per aggiungere letti, di ora in ora) in molti ospedali non c'era più posto.
Un anno fa c'era chi si lamentava: ma perché dobbiamo stare a casa tutti se a essere colpita è quasi solo la Lombardia?

Oggi sappiamo di aver fatto bene: una prima ondata che saturava gli ospedali lombardi avrebbe sovrastato i sistemi sanitari ovunque.
Anzi, in altre Regioni le cose già cominciavano ad andare male, e lo avrebbero fatto presto.
Emilia-Romagna, Valle d'Aosta, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino, Veneto.

Una dopo l'altra, tutte si sarebbero arrampicate sulla curva esponenziale.
Cosa abbiamo imparato in un anno?

Primo: il lockdown, inevitabile in quella fase di assoluta incertezza, non serve se il virus lo prendiamo in tempo.

Zone rosse locali, più monitoraggio costante, possono fare molto per contenere la pandemia.
ispionline.it/it/pubblicazio…
Secondo: il problema più grande NON è la forza delle misure di contenimento, ma la nostra velocità di reazione.

Il paradosso della politica è che non agisce se la situazione non peggiora molto.
Ma quando i numeri peggiorano è spesso già troppo tardi.
Terzo: vaccinando la popolazione più fragile possiamo abbattere molto rapidamente letalità e gravità di #COVID19.
Se proseguiamo con le vaccinazioni agli over-80 (e poi agli over-70) tra pochi mesi andrà molto, molto meglio.

ispionline.it/it/pubblicazio…
Dopo un anno di pandemia, ecco cosa sappiamo.

L'esponenziale non lo si batte a parole. Non lo si batte facendo finta che non esista.

Bisogna agire in fretta, ma agire localmente.
E vaccinare in ordine di fragilità.

Ne usciremo presto: teniamo duro!
ispionline.it/it/pubblicazio…

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12 Mar
🇮🇹🦠Importante il lavoro di tanti (qui @Ruffino_Lorenzo) sull'eccesso di mortalità in Italia.

Attenzione però che confrontare decessi 2020 con decessi 2015-2019 calcola un eccesso di mortalità *rispetto alle recenti stagioni influenzali*.

È cruciale, e ve lo spiego.

Un thread.
Prendete dicembre. Guardate la distanza tra riga gialla e azzurra, sopra, e l'altezza della riga rossa, sotto. Sembra quasi che l'eccesso sopra sia *meno* dei decessi #COVID19 ufficiali.

Ma non è così: semplicemente, negli anni passati l'inverno era il periodo dell'influenza. Image
Come mostra la sorveglianza settimanale di @istsupsan, quest'anno l'influenza l'abbiamo praticamente eradicata.

Questo ci dà la misura di quanto sia *forte* #COVID, malgrado le nostre misure di contenimento.

Ma ci dice anche che fare la differenza con 2015-2019 è sbagliato. Image
Read 4 tweets
12 Mar
🦠🇮🇹 Mentre continuiamo ad azzuffarci su #AstraZeneca e #Pfizer, la nostra strategia vaccinale ci ha fatto perdere due mesi di tempo.

La riduzione di letalità di #COVID19 che raggiungeremo a fine marzo (-21%) la avremmo potuta raggiungere a inizio febbraio.

Ve lo spiego. Image
Ve ne parlo da mesi: la strategia vaccinale italiana si è concentrata molto sui sanitari, poco sui grandi anziani.

Ancora al 20 febbraio, mentre grandi paesi europei come Francia e Germania avevano vaccinato con prima dose più del 20% degli over-80, noi eravamo fermi al 6%. Image
Risultato? Dopo oltre due mesi di campagna vaccinale contro #COVID e milioni di dosi somministrate, la letalità della malattia si era ridotta di meno del 10%.
Per un mese e mezzo, la riduzione è stata inferiore al 5%.

Praticamente nulla.
E intanto arrivava la terza ondata. Image
Read 5 tweets
5 Mar
🦠🇮🇹 Non solo @Cartabellotta ha ragione a mettere in guardia sulla terza ondata di #COVID19 in Italia, ma la situazione è persino più grave di come la descrive.

Nino usa i dati dei ricoverati in terapia intensiva, ma il numero da seguire è quello dei nuovi ingressi.

Un thread.
Innanzitutto, è ovvio, le terapie intensive (TI) sono un numero che cambia in ritardo rispetto all'evoluzione dei contagi.

Ma precedono di diversi giorni i decessi.
E sono più robuste dei contagi, perché non risentono delle politiche di testing.

Giusto osservare quelle.
C'è un problema, però: i ricoveri gravi di un'ondata di #COVID hanno una "coda lunga".

Tante persone restano ricoverate in TI per settimane, creando uno stock di persone che esce dalle TI (perché migliorate o perché, purtroppo, decedute) piuttosto lentamente.
Read 10 tweets
2 Mar
🇮🇹🦠 #COVID19 e vaccini in Italia: bene ma non benissimo.

Il numero di dosi di #VaccinoAntiCovid consegnate ma non ancora somministrate continua a crescere.
Da qualche giorno siamo stabilmente sopra ai due milioni (!).

Cosa succede?

Un breve thread.

#COVID19
È impressionante: la forbice tra vaccini consegnati e vaccini somministrati si sta allargando a vista d'occhio.

Perché? Due ragioni.
La prima è che nell'ultimo mese le consegne sono aumentate, e dal grafico lo si nota subito.

Questo spiega, ma non giustifica la lentezza.
La seconda è che, lo avrete intuito, non tutti i vaccini sono uguali.

Quello prodotto da #Pfizer/#BioNTech lo somministriamo tutto molto rapidamente, non appena arrivano le consegne.
Read 6 tweets
1 Mar
🦠🇮🇹 #COVID19 in Italia: la rincorsa.

Passo dopo passo, anche in Italia stiamo vaccinando le categorie che ne hanno più bisogno.

Se continua così raggiungeremo l'obiettivo UE (vaccinare l'80% degli ultraottantenni) il 19 aprile.
Eravamo a luglio solo due settimane fa.
#Covid_19
🦠🇮🇹 #COVID19Vaccine in Europa.

Rispetto agli altri paesi UE restiamo verso il fondo della classifica, ma stiamo recuperando.

Speriamo che duri, ma a oggi l'andamento è nettamente diverso rispetto a due settimane fa, quando eravamo fermi al 6% degli ultraottantenni vaccinati.
Per chi se lo fosse perso, del grande ritardo della campagna vaccinale italiana verso le classi d'età più a rischio avevo scritto qui.
ispionline.it/it/pubblicazio…
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1 Mar
🇮🇹🦠 #Covid_19 in Italia: l'effetto #vaccino è qui!

Vi parlo spesso dell'errore che abbiamo fatto tardando a vaccinare gli over-80, ma ciò non significa che la letalità del virus non stia calando.

Poteva calare più in fretta.
Ma già oggi ci attendiamo il 20% di decessi in meno.
🦠🇮🇹 UPDATE importante. Su suggerimento di @OpencovidM ho fatto un calcolo più complicato, ma anche più rigoroso, da cui traspare che in realtà è ancora troppo presto per parlare di "effetto vaccini".

Ve lo spiego.
Ma è importante segnalare che il tweet qui sopra è prematuro.
In sostanza, non sappiamo con certezza a cosa sia dovuto il calo di nuovo casi nella popolazione over-80.
Io do per scontato che si tratti di un "effetto vaccini", ma non è detto. Per capirlo si può sfruttare la differente penetrazione vaccinale negli over-80 per Regione.
Read 4 tweets

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